Ciao Gaia,
ultimamente sto saltellando un po' nella sezione Storica e, in particolare, mi sto interessando al periodo Tudor. Ho letto questa storia e, solo alla fine, mi sono resa conto che eri tu l'autrice.
Henry VIII non è uno dei miei sovrani preferiti – al che tu potresti giustamente chiederti perché io abbia deciso di leggere la tua storia. Semplicemente perché l'introduzione aveva violentemente calamitato la mia attenzione – ma devo ammettere che questo tuo scritto è molto interessante.
Tanto per cominciare, ho apprezzato la struttura di questo raccolto, il voler dividere le scene in piccole parti, soffermandoti con attenzione su frammenti della vita del re e mostrandoci le sue emozioni e i suoi pensieri.
Saltando un attimo la prima parte – giuro che ne parlo dopo –, ho visto la cura che hai utilizzato nell'analizzare l'uomo. E la contrapposizione tra Catalina e Anne appare evidente: se la prima era pronta ad inginocchiarsi, a soffrire in silenzio pur di compiacere il suo sovrano e marito, Anne era uno spirito ribelle, pronta a lottare per le sue ragioni. E questo, mi pare di aver intuito, è stato qualcosa che ha affascinato Henry.
Sicuramente hai messo ben il luce il suo carattere egoista e apparentemente superficiale. Lui che tanto si proclamava innamorato di lei, l'ha lasciata morire da sola, strappandole brutalmente la vita e la speranza di essere risparmiata. Il senso di colpa che Henry prova è lacerante, acuito dal fantasma di Anne che lo tormenta da allora.
Dico apparentemente superficiale perché, anche c'era già Jane, lui aveva ancora nella testa la seconda moglie.
Interessante è la contrapposizione tra le due Anne, a sottolineare, ancora una volta, come Henry sia ossessionato da colei che lo ha stregato e che non possa fare altro che confrontarla con le altre. Lo fa persino con Catherine e il risultato è penoso. Mi sono chiesta se non abbia scelto di sposarla non solo perché gli ricordava Anne ma anche perché gli ricordava un altro tempo, dove lui era giovane e in salute.
La parte finale si ricollega alla prima, come a chiudere un cerchio: Henry, alla fine della sua vita, non solo si rende conto dei suoi errori – il fantasma di Anne è un monito per non scordarli – ma anche per accorgersi che quelle che sono venute dopo Anne, sono state solo dei tappabuchi e che non l'avevano affatto sostituita.
Davvero una bella storia, mi è piaciuta molto.
Alla prossima,
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