Buona domenica a te!
Allora, la prima cosa che ho pensato nel vedere questa poesia nell'elenco delle altre è che dovevo leggerla per la sua aura di mistero (come dice il titolo, per l'appunto) che l'avvolgeva e attirava a sè, perciò eccomi qua, felice di averla letta e di recensirla adesso.
Sì, hai capito bene, sono felice, perché non mi ha deluso.
Nella tua piccola poesia hai saputo rendere l'introspezione di un'anima che sfugge dal mondo, che corre solitaria verso un luogo che ormai non le è estraneo vista l'abitudine e ulula contro (verbo appropriato vista la circostanza) tutto pur di raggiungere i suoi scopi, ormai egoistici e personali che vuole realizzare.
L'ambientazione che hai descritto tu - oscura e tremendamente piena di cupezza - si staglia perfettamente con ciò che hai scritto tu, in quanto rappresenta una sorta di malinconia rabbiosa che caratterizza sia un'anima solitaria e rancorosa, sia una sorta di animale, come il lupo, mi viene in mente.
Se all'inizio c'è una sorta di tranquillità apparente del protagonista della poesia, poi lui si scatena correndo verso il buio che la foresta spande e nasconde di conseguenza, in quanto nessuno può sapere realmente cosa riserva il proprio futuro.
La solitudine è una brutta bestia da affrontare e se non si uccide ogni momento che appare, si diventa una bestia che si sostituisce all'anima stessa, che mangia il cuore e la mente in sè: è questo un finale che lascia con il fiato sospeso, proprio perché la vita è qualcosa di imprevedibile e che viviamo ogni giorno, con sorprese.
Se quest'anima è diventata arrendevole è colpa di qualcosa, sperando che la sua condizione non degeneri troppo, sperando oltretutto che l'essere padroni del proprio destino non sia una situazione perenne, anche se fondamentalmente qualche pregio ci sarebbe.
In sostanza, credo sul serio che tu abbia scritto qualcosa di intenso seppur la brevità e ci sia un'introspezione forte e davvero interessante, quindi complimentissimi per la tua poesia e per il tuo progetto assolutamente ben riuscito, che ho apprezzato.
Un abbraccio,
Watashiwa
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