Recensioni per
Ordinary Life of a Doctor
di CowgirlSara

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/01/14, ore 19:59

Quello che c’era tra noi prescindeva qualsiasi definizione restrittiva. Tu sei sempre stato oltre ogni definizione, per questo non si può catalogare il sentimento che ci univa. Il groviglio inestricabile di sentimenti direi, è più giusto.
Prima di passare al resto devo sottolineare questa frase, che vince TUTTO e anche di più. Lo fa perché coglie in pieno quello che John e Sherlock sono: qualcosa di così peculiare che va al di là delle catalogazioni e delle convenzioni. Qualsiasi definizione sarebbe limitante.
Detto questo (DOVEVO metterlo in evidenza), a me quest’introspezione è piaciuta tantissimo. Mi è piaciuta perché mostra il lutto a trecentosessanta gradi, con tutte le sue sfumature e le sue implicazioni: il rammarico, la frustrazione, il dolore, il ricordo, il tentativo di voltare pagina che, talvolta, sembra persino attuato, ma che non riesce mai veramente, perché tutto continua a parlarti di quello che hai perso e la tua vita di adesso non regge il confronto con quella passata. Ho sempre pensato che John, dopo aver vissuto a mille con Sherlock (dopo aver riscoperto la vita insieme – o grazie - a lui), non abbia potuto che soffrire il ritorno ad una quotidianità ordinaria e priva di stimoli. È come passare da colori forti e sgargianti a tinte sbiadite e spente. Ti illudi di poterlo superare, di poterlo accettare, ma in realtà dietro al presente in cui ti sei rifugiato per ripartire si nasconde sempre il fantasma del passato.
Sei stata bravissima a condensare tutto questo, a considerare e sviscerare ogni aspetto e a rendere in maniera così completa ed esaustiva uno stato d’animo molto difficile da raccontare. Le introspezioni di questo tipo, secondo me, sono davvero difficili da condurre, perché è fin troppo facile banalizzare la sofferenza o esasperarla – tu non hai fatto nessuna delle due cose.
Nota di merito alle righe dedicate a Londra, di cui hai offerto un quadro molto suggestivo. Anche se non è uno degli aspetti centrali della narrazione ritengo meriti comunque almeno un cenno, perchè ne hai fatto non solo uno sfondo, ma qualcosa di vivo, con un carattere ben delineato.
Adesso la smetto di sproloquiare, vado a rannicchiarmi in un angolino e piango fino a disidratarmi – non mi sento in grado di affrontare l’angst che imperversa in questa sezione T_T
Grazie mille, alla prossima (ho ancora molto da gustarmi e non vedo l’ora di farlo) *scuoramento selvaggio*

Recensore Master
14/10/12, ore 22:06

incredibile, davvero. Un flusso di pensieri e parole di un cuore straziato e di un'anima svuotata, ecco come mi è apparsa questa storia.
Pensare che in realtà Sherlock ha esaudito la supplica di John, realizzando per lui quel miracolo, mi fa stare ancora peggio!

Recensore Master
03/10/12, ore 22:16

Ho amato moltissimo la storia di questo John che non vive, ma sopravvive. Compie gesti meccanici come mangiare e dormire perché lo fanno andare avanti, vive giornate tranquille e tutte uguali, una dopo l'altra; mi ha colpito molto, ad esempio, la descrizione di tutta una serie di azioni ed eventi mischiati tra loro, perché danno l'idera del tempo che scorre via veloce e non lascia traccia nella sua vita.
Un'altra cosa che mi è piaciuta è la 'fedeltà' di John alla memoria di Sherlock: anche se tutti hanno dimenticato, anche se ci sono nuovi scandali e notizie da gossip ad occupare la gente, John non ha mai smesso di pensare a Sherlock e soprattutto di credere in lui.
Il momento più bello è quando parli delle lascrime di Sherlock prima dell'addio: anch'io penso che Sherlock abbia pianto veramente in quell'istante e John l'ha capito. Ha capito che persona straordinaria che era e per questo non riesce a rassegnarsi a perderlo, per quello continua a coltivare quella minuscola speranza, contro ogni logica.
Bella quanto il p.o.v. di Sherlock, anzi, forse di più!

