Bellissima.
Potrei concludere la recensione con quest'unica parola, e sarebbe già rappresentativa di quello che è la tua storia.
Corta, ma incisiva e chiusa. Ha una situazione iniziale, ha un culmine, ha uno sfumo finale.
Una struttura ad anello perfettamente appagante, che non lascia né vuoti né punti in sospeso. E' completa.
Il caos iniziale, il capovolgimento centrale, la disperazione finale. E' un climax in entrata, è un climax inverso all'uscita. E ribadisco che è difficile incastrare questo tipo di struttura circolare in così poco spazio.
Il tuo stile la rende inoltre immancabilmente piacevole e leggera da leggere. Sembra una poesia nella prosa, soprattutto all'inizio. Lo stile è sciolto, si attorciglia in ghirigori e poi si stende di nuovo, non si inceppa ma si snoda, corre veloce all'inizio, e si blocca alla fine, rallenta, respira.
Volendo poi parlare delle espressioni che usi, credo che diano una connotazione piuttosto realistica al momento che descrivi. Non sono idealizzate, sono anticanoniche (e questo è un aspetto che apprezzo sempre moltissimo). Un esempio:
Il templare non sembrò nemmeno sentire il rumore mentre la lama che gli apriva un nero squarcio nella tunica.
Credo che tu sappia cosa il lettore medio si aspetti al posto di quel "nero".
So che sembra una sciocchezza, ma è un esempio di scelta di terminologia che, secondo il mio modesto parere, contribuisce a creare una resa realistica. Una resa realistica che però, nel suo insieme, non ha tratti eccessivamente duri. E' sfumata, incorniciata in un alone, in quel lampo di luce bianca.
Volendo poi parlare dei contenuti, posso dire che questa scena mi ricorda tantissimo l'episodio di Tancredi e Clorinda della Gerusalemme Liberata?
Sembra quasi che il riferimento sia voluto, poi magari non ci avevi nemmeno lontanamente pensato. Comunque prendila come un complimento, eh, perché è la parte del poema che mi è piaciuta di più. Non per niente questo tipo di fraintendimento amoroso è diventato un topos, perché caratterizzato da un dolore lacerante e frustrante in quanto perfettamente evitabile.
Ma sto divagando. Il punto è che, penso che tu abbia rappresentato in un colpo solo tutti i sentimenti che Altaïr prova verso Maria: un amore non sereno, ma dilaniante, straziante, combattuto (banalmente, Maria è un Templare). Un amore così pieno di bianchi e di neri che sembra destinato a cadere in disgrazia, pur essendo stato intenso e impetuoso. Ma nello stesso tempo è un amore forte, tenace e, nei suoi momenti di quiete, incredibilmente tenero.
(Io penso che Maria sia una donna impressionante, un personaggio originale e interessantissimo. Beh, pareva ovvio che uno come Altaïr non si innamorasse di una donna comune).
Ma l'essere combattuti non è un sentimento nuovo ad Altaïr, in realtà anzi la sua giovinezza è costellata da momenti di indecisioni, soprattutto nei confronti dei Templari, che sembrano avanzare tesi di uguale validità a quelle degli Assassini.
Tutto questo noioso resoconto per dire due cose: l'IC perfetto del protagonista, e la scelta di narrare un episodio perfettamente rappresentativo dell'intera storia di Altaïr e Maria, quasi fosse un presagio, una profezia.
Un emblema.
Direi di concludere con un'unica postilla, che però non mi sento di trascurare.
Io amo tantissimo la coppia Altaïr / Malik, ma nello stesso tempo adoro anche Altaïr e Maria insieme (e anzi mi spiace che ci siano così poche storie su di loro).
Sinceramente non ho mai pensato di indire una crociata contro questo pairing (nè contro qualsiasi pairing che non mi piaccia o che "accoppi" Altaïr con qualcuno che non mi sta a genio, figuriamoci contro uno che mi piace), non vorrei però che fosse il contrario.
Un pairing non esclude un altro, possono benissimo convivere. E' stupido negare l'Altaïr / Maria, figuriamoci, è una coppia canonica! Ma se non si può scrivere sul proprio pairing preferito, sia pure il più improbabile che esista, che senso hanno le fan fiction? ;)
Ri-concludo con la speranza che tu scriva altre storie su Altaïr e Maria, perché questa era davvero stupenda.
A presto, spero!
Silvar. |