Recensioni per
Lettera a una mamma che non ha saputo amare (me)
di SofiaAmundsen

Questa storia ha ottenuto 18 recensioni.
Positive : 18
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
02/07/14, ore 12:03
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Questa storia parla di una donna condannata ad esserne solo l'ombra. Di una mamma che non sarà più tale, sommersa e vinta da dall'indifferenza e la codardia.
Parla della Sindrome di Stoccolma.
Parla di un mondo fatto di mostri, di un uomo che sotto la droga è diventato distruzione e odio, di lividi, lacrime, solitudine.
Parla di una battaglia.
La battaglia di una bambina che, bambina, non lo è mai stata. Che lotta per briciole di vita tra la tempesta dell'odio e quella dell'indifferenza, per la speranza e la fierezza di sé contro la disperazione di una mamma distrutta e il senso di colpa che tutte le vittime, irrazionalmente, provano. Che lotta contro i mostri.
Una bambina forte come il ferro, che non non si arrenderà mai a farsi piegare.
E che, come il ferro, si spezza.
"Perchè contro il male si lotta, ma senza l’amore non si vince mai."

Incorniciata da uno stile evocativo, diretto, commovente ma mai pesante, ha la profondità propria delle storie che partono dal cuore. E che colpiscono, al cuore, con una forza emotiva che è un pugno nel petto.
Una storia vera, vivida, in tutti i sensi, che lascia qualcosa dentro e varrà sempre la pena di raccontare, per quanto faccia male.

Per questi motivi ritengo che "Lettera a una mamma che non ha saputo amare (me)" meriti l'inserimento tra le scelte.

Recensore Junior
27/05/13, ore 14:07
Cap. 1:

