Oh, lieta novella nel mio secondo giorno di influenza! Questa storia ha visto la luce!
Un bel risveglio, non c'è che dire. Sai, quello che mi piace di questa storia, ma si potrebbe estendere alla maggior parte delle cose che scrivi, è la vividezza delle immagini. Incominci a raccontare, e noi siamo lì, su quel campo di addestramento, a sentire il clangore delle armi, le imprecazioni e i gemiti di dolore degli allievi. Me li sono ritrovati davanti agli occhi, Shura il Funereo (ho avvertito un improvviso desiderio di grattare parti intime che non ho) e Camus il Caustico. Brava e carogna come sempre, anche quando fai battute sulla mascolinità di Aphrodite.
E poi, poi... come non amarti, quando sfoderi Danae, le sue torte e i suoi abbracci spezzaossa, o metti in campo Nikolais? il bibliotecario saggio, consigliere e padre putativo di tutti i nostri eroi... è stato bello vederlo un po' in azione, dopo averne tanto sentito parlare. E anche rintuzzare Camus che a vent'anni si permette di bere l'ouzo. Ohibò, dove andremo a finire se anche gli sbarbati gli offrono da bere?
Trovo davvero bello il modo in cui fai emergere i personaggi pian piano, attraverso quello che fanno, il modo in cui dipingi le situazioni e li definisci con una sola battuta caratteristica. Come per Shura, dietro il quale si intuisce un mare di rimpianto dietro una semplice parola.
E si potrebbe dire lo stesso anche per Milo, qui ritratto come un dodicenne irrequieto e in cerca di punti di riferimento. Io non avrei mai pensato che Camus potesse essere più grande di lui, in effetti. Sì, è una licenza poetica, d'accordo, il bevitore di sakè ha scritto che sono coetanei... ma che diavolo, ci sta davvero bene!
Insomma, complimenti a te, IASAS a me, e servici presto il resto della storia. Ora vogliamo sapere come va a finire... |