Recensore Master
03/10/12, ore 18:21

Sappi che mi hai straziato il cuore con assoluta ferocia ç_ç l'aria pesante che aleggia intorno a John è qualcosa di così... perfettamente reale che mi è venuto da piangere. E' bellissima e ti dilania il cuore in ogni maniera possibile. L'ho amata profondamente, 'sta shot, ecco, solo questo. <3


Jess

Recensore Veterano
02/10/12, ore 17:45

A me è piaciuta molto: le riflesioni di John le senti, sono vere, c'è tanta sofferenza dietro le sue parole e anche quel pizzico di rabbia di chi pensa di essere stato lasciato indietro e tradito dal suo migliore amico.
E' di una tristezza profonda, ma bella!

Recensore Master
02/10/12, ore 15:21

Oddio mio questa fanfic è stata bellissima. Riesco a vedere perfettamente tutto cuò che descrive John attraverso i suoi occhi: la solitudine, rabbia, depressione, paura, speranza... Sì, perchè la speranza, seppure debole, c'è. Lui ha vera e autentica fiducia in Sherlock, lo conosce meglio di chiunque altro, e ha capito che poteva aver preveduto quello a cui andava incontro incontrando Moriarty sul tetto del Bart's. Ma non per questo fa meno male: le sue parole sul tetto, così sicere, commosse, è stata la cosa che ha fatto aumentare la speranza, perchè ha capito che Sherlock non voleva morire, voleva restare, per qualcuno probabilmente, per John, probabilmente.
E' inutile citare pezzi di storia, perchè sarebbe come citarla tutta, ma se devo scegliere la parte migliore è stata quella in cui capisce che ciò che lo legava a Sherlock era un groviglio di sentimenti, troppo banale definirlo con una sola parola. La parte in cui mi hai distrutta è stata invece quando John ammette di piangere ancora per lui, qualche sera, aggrappato con tutte le sue forze alla vestaglia di Sherlock come fosse lui stesso, per non lasciare andare il ricordo. Poverino ç_ç dai John, vieni qui che ti consolo io, nell'attesa che Sherl torna!
Davvero stupenda, esperimento col POV di John splendidamente riuscito, mantenendolo IC per tutto il tempo. Complimenti!
Baci, ross

Recensore Junior
02/10/12, ore 03:03

Sono andata a cercare subito sul Tubo la canzone da sentire mentre leggevo la storia, e ti devo ringraziare una volta di più, perchè sono una grande fan del Boss sin da quando ero piccola ma Wreckin' Ball, come album, me l'ero un po' perso - e invece ora me lo sto riascoltando piano piano. :D
La storia mi ha colpito per molti versi. Se devo cominciare con un'analisi tecnica, lo stile e il linguaggio sono perfetti: limpidi, scorrevoli, semplici nel senso più buono e positivo del termine. Danno una sensazione di genuinità che, in più, si sposa molto bene alla psicologia di John, forse l'uomo meno falso e più incapace a mentire sulla faccia della terra. A tratti è quasi poetico, commovente, realistico fino a comunicare una sensazione di malessere e di tristezza. Ero di buon umore quando ho cominciato a leggere, e ora me ne sto qua a scrivere ascoltando The Ghost Of Tom Joad in loop (penso tu abbia capito il mood XD) con la lacrimuccia agli occhi. Prendilo come un complimento alla tua capacità di generare empatia, ovviamente. :D
(Moffat e Gatiss sarebbero da denuncia al WWF per quello che hanno fatto a John. Qui lo dico, e qui lo ribadisco). (Ah, e dimmi dov'è che posso compilare i moduli per entrare nel GAPR, perchè la terza serie si sta facendo attendere un po' troppo e io sento di aver bisogno di aiuto). ("Dovrebbero davvero fare un gruppo per disintossicarsi da Sherlock Holmes". <---- THIS).
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai dipinto la semi-consapevolezza di John nei confronti del trucco di Sherlock: non dovrei ricordarmi così bene la tua voce, le tue espressioni, il colore dei tuoi occhi, ecc, ecc. - però ci riesco, ed è strano, non è normale... Non voglio sperare invano, però c'è qualcosa che mi dice che ci sei ancora. Ero davanti allo schermo a borbottare: "SI JOHN! Sherlock sarebbe fiero, così fiero".
(Ho già detto che la terza serie ci mette troppo ad arrivare e io penso di aver seriamente bisogno di aiuto? Sì? Parlavo con gli oggetti inanimati anche prima di questa serie, però...)
Poi. Io ho sempre pensato che, nonostante i vari commenti sulla sua lentezza mentale, Sherlock valorizzi e porti in superficie le qualità di John come nessun altro, e annulli quasi completamente il suo senso di solitudine ("Ero così solo e ti devo così tanto"). John è, in fondo, a sua volta peculiare come uomo: è un reduce di guerra in primo luogo, e questo già basta a renderlo diverso e a farlo sentire alienato, ma si trova anche spesso d'accordo con Sherlock su molte cose (chi altro lo fa?), ed è cosciente di non essere "nella norma", come essere umano, sebbene non al livello del suo amico. La nostalgia della guerra, il bisogno continuo di adrenalina, una vita sentimentale estremamente frammentaria... Ho sempre pensato che non sia solo John a far sentire accettato Sherlock, ma anche il contrario, e mi sembra che dalla tua storia emerga questa bella simmetria (ti prego, interrompimi se comincio a dire troppe baggianate), come qui:  Eri una persona così speciale che – e perdonami l’immodestia – per apprezzarti bisognava essere un po’ speciali a nostra volta.
"

