Pensa, era tanta la voglia di leggere questa storia, che la dedica l'ho vista solo in un secondo momento. WAAAAA è dedicata a meeeee! *^* *saltella felice*
Ora che ho letto, mi ci vorrà un po' a riprendermi. Metto ordine ai pensieri e comincio.
Quando si parla delle George/Angelina, esistono due visioni, fondamentalmente; la prima, quella ottimistica, che parla di come due persone si siano avvicinate per via dello (quasi) stesso dolore, e abbiano finito per innamorarsi; la seconda, quella cinica e cruda, che parla di come due persone NON abbiano superato la perdita e si siano avvicinate facendosi del male a vicenda, senza forse nemmeno desiderare di far cessare il dolore. La tua è una via di mezzo, e ora mi spiego. Nella tua, dalla metà in poi, trovo la prima visione: George, alla fine, trova dentro di sé la voglia di andare avanti, accorgendosi finalmente di non essere l'unico a soffrire, mentre nella prima parte non c'era nemmeno la volontà di soffrire di meno. Tra le tante cose che mi hanno colpito, c'è un passaggio che è come uno schiaffo: sai, il flashback, quando George urla ad Angelina di non piangere abbastanza per Fred? Ecco, quello. Perché è così vero: spesso agli occhi di chi rimane, andare avanti sembra un'insulto alla memoria di chi non c'è più, e ho adorato come tu abbia accennato a questa dinamica.
Il tuo George post-Fred è un po' diverso da come lo immagino io, ma è solo perché sono molto più pessimista; la verità è che anche il tuo è perfettamente in linea con il G Rowliniano e il dolore di cui tu parli, il modo di affrontarlo, sono tutti elementi credibili e plausibili.
Era più facile fingere di continuare a vivere, piuttosto che farlo davvero.: ecco, questo è la chiave di tutto, no? Questa non voglia di affrontare il dolore, la ricerca della via facile.
In fondo George era in punto di morte da quando rimasto solo.: già.
George sentiva quelle parole, le avvertiva nella mano di Lee che gli stringeva la spalla o nel braccio di Charlie che lo sosteneva, le percepiva negli sguardi che incrociava, appena prima che quelli fuggissero il suo.: questo passaggio è stupendo.
E insomma ho avuto il magone per tutta la shot. Fortuna che mi hai piazzato un lietofine, altrimenti sarei morta, sai? Lietofine che mi ha colto di sorpresa, comunque, perché non me l'aspettavo, ma ne sono felice. Anche George merita di trovare la sua serenità.
Ah, ho adorato l'incipit - che trovo verissimo - e la chiusa - che trovo altrettanto verisssima.
Ma 'sta recensione ha senso? Si capisce che ho amato la storia? Che è stata un insieme di emozioni fortissime? No, perché mi sembra più che altro di aver parlato a ruota libera, senza freni, senza organizzare in maniera ordinata la recensione. Mi perdoni?
Giusto per essere rindondanti: ottimo lavoro, come sempre.
A presto,
Cri
p.s Giusto perché rompo:
“Non stare bene non è sinonimo di piangersi addosso.” lui a...: qui lui andrebbe con la maiuscola, perché è l'inizio di una nuova frase, non il solito "disse/rispose/ecc" (uh, adoro questo passaggio).
p.p.s: ah, già, sei ufficialmente negli autori preferiti. Non ho letto tutto di tuo, ma ogni cosa che ho letto mi è piaciuta a livelli che rendendo quest'azione naturale.
p.p.s: benedetto il giorno in cui mi hai scelto come giudiciA sostitutiva <3 (Recensione modificata il 14/12/2012 - 04:32 pm) (Recensione modificata il 31/08/2013 - 09:46 pm) |