Recensioni per
Cento passi
di Keiko
Che storia delica e bellissima! Non leggo moltissimo su questo fandom (mio figlio è ancora piccolo, ma prima o poi lo inizierò alle fanfiction. Soprattutto se sono meglio dell'originale), ma ti ho trovata tra gli autori preferiti della mia preferita e ne valeva davvero la pena. Ho amato molto il modo in cui hai descritto avvicinamento e distanza e il perfetto IC. Complimenti! |
Io avrò molte difficoltà a strutturare un commento decoroso - ed è dunque probabile che vi provveda in più tempi. |
Salve!
Mi è piaciuta questa descrizione iniziale della tortura inflitta alla povera Hermione; l'ho trovata vera e intensa. Lo ammetto: ho un debole per tutto ciò che ha a che fare con il corpo umano ^^... e perciò il sangue, la carne lacerata, ma anche gli occhi terrorizzati di Draco, mai come adesso indifesi, trasparenti: rivelano la sua anima, vulnerabile quanto quella di lei. Fratelli nella paura, in questo momento, dopo essere stati nemici per tanti anni. La guerra cambia le persone, non c’è altro da dire. Tira fuori, a seconda dei casi, il meglio o il peggio. Da alcuni spreme un coraggio insospettato, da altri solo una paura paralizzante. E davvero non si può biasimare nessuno solo perchè ha paura, come Draco, nel momento in cui realizza di trovarsi senza armi ed è preso dal panico. E mi è piaciuto quando, assistendo alla tortura, mette per la prima volta in discussione i suoi ideali, chiedendosi dove sia la fantomatica differenza tra il suo sangue e quello di Hermione: è il momento in cui si scopre a provare pietà per lei, come un vero assassino non potrebbe mai fare. Ecco cosa distingue il piccolo Malfoy dai veri Mangiamorte, da coloro che sono assassini di professione dentro, nell'animo.
Diciamo che, se c’è qualcosa di buono nella guerra- ok, questa probabilmente è una blasfemia e io comunque non so niente della guerra, per fortuna ^^ - sta nel fatto che riunisce tutti i nemici di un comune nemico: tutti in guerra smettono di farsi del male per coalizzarsi e fare fronte comune contro il pericolo maggiore.
Eppure la guerra è un gioco di equilibri precari, in cui, come in questo caso, sfuma il confine tra le parti, tra il giusto e lo sbagliato: ti ritrovi a combattere, come fa Draco, senza più sapere perché lo stai facendo e da che parte stai.
E lui, lo sprezzante Purosangue che fino a qualche mese prima non si sarebbe degnato di rivolgere una parola gentile ad Hermione, si ritrova a sollevare il suo corpo tra le braccia, a essere Schiantato per colpa sua, a proteggerla dalle grinfie di Greyback, allacciando la sua mente alla sua in un dialogo silenzioso che non ha bisogno di parole- a proposito, mi congratulo con Draco per la sua abilità come Legilimens, non vorrei sembrare antipatica ma mi viene da dire: finalmente eccelle in qualcosa, oltre che nelle frecciatine della sua lingua forcuta :D
Infine, quella carezza che lascia stupiti entrambi, che mostra chiaramente come tutto possa, da un istante all’altro, cambiare. E niente è dato per scontato.
Come hai notato, più che il pairing mi ha interessato il sottofondo della tua storia, lo scenario precario in cui si muovono i personaggi. Vorrei solo segnalarti un "avevano" al posto di "aveva" in:
"Il pianto solitario di Hermione, sulle scogliere della Scozia, non l’avevano riportato indietro." Buon lavoro e alla prossima! :) |
C'è un tratto fondamentale che hai colto in Draco ed Hermione, nonché in tutti gli altri personaggi citati: la fragilità della loro eta'. |