Oh, mi piacciono tanto i racconti fotografici. Il tuo lo è, in un certo senso.
Troviamo l'Harry che avevamo lasciato tra le begonie all'inizio del quinto libro della serie, con il caldo, la solitudine e quel nervosismo palpabile che gli impediva quasi di ragionare lucidamente e di capire che, nel silenzio dei suoi amici, si trovava solo la volontà di proteggerlo.
Nel tuo racconto, che ritaglia efficacemente un momento di quella afosa solitudine nel pomeriggio d'agosto, lo ritroviamo così, disteso e confuso, con i pensieri che scivolano insieme alle parole di una canzone in lontananza.
Nella loro semplicità e nella loro "trama-non-trama", i racconti fotografici mi sono sempre piaciuti. Il tuo, molto!
Mormorius
PS
Ah, e comunque sono una ragazza ^_^
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