Come ti ho appena promesso (no, non è vero, non l'ho fatto. Ma lo faccio ora: io prometto di recensire ogni tua creatura che mi son persa. Ecco) ho intenzione di passare da tutte quelle tue storie che, per questo cazzo o per quell'altro, non sono riuscita a commentare prima.
Ho deciso di seguire il vecchio, fidato ordine cronologico e credo d'aver commesso un errore, sai? In questa storia ho così ritrovato la vecchia me che mi sono inalberata e intristita in parti uguali.
Perché, alla fine, è questo che fai tu: prendi una tua personalissima esperienza (quando ho letto della metrò mi son commossa. Tu sai perché, immagino) e la trasformi in un paio di pagine in cui tutti possono ritrovare un pezzo perduto di sé.
Questa, indubbiamente, va ad aggiungersi a tutte le qualità che fanno di te una scrittrice da avere nei preferiti, ecco.
Qui non parliamo di bazzecole, di frasette vuote e piatte. Qui ci sono sentimenti ed emozioni a portata del lettore e che, da lettore a lettore, variano. Così, ognuno è libero, attraverso te, di ritrovare un po' di sé. Di esorcizzare quei demoni che forse non ha mai avuto il coraggio di tirar fuori. Di mettere in luce il passato e liberarlo dalle ombre.
Quindi, tanti complimenti, sul serio.
Parlando della storia in sé, ahh, che cosa dovrei dirti?! Non so nemmeno perché mi ostino a recensirti dato che chiaramente mi mancano le parole - le parole, non gli argomenti, bada bene.
Proviamoci, però. Questa volta voglio concentrarmi unicamente sull'aspetto strutturale (perché, ad onor del vero, su quello emotivo non ci ficco il naso; è una cosa troppo personale, e sebbene tu mi abbia raccontato tutto, non mi va di dire quel che vorrei QUI, in pubblico).
Permettimi di dirti subito che ho notato una drastica differenza stilistica, immagino completamente voluta.
Vedi, nelle tue storie si percepisce sempre un certo ritmo narrativo, scandito, rapido, incalzante. Qui, invece, ho notato una grande tranquillità.
Come se tu stessa avessi rallentato il passo e soppesato gli argomenti uno alla volta, con assoluta calma.
Vero pure che ti accingevi a scrivere qualcosa di strettamente autobiografico e che quindi necessitava di maggiore precisione (le nostre esperienze personali trovo siano la cosa più difficile da riprodurre su carta senza impantanarsi nelle parole), ma io l'ho apprezzato. Ho apprezzato questo cambiamento, tanto.
Ovviamente, seppure lo stile sia notevolmente rallentato, si nota sempre quell'accenno poetico, quelle frasi che ti spiazzano piacevolmente e che ti fanno pensare: "Dannazione, avrei voluto avere io quest'idea!".
"Ad ogni alba sfoca un po’ tutto, anche il sole, tranne quel marrone lì – quello lì.
Sfoca un po’ tutto quanto, anche io, tranne il vuoto tra l'indice - il mio - e le tue spalle."
Queste ultime frasi le ho amate, sul serio. Sono state le mie preferite in questo testo di per sé meraviglioso. Triste, eh, ma meraviglioso.
Ti abbraccio forte e passo avanti,
tua moglie che ti lovva tanto ♥ |