Non so cosa dirti che non abbia già detto e ridetto in presa diretta, quindi forse mi ripeterò, ma non so proprio che dirti oltre al fatto che ho adorato questa storia riga per riga. E quando dico riga per riga intento in senso letterale: sarà merito del tuo stile denso secco asiutto prosiutto, ma in ogni riga c’era qualcosa che mi faceva ridere come una matta.
Adoro questo branco di oche starnazzanti, e mi piace come sei riuscita a fare spiccare le poche dotate di neuroni funzionanti lì in mezzo: Clara (anche se quelle scarpe, cielo, quelle scarpe!) e Veronica, ma anche Ionia. E, inaspettatamente, nel senso che delle altre lo sapevo mentre lei mi ha sorpreso, Lucrezia, che fa onore al suo nome e mi da l’idea di essere una vecchia volpe, astuta e consapevole. Suppongo che farà una pessima fine, ma l’idea che da è che se dopo aver fatto in tempo a vedere l’edizione di Bebe è ancora lì, un motivo ci deve essere.
Poi, a me piacciono i personaggi ben caratterizzati e questa storia si basa tutta sulle caratterizzazioni di questo branco di oche gruppo di ragazze, tutte più o meno simili ma tutte diverse. Veronica Martell è spettacolare, l’hai usata in maniera eccellentissima, è di un’antipatia rara e mi piace un sacco; certo, lei direbbe che non hai enfatizzato abbastanza la sua bellezza superiore (anche se vorrebbe tanto sapere chi ha messo in giro la voce che il culo della Trinket sarebbe più bello del suo), ma tanto lo sai che lei si lamenta sempre. Un’altra cosa che mi è piaciuta tanto è il modo in cui hai mostrato il rapporto tra lei e Clara, il modo in cui traspare uno strano affetto tra loro, sotto le battute al vetriolo. Mi son quasi commossa! <3
Un’altra cosa che ho adorato, adorato, adorato è il modo in cui hai ricostruito, attraverso i discorsi tra il fatuo e il serio delle och… accompagnatrici, la società di Capitol, quella che sta dietro agli Hunger Games: gli intrighi, la vuotezza, l’importanza data a cose stupide, la falsità, l’ipocrisia, con in mezzo personaggi come Clara che non riconosce i punti colore ma vorrebbe lo stilista bravo per avere una speranza in più, la voce che le si spezza davanti alle bare dei suoi ragazzi.
E un plauso all’unica accompagnatrice che aveva un IC da mantenere, Effie, che fa buon viso a cattivo gioco e cinguetta a tutto spiano, riuscendo ad essere carina persino davanti alla mise di Clara e alla raccomandazione di Lydia. Si può dire di tutto ma non che Effie abbia cattivo gusto, insomma, bisognerebbe dirlo a Katniss!
Poi hai messo la giusta dose di momenti esilaranti e parti più serie, che secondo me formano la ricetta ideale per una storia perfetta, esattamente in queste dosi: risate su risate, e sotto il momento serio.
E, a parte tutto questo, questa storia mi ha colpito al cuore per i motivi personali: in ogni frase c’è un’allusione a una cosa successa, a una battuta fatta, alla famigerata Vita Vera. Veronica che punta tutto sugli accessori è una piccolezza, ma una di quelle piccole cose che mi ha fatto awweggiare come una cretina.
Insomma… GRAZIE! Queste accompagnatrici sono MIE tutte MIE in maiuscolo e corsivo, e me le coccolerò sempre! <3 <3 <3
Grazie, grazie, grazie, del passato e del futuro roseo che NON avremo!
Un abbraccio!
P.S. che gnoccolona Effie con l’abito nero, Haymitch è ancora lì che se lo sogna! E il “Colazione da Alice” dev’essere bello, secondo me!
P.P.S. tutte quelle puntate di Project Runaway hanno dato i loro frutti, noto! |