Recensioni per
Ero, l'innocenza fatta a persona.
di PApple95

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : -1
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Nuovo recensore
12/01/13, ore 00:12

Salve PApple95
ora che ci siamo scaldati con la prima recensione ti propongo la seconda, sempre cinica e veritiera.

[…]stavo iniziando a sfilare, con malizia, le autoreggenti.[…]
E ancora una volta l’errore del raccontare invece che mostrare; ti costava tanto far vedere la malizia invece che buttarla lì sulle pagine senza dare nemmeno un po’ di vita alla scena?
Secondo te chi legge questi racconti erotici/soft-porno?
Ragazzini strani che preferiscono la masturbazione a lettura piuttosto che a video! Questi poveri ragazzini ne avranno viste tante nella loro vita, bullismo, discriminazione e varie umiliazioni, vuoi essere proprio tu quella che gli rovini i pochi momenti intimi e di scoperta del proprio corpo? Spero proprio di no!
[…]Non protestai quando percepì chiaramente una corda correre sui miei polsi e girare intorno ad essi per avvinghiarsi a loro in modo inestricabile.[…]
Tutta questa caterva di roba per descrivere che ti stava facendo un nodo attorno ai polsi? Ok, la prossima volta con l’inchiostro buttato facci una bella torta ☺

Difficoltà:
Bassa
Cottura:
50 min
Preparazione:
30 min
Dosi per:
10 persone
Costo:
Medio
La torta dello scrittore incapace è un delicato dolce tipicamente italiano, ma diffuso anche in altre parti del mondo, composto da un involucro di pasta frolla ricoperto d’inchiostro per stampanti e zucchero al velo che nasconde un ripieno di goloso cianuro. Per realizzare la torta dello scrittore incapace, dovrete preparare due dischi di pasta frolla con i quali foderare e ricoprire una tortiera che riempirete con 1-2 flaconi di cianuro. Una volta pronta la pasta frolla, datele la forma di un panetto basso, avvolgetela nella pellicola trasparente e ponetela in frigorifero per almeno un'ora. Una volta comprato il cianuro, lasciatelo raffreddare in frigorifero in una teglia bassa coperta da una pellicola che deve rimanere a contatto con il liquido, di modo che non si formi una pellicina, estraete dal frigorifero la pasta frolla, prendete dall’intero impasto 2/3 della stessa e stendetela in un disco che possa foderare (coprendo anche i lati) una tortiera del diametro di circa 24-26 cm.
Imburrate e infarinate la tortiera, quindi avvolgete il disco di pasta frolla sul matterello e srotolatelo sulla tortiera