Recensioni per
Consumato dal tempo
di Mrs C

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/11/12, ore 21:39

Fa male senza sconti questa storia. Fa male perché manca quella rete di sicurezza che tutte le Johnlockiane sanno di avere, perché Sherlock non è morto davvero e tutto il dolore che John prova ha un senso.
Ma non se Sherlock è morto davvero, allora non nulla ha più importanza. La frase che mi è piaciuta di più e che, paradossalmente mi ha fatto più male, è quella in cui fai capire che John non si suicida solo perché sarebbe tradire Sherlock e in un mondo che ha già dimenticato, se lui se lo facesse, non resterebbe più nessuno a ricordarlo ed è questo l'unico motivo per cui vive, anzi sopravvive, perché questo non è vivere.
L'incontro con Mycroft, quella storia che non c'è, perché non può esserci, non poteva che essere così ed è perfetta nel suo dolore, perché anche illudersi che gli occhi di Mycroft siano quelli di Sherlock sarebbe un po' come tradirlo.

Recensore Veterano
16/11/12, ore 10:19

Allora, eccoci qua. L'ho letta varie volte per essere sicura di assorbire bene, benissimo, tutta la parte dell'accenno di Johncroft, e per poter morire meglio ogni volta, visto che non ero soddisfatta di come ero morta precedentemente.
Che dire, Jess? Potrei andare a ripescare una qualunque recensione che ti ho fatto e fare copia/incolla eterno, perché la mia opinione è sempre quella. Sei eccezionale. Incredibile. L'emozione violenta che mi ha dato quel dialogo tra John e Mycroft, calato in una scena descritta alla perfezione (il senso di freddo metereologico, il thè, la barba appena accennata di John), è una cosa  che mi ha fatto accapponare la pelle. Ha un un modo poeticamente disperato di mettere giù le cose, ma con una contemporanea dolcezza che lenisce un po' il male. Non per questo le lacrime sono meno dolorose. Amo il tuo modo di scrivere e sempre lo amerò, lo sai. Sei incantevole.
Un abbraccio forte

Recensore Junior
15/11/12, ore 19:11

Argh. Sapevo di non doverla leggere!
Le angst mi devastano troppo, perciò dopo averti lasciato un commento tornerò a pascolare nel fluff e nel pOrn, miei abituali habitat. *Si sente un po' Piero Angela*

Anyway, devo dire che le Johncroft mi hanno fatta sempre storcere il naso, sarà perchè Greg è troppo adorabile per stare da solo/finire con Anderson o chiunque non sia Myc, sarà che Sherlock lo vedo vivo e sempre con John...ma questa volta ho trovato piacevole leggere di un loro (tentato) avvicinamento.
La maniera in cui hai mosso entrambi i personaggi è stata impeccabile, nulla sarebbe stato più fastidioso che un approccio forzato di cui, purtroppo, ho avuto modo di leggere in altri lidi. Perciò congrats!
Bello anche l'utilizzo dell'anziana signora che, lo ammetto, fino all'ultimo speravo fosse il nostro Detective con indosso un bislacchissimo travestimento. (Il tuo sadismo ha distrutto le mie speranze T_T) Così come l'utilizzo della frase "è consumato dal tempo".
Avevo inteso non fosse casuale quella ripetizione, tuttavia è stato un bene leggere nelle note che non stessi immaginando robe xD

In sintesi, davvero una oneshot ben scritta e "piacevole", per quanto possa esserlo un'angst con Sherlock definitivamente deceduto.

*singhiozzi isterici in sottofondo*

Alla prossima!

Recensore Master
15/11/12, ore 15:45

Direi che la parte peggiore di questa storia secondo me è sapere che Sherlock è morto davvero. 
Mi è piaciuto il confronto tra Mycroft e John. Ed è stato poi ancora peggiore sapere che quella sarà l'ultima volta in cui John vedrà un Holmes.
Perchè l'angst è bello da leggere quando c'è un lieto fine, o quando il lieto fine è sottinteso - il ritorno di Sherlock, nella maggior parte delle storie, è ovvio, anche se non scritto, e allora per quanto possa farti stare male l'angst sai che finirà bene -, ma quando sai che non c'è un lieto fine leggerlo è terribile. E naturalmente poi ti ritrovi storie del genere che è impossibile non leggere, perchè sai che per quanto possano far male, sono stupende, e allora leggerle diventa naturale, una dolce tortura.
Mi piace molto il modo in cui scrivi, sappilo. Perchè sento qualcosa di tuo nella storia, e non capita con tutti gli autori.
Baci, ross

