Giudizio per il concorso "Tra le calli di Venezia", Miglior Venezia introspettiva.
C’era una volta - mamie
57/65
Aspetto stilistico: 8
Stile decisamente buono, personale ed espressivo. L’uso del presente affiancato a quel “c’era una volta” l’ho molto apprezzato, come ho apprezzato la cura con cui hai scritto questa breve storia o più che altro: questo breve spaccato di una città che vive tra le tue righe. Scorrevole e fluida, solo certi punti li ho trovato un po’ “calcati”, se così si può dire, però anche se hai usato uno stile elaborato non hai rischiato quel che capita spesso con questo tipo di scrittura: cioè nascondere in realtà una vuotezza di significato. No, il significato emerge ed è interessante e coinvolgente.
Lessicalmente parlando fai ampio uso di uno spettro di aggettivi e di figure retoriche mai eccessivi, ben inseriti nella narrazione. È un tipo di scrittura pregevole che ho sinceramente apprezzato. L’inserimento di citazioni in corsivo non spezza il racconto, né risulta artificiale: in un certo senso rende ancora più nostalgica la voce narrante.
Aspetto grammaticale, ortografico e sintassi: 10
Non ho ravvisato nessun errore né di grammatica, né di ortografia. La sintassi è più che rispettata, le frasi si amalgamano bene per tutto il racconto grazie anche ad una buona punteggiatura e la disposizione dei paragrafi.
Originalità: 7
Un punto un po’ più basso perché faccio il confronto con altre storie che hanno raccontato vicende e costruito personaggi, quindi risultano più dinamiche rispetto ad uno spaccato introspettivo come questo che non brilla come originalità. Ma come ho scritto anche altrove: l’originalità non è tutto e nella resa della città e delle emozioni che traspaiono sei stata molto brava e originale a tuo modo.
Caratterizzazione dei personaggi: 8
Ho preso Venezia come personaggio, altrimenti non avrei saputo di chi parlare, dato che non ci sono personaggi veri e propri, il voto sarebbe andato come “non classificato”, invece, a quanto ho capito io, poi dimmi se mi sono sbagliata, è Venezia l’indiscussa protagonista di questo racconto. Venezia, città di gatti, di gondole e canali, in cui non ci si perde nonostante i dedali d’acqua che l’attraversano, Venezia come un miraggio, meraviglia dell’anima, per citare tue parole. Molto bella l’immagine che ne dai, sfuggente e intensa al tempo stesso.
Aderenza alla sezione scelta: 10
Direi perfetta aderenza alla sezione scelta: l’introspezione è calibrata per far emergere la città. Scrivi che sono pensieri affastellati e buttati giù di getto come in un disordinato diario, beh, nel suo disordine hai dato coerenza e coinvolgimento, quindi complimenti.
Uso Venezia: 10
Forse Venezia è fin troppo descritta con uso di molte figure retoriche; in certi punti, come ho scritto, mia personalissima sensazione, hai “calcato” un poco, però, ribadisco, non c’è pesantezza. Tutto scorre fluido come i pensieri, come l’acqua che circonda la città. Venezia è viva e bellissima, si riesce a percepire attraverso le parole: è una delle più belle che ho ricevuto per questo concorso. Una frase che mi ha particolarmente colpito (tra le tante) è questa: È un pezzo di terraferma divelto e posato sulla laguna, il gioco di un bambino che si crede grande.
Giudizio personale: 4/5
Veramente una bella storia, bella da leggere e da cui farsi quasi “ninnare” dalla voce narrante, dolce e nostalgica, mi è piaciuta e ti faccio i miei più sinceri complimenti.
|