"Eri una persona così speciale che - e perdonami l'immodestia - per apprezzarti bisognava essere un po' speciali a nostra volta". John è stato in fondo l'unico fra i conoscenti di Sherlock capace di stabilire un'intesa con lui sin dal primo momento, quando il rapporto era superficiale a dir poco, perchè in fondo, con tutte le varie differenze e diverse scale di valori, loro due sono molto simili. E si sono scelti come compagni (in ogni possibile sfumatura) proprio per affinità elettive, diciamo.
"Non sembravi per niente uno che ha voglia di andarsene". Questa frase mi ha spezzato il cuore. E' vero. Forse, prima di John, di Mrs. Hudson, del rinforzarsi del rapporto con Lestrade, buttarsi non sarebbe stato così difficile - eppure, allo stesso tempo, Sherlock si è buttato proprio perchè aveva cominciato a tenere ad alcune persone scelte con cura. Senza John e gli altri, Moriarty non avrebbe avuto armi, contro di lui: sarebbe finita in un altro modo. Ho sempre immaginato uno Sherlock che piange proprio perchè solo in quel momento si rende conto di quanto quei rapporti gli abbiano fatto amare la vita - ha appena cominciato a stare meglio, perchè in fondo si tratta di un anno di serenità contro più di trenta di solitudine e incomprensione, e deve lasciare tutto questo per il bene dei suoi cari. La disperazione c'è, è vera, lui la sente, ma la domanda è: Sherlock è capace di dimostrarla? Stava fingendo? Fingeva per metà? Ha cominciato fingendo e poi si è lasciato trascinare? Il genio dei Mofftiss si manifesta proprio in questi momenti di ambiguità, secondo me.
...Mio Dio, ho scritto un papiro. Mi spiace - sono davvero  indecente, ma questa storia mi ha preso molto, mi ha fatto riflettere, mi ha proprio trascinato in quell'universo e io ti ringrazio tanto per questo. E' bello fare le tre del mattino in questo modo :D
A presto, e complimenti ancora.

Recensore Master
02/10/12, ore 00:42

Io trovo questa tua shot molto incisiva, ma soprattutto molto toccante (Reichenbach purtroppo è una ferita sempre aperta ç_ç). I pensieri di John sono perfetti: sembra davvero di sentire quello che prova dopo due anni dalla perdita di Sherlock ma soprattutto sei riuscita a renderlo meravigliosamente, senza cadere nell'OOC.  Inoltre, hai un stile che mi piace molto, poetico direi: ci sono alcune tue frasi che mi hanno fatto venire i brividi, giuro! *_*
"Oh, se l'amore si misurasse in risate, quanto ci saremmo amati, noi due!
 Ho usato proprio quella parola e quel verbo? Amare? Si, l'ho fatto.
 Perché, in tutta onestà, non saprei proprio come altro chiamare quello che ho provato per te. 
Quanto lontano ci aveva visto, Irene Adler? Quanto poco lontano ho guardato io, preso dalle mie paure e pregiudizi?
Quello che c'era tra noi prescindeva qualsiasi definizione restrittiva. Tu sei sempre stato oltre ogni definizione, per questo non si può catalogare il sentimento che ci univa. Il groviglio di sentimenti direi, è più giusto."

Ok, potrei citarti tantissimi altri pezzi che mi sono piaciuti, ma questo mi ha colpito in particolare, perché credo tu abbia colto molto di quello che è il vero legame tra loro due. E' fortissimo, incancellabile e qualsiasi definizione non lo spiegherebbe del tutto. Bellissima e veramente coinvolgente, almeno per me. ;)
Alla prossima e ancora complimenti! ^_^