Recensore Master
14/11/12, ore 13:17

Cioè.. già Blue Parrot mi ha messa in ginocchio e poi ti ci metti pure tu a darmi il colpo di grazia? **si lamenta e dondola tenendosi le ginocchia**
Ti pugnala dentro e il dolore di John è così forte che ti mette completamente a terra.. Non sono per la Johncroft (MAISIA!) e mi fa piacere che si sia poi evoluta così.
Leggiamoci un po' di fluff e cerchiamo di superare tutto ciò **abbraccia**

Recensore Master
14/11/12, ore 09:56

Innanzitutto ti dico che sono invidiosa perchè nella tua storia si vedono le accentate e da me no!! *mette il broncio* dovrò capire che problema abbia EFP con me... *shakes fist* Poi, perché AU? Perchè John sa che é morto per lui? Perché Myc gli dice che ha promesso a Sherlock che si sarebbe preso cura di lui? Tolti questi, per altro piccoli, dettagli, nemmeno ci si accorge che é un'AU. Anzi, sai che ti dico? Mi dimentico proprio della tua nota perché.... FA GIÁ ABBASTANZA MALE COSÍ LA TUA STORIA E MI RIFIUTO DI CREDERE CHE SHERLOCK SIA MORTO E CHE JOHN NON RIVEDRÀ MAI PIÚ NÉ LUI NÉ MYC!!! Sono stata spiegata?!? ^____^ Insomma, io ho deciso che la vecchietta é Sherlock, quindi basta!! :p Finiti i miei sproloqui, veniamo alla recensione vera e propria. Sono lieta di avere contribuito anche in piccola parte alla creazione di questa gemma. É triste dirlo, ma adoro esplorare i sentimenti (devastanti) che pervadono John dopo il suicidio. É stato bello leggere di come Londra piangesse, a volte di piú a volte di meno, il dolore di John. É stata bella la metafora (io almeno l'ho vissuta cosí) del viaggio senza meta in metropolitana, interpretandola come il viaggio che John deve ancor ultimare per trovare la pace interiore. Sono stati belli i dettagli, sempre curati, tipo il gocciolare di John sul pavimento del pub, la tazzina/il piattino, l'ombrello non piú in buono stato... La scena Johncroft della carezza appena accennata è stata un tocco di delicatezza estrema, perchè lì il mondo si è fermato. Ho percepito proprio la stasi di ogni cosa attorno a quel gesto, respiri inclusi. E quando John piange accettando finalmente l'ombrello e fai l'errore di intravedere un barlume di speranza, ecco che ti arriva la mazzata finale: le note dell'attrice!! Ma si puó mettere angst anche nelle note?!? ^__^ mi rifiuto di pensare a Sherlock morto per davvero, ribadisco. Tanto il dolore di John è genuino uguale. Proprio come in altre fic, o no?!? Ogni riferimento é puramente casuale!! E niente... Ora che mi hanno dedicato una fanfic posso morire in pace perchè mi sento realizzata... *fischietta* Da ultimo, ti bacio e mando altri cioccolatini <3 Cri

Recensore Master
14/11/12, ore 00:28

Questa storia mi ricorda un po' un verso di "Streets of Philadelphia" - stupenda canzone vincitrice di un meritato Oscar - che dice: I walked the avenue 'til my legs felt like stone / I heard voices of friends vanished and gone / At night I hear the blood in my veins / Just as black and whispering as the rain...
Pure la canzone era un tantino Angst. Non capisco perché ogni tanto vi venga voglia di uccidere Sherlock per davvero, ma la storia mi è piaciuta, anche se preferisco la versione canon col suo ritorno. Mycroft un po' lo capisco, chi nona vrebbe voglia di consolare John? Non so se suo fratello intedesse proprio quel tipo di consolazione, ma...
Visto che preferirei ti asciugassi le lacrime, ti sconsiglio di ascoltare la canzone, però ti faccio i complimenti per la shot. ^_^
Alla prossima!
Sara