Cara Sofia,
Ciao, comincio la recensione come la tua storia, come una lettera.
Come sai, ero molto indecisa se commentare o meno... Perchè? Beh, dai, sai il perchè, no? Non c'è bisogno di spiegarlo. Ma poi ho pensato che... Beh... Forse la dovrei prendere come una storia, semplicemente. E se devo fare così... E' una bellissima storia, non c'è che dire. E quindi eccomi qui, appena sveglia (scusami, avrò le idee un pò confuse), a commentare, con il mio solito spreco di parole.
Non commento capitolo per capitolo perchè, credo, non ce ne sia bisogno. Direi semplicemente ad ognuno che sono bellissimi e che scrivi in maniera poetica. Ma invece mi serve uno spazio per PENSARE, per RAGIONARE sulla storia in sè. Non il singolo capitolo. La storia, la protagonista. L'autrice.
Ho pensato di commentare perchè.. perchè all'ultimo capitolo mi veniva voglia di piangere, per la protagonista, per la madre, per tutta una vita passata in questo modo. Per tutte le cose che lei non dice e vorrebbe dire.
Quando ho letto "questi colori non mi piacciono", riferiti al rosso-nerastro del sangue e al giallo e viola dei lividi, delle impronte umane sulla pelle, ho chiuso gli occhi, per un qualche istante, e sono rimasta così, terrorizzata. Poi li ho riaperti e ho rincominciato a leggere. Ma io non voglio chiudere gli occhi, capisci? Non voglio farlo. Non lo faccio, di solito, tu lo sai. Non lo faccio con nulla.
Ma allora perchè mi è capitato di pensare: "Ma è proprio necessario? Perchè deve farmi così male? Perchè devo leggere una cosa che mi fa stare così male", sì, lo so, sembro una cavolo di... Insensibile? Sicuramente priva di tatto, nel dirlo. Lo so. Lo so lo so lo so. Non c'è bisogno che storciate il naso. Ma almeno sono sincera. Perchè è quello che ho pensato. Ma quello che fa la differenza, credo, è che l'ho pensato e ho continuato a leggere, perchè mi ero anche detta "perchè deve fargli ancora così male?", e allora ho continuato a leggere. L'ho fatto.
In realtà credo che per questa storia non ci sia bisogno di parole, e forse è per questo che ne sto usando il più possibile.
E continuo a farlo. Ne userò il più possibile fino a quando il vuoto che questa storia rimanda non si sarà estinto. Fino a quando riuscirò a leggerla senza pensare "devo dirlo".
Avrei voluto urlare, mentre leggevo, urlare di parlarne con qualcuno, di non sucidarsi, dio mio, che non si risolve nulla. Di scappare di casa, fuggire, vagare per questa landa spoglia che è il mondo, ma andarsene. Da qualcuno.
Ma HA qualcuno, questa ragazza? Qualcuno di cui possa fidarsi? Qualcuno che non chiuda gli occhi vedendo i suoi lividi? Che sappia quello che è successo ma non si giri sempre dall'altra parte? Ha qualcuno da cui fuggire? Ti prego, sì. Perchè mi sentirei meno in colpa. A nome dell'umanità insensibile, a nome di un pubblico impassibile ma che passa e se ne va, a nome mio, che provo dispiacere per una ragazza che neanche conosco. A nome mio.
E se ha diciott'anni, o se è vicina... Lo so, non si può dimenticare, mai, ma puoi crearti una nuova vita, andartene, fuggire.... E sono passata alla prima persona, come se lei esistesse, come se lei fosse qui.
A questo proposito: una volta ho letto che Aristotele credeva che grazie alle Tragedie una persona riuscisse ad entrare nella storia, a crederla VERA, e in questo modo a risolvere problemi interiori. Che una persona si sente IMMERSA nella storia, e vuole gridare, aiutare, ma riesce soltanto a essere uno spettatore esterno, ma non riesce a variare il fato, il destino, il disegno. Il non credo a queste cose. Al destino, dico, non a quello che diceva Aristotele. Ed ho passato il tempo provando l'impulso di gridarle di fermarsi. E di chiudere la pagina di efp, perchè sapevo non sarebbe andata così.
E tu sai come sto, sai che provavo, leggendo, sai quanto mi immedesimassi in alcuni passaggi. Lo sai, vero? O almeno puoi immaginarlo.
Sto scrivendo questa recensione come se fosse una delle mie storie introspettive, dove mettere dentro tutto quello che provo. E forse è così. Forse.
Come forse, in realtà, la madre le voleva bene. Sì, ne sono sicura. Le voleva bene. Non si può non volere un minimo bene a un qualcosa che è, letteralmente, parte di sè. O forse lo è, e sto dicendo tutte cretinate. Non so, davvero. Questa recensione è un insieme di controsensi e non sono neanche sicura di volerala pubblicare.
Ad ogni modo: la madre. Quanto deve aver sofferto, la madre? Quanto deve essersi fatta del male? Ma soprattutto, quanto deve aver fatto del male a lei? Quanto l'ha cambiata? Quanto l'ha resa quello che è? Tanto, tanto, tanto.
Ma la soluzione non è suicidarsi, oh no! Non è mai una soluzione, quella. Una soluzione è vivere in funzione di quello che hai sopportato. Ha. Mi ritrovo a parlarle, scusami, Sofia.
Anzi, scusami in generale, per tutta questa recensione che SICURAMENTE ti sembrerà priva di tatto. Nella quale dirò qualcosa di sbagliato. Come minimo. Ma preferisco dire qualcosa di sbagliato che scrivere "Bella, un bacio."... Non è da me, semplicemente.
Che poi in realtà sto facendo una metarecensione (Scusa, sto facendo il metateatro, capiscimi): sto facendo una recensione in cui non parlo della storia ma della recensione stessa. Scusami. Smetto di divagare. Torniamo a noi.
Il padre... Il padre... Quel padre che viene sempre nominato attraverso una... metafora? (scusa, non so cosa sia, in realtà XD) : Il mostro. Il mostro.... Sì, lo è. Agli occhi di una bambina, per la quale il mondo si divide in bianco e nero, principesse e mostri, lui sì, lui è un mostro. E lei non si sente la principessa. Lei non può fare a meno di sentirsi un mostro pure lei, perchè si sente colpevole, perchè sente di essere lei la causa di tutto. Già.
La causa di tutto. Lei, la vittima, si sente la causa di tutto. Sempre. Succede. Sempre.
Sto leggendo un libro di un'autrice molto brava, Doris Lessing, durante la lettura del quale mi commuovo, in continuazione. Anche se scrive cose di vita quotidiana, semplici attività. Mi commuovo. Perchè scrive benissimo. Ok, ora, lei è un nobel della letteratura, tu no, quindi non siete paragonabili. Ma anche mentre leggevo quello che scrivevi tu, mi commuovevo, per qualunque cosa.
(Ah è colpa della Lessing anche se metto i punti e le vigole alla cazzo, scusami, amo troppo come lo fa lei e cerco di imitarla... Male, ovviamente)
Ok, come non detto, non riesco a smettere di divagare, ed è un ora che scrivo questo schifo di recensione XD Scusami.
Che poi in realtà avrei una decina di recensioni da scrivere, prima della tua. Ma invece non mi va. Voglio scrivere questa. Sentiti onorata.
Ad ogni modo, e cerco di concludere, un personaggio affascinante, intrigante.... VERO. REALE. Incredibilmente... Carnale... Ma non nel senso di... Con la carne sulle, ossa, ecco. Reale. Basta reale.
Scritto in una maniera da sogno: lo sai che amo il tuo modo di scrivere. Poetico al massimo, entusiasmante, commovente ma non deprimente. Coinvolgente.
Sembra una poesia, davvero. Alcuni passaggi sembrano poesia.
E questa parte della recensione è quella più forzata, non mi andava di scrivere del tuo modo di metter giù le parole... In realtà credo mi andasse solo di sfogarmi, perchè questa storia è come un pugno al petto, e fa male, male, male, e ti accasci mentre lei sta per terra, sotto le mani di colui che dovrebbe volergli più bene al mondo, sotto lo sguardo gelido di colei che dovrebbe essere fiera di lei ma non lo è, mai. Non lo sarà, mai. O lo sarà e non lo farà vedere.
Ed è così che mi sento io. E scusami, davvero, perchè non è bello, da dire, che fa male, leggerlo. O forse sì, perchè mi sento dentro. O forse no, perchè far provare sentimenti del genere è doloroso anche per chi lo scrive. Perchè anche chi lo scrive si fa del male, rileggendolo, ma sta meglio, scrivendolo, perchè confida qualcosa, anche se non proprio la sua storia. Anche se non proprio se stesso. Butta fuori qualcosa. Ed è quello che lei, che la protagonista, avre bbe dovuto fare. E' quello che lei non ha mai fatto. E' quello, in lei, che ci fa piangere. Che MI, fa piangere.
E la stronco, così, questa recensione, a metà, come un fiore reciso, come... come la sua vita, tagliata di netto. E la recido così, senza nè capo nè coda, senza senso. Perchè forse non lo voglio dare, un senso, forse volevo solo sfogarmi. E allora va bene così. Va bene che non si conclude.
Va bene senza senso.
Un bacio.
Comunque tua.
Claudia.

Scusami se ho detto qualcosa di sbagliato.

Nuovo recensore
13/05/13, ore 19:59
Cap. 1:

eli ç_ç bella storia! come sempre :) ho notato solo alla fine che sono più di una, ma al momento leggo solo questo (ho poco tempo).

mi era venuto il magone, però stranamente più per la mamma che per la bimba, non so perché... come se pensassi "povera madre, non è stata capita". bho, sono strano ahahah. complimenti ancora u.u