Recensore Junior
13/11/12, ore 23:22

Ma una mano forte lo ferma prima che riesca e imboccare l'uscita, e John è pronto a caricare un pugno e ad uscire dal locale a forza, se serve. Però si blocca, lì dov'è, quando un'altra mano gli sfiora la guancia che friziona piacevolmente con la sua barba appena accennata. John guarda Mycroft negli occhi, e il suo respiro caldo gli solletica la pelle. Non sono mai stati così vicini. John vorrebbe allontanarsi ma la luce di quei colori chiari gli ricorda altro. Iridi tanto fredde da far male al cuore, e così calde da farlo battere un po' più forte.
Si chiede se sarebbe poi tanto sbagliato dimenticarsi di tutto e illudersi che quegli occhi siano di qualcun altro.


Questo pezzo racchiude la Johncroft, sai che a me non piace e che solo a sentirne parlare mi si rizzano i capelli ma ogni cosa che scrivi non posso non leggerla e cosi mi sono fidata e ho fatto bene. Non so se era questo il tuo intento ma è qualcosa di cosi delicato, cosi attento che non disturba, che non rovina nè il dolore di John e nè questa apatia che si porta dovunque. Ad un certo punto mi sono sentita addirittura rincuorata del fatto che Mycroft ci fosse, pur essendo un riflesso del fratello, per un attimo. Ti ho già detto che sei molto profonda ed entri in punta di piedi per restarci e lo ribadisco. Ho trovato il pov di John azzeccato, pregno di angst, doloroso ma necessario. La signora che gli presta l'ombrello è stato un tocco che chiude un quadro perfetto, quegli occhi celesti, felici e pieni di vita in contrasto con John che di vita non ne ha più. E' un paragone fantastico che accentua ancora di più il suo isolamento. Ogni volta cerco di esprimere a parole quello che il tuo angst mi fa e ogni volta puntualmente rimango a corto di parole. Io amo il tuo modo di scrivere l'angst, oserei dire che lo preferisco al fluff, nonostante anche quello mi piaccia da morire. Ti sento molto di più con l'angst, più aperta, più profonda, piena di sentimento, di passione. Il Johnlock è bello sempre, anche quando reca cosi dolore e anche quando Sherlock non c'è più, perché la sua anima va in giro lo stesso, è come se John fosse l'involucro, il corpo in cui cammina l'anima di Sherlock, anzi forse di più, in cui la sua anima e quella di John stesso si combattono per poi combaciare e unirsi insieme.


GH

Recensore Veterano
13/11/12, ore 21:40

*inserire gif di Stitch che piange sotto la pioggia*
E io che temevo per la componente Johncroft... Povera illusa che sono stata XDD Paradossalmente mi avrebbe fatto meno male un Johncroft meno velato e leggermente più intenso che non questa mazzata di angst, sul serio.. Io sono senza parole.. Ho provato le stesse, devastanti, sensazioni che mi hai dato con "Io che non ho mai smesso" e tu SAI quanto quella shottina mi abbia fatto male, soprattutto quella sera e soprattutto alla luce di quello che ci eravamo dette quel pomeriggio. Ecco, prendi quelle sensazioni li e moltiplicale per 10 almeno perché qui si sente non solo il dolore, atroce e lancinante, di John, ma anche quello di Mycroft. Sul dolore di John penso di aver versato con te un fiume di parole: ti ho detto mille volte quanto io ami il tuo modo cristallino e incredibilmente reale di descrivere il dolore di John e anche qui non sei venuta meno, anzi se possibile qui ne hai dato un ritratto ancora più vivido e potente, perché si tocca con mano il baratro in cui è precipitato e dal quale non riesce a uscire.. E' questa la cosa che mi ha distrutto nel leggere questo John, ed è la stessa cosa che mi ha distrutto nel leggere "Io che non ho mai smesso" e penso non sia un caso che il tema del gelo e del freddo torni prepotente anche qui.. Tu hai la magia tra le mani quando descrivi John e il suo calvario dopo la morte di Sherlock, ma questo lo sai e te lo ripeterò fino alla morte.
La cosa interessante di questa one shot è proprio Mycroft: tu sai quanto a me piaccia Mycroft, io lo adoro come personaggio anche se in Reichenbach ha fatto ciò che ha fatto.. E le parole rabbiose che John gli rivolge, nonostante mi abbiano fatto un male cane, purtroppo sono le stesse che avrei detto anch'io. Io sono profondamente convinta del fatto che Mycroft ami moltissimo suo fratello, anche se appare glaciale e non lo sa dimostrare, e nessuno si ferma ad analizzare il suo dolore e il suo senso di colpa dopo il finto suicidio di Sherlock. A maggior ragione in questa one shot in cui Sherlock è davvero morto, il tema del dolore di Mycroft è quasi più interessante di quello di John perché gli grava tutto sulle spalle: è colpa sua, non solo l'aver rovinato la reputazione e la vita del fratello per mesi, ma anche la sua morte reale ed effettiva. Ed è un peso davvero troppo pesante per un fratello da sopportare. John ha perso la sua anima gemella ed è una cosa che ti devasta, ti desertifica l'anima, ma Mycroft ha perso il sangue del proprio sangue e tutto per colpa sua. Ecco questo aspetto mi intriga moltissimo ma raramente viene analizzato perché Mycroft è difficilissimo da muovere e spesso si preferisce evitarlo. Tu invece hai avuto il coraggio letterario di trattarlo, trattare il suo dolore e farlo emergere nel migliore dei modi, cioè sottile ma lancinante, come quella mano calda ma al tempo stesso troppo gelida che si posa sulla guancia di John e che non tornerà mai più li. E anche questo graverà sulle sue spalle ancora una volta: il non riuscire a salvare non solo suo fratello, ma anche la persona che suo fratello amava. E c'è una grandissima tragedia in questo (cit. inversa because of reasons XD)
Io davvero non so in che altro modo esprimermi tutto il mio amore infinito e la mia adorazione per te, non solo come persona ma anche come scrittrice: te l'ho detto che per me sei the number one e ogni volta che pubblichi qualcosa hai il potere di lasciarmi senza parole e confermare questa mia idea. Cosa penso del tuo stile superbo lo sai, non serve che mi dilunghi, l'ho già fatto abbastanza come mio solito XD Semplicemente io ti amo. Punto: <3

Recensore Master
13/11/12, ore 21:22

Te l'ho detto e te lo ripeto: il tuo angst è Dolore Buono. Dolore, perché vedere John che soffre ti dilania l'anima e ti chiedi quand'è che finalmente potrà trovare un pò di sollievo povero cucciolo; buono, perché scrivi in maniera meravigliosa ed è un piacere leggerti, sempre e comunque. In questo caso, Sherlock se n'è andato per davvero e John non potrà avere il suo miracolo, perciò è ancora più straziante...però quel piccolo raggio di sole finale mi ha riscaldato il cuore e non so, mi ha dato quel pizzico di speranza che era giusto ci fosse. E il Johncroft non mi è dispiaciuto *si prepara per il lancio dei pomodori* perchè io amo Mycroft e alla fine, in qualunque salsa me lo metti, a me piace sempre. E poi boh, non so dirti perché, ma mi è piaciuta e basta. Sei davvero profonda e poetica e questa shottina ne è l'ennesima prova. Se non ti rompe la monotonia di questa parola, te la ripeto ancora una volta: BRAVA!  ;)
Ti abbraccio forte cara *w*

Recensore Master
13/11/12, ore 20:23

Io, io sono appena tornata a casa. Ho letto questa cosa ed è tornata mia madre, proprio mentre la finivo. E non posso piangere, ora proprio non posso.  Mi rintanerò in camera mia, più tardi, e piangerò. Lo farò sicuramente. Perché questa è troppo. Forse, perché è un periodo particolare anche per me. Forse, perché John in questo stato mi fa sempre male come se fosse la prima volta. Forse perché , in un piccolo angolo di me che non svelo a nessuno, adoro Mycroft. Lo adoro perché non penso che il suo rapporto con Sherlock sia così a pezzi, lo sai. Lo adoro, perché sono sicura che si prenderebbe davvero cura di John. Ci proverebbe. Perché sembrava che stesse lottando con se stesso e si sarebbe rotto da un momento all'altro, come la porcellana. 
E' splendida, davvero. Per questo ti dico sempre che voglio leggere qualcosa di tuo. Perché ogni volta che leggo si stacca un pezzetto di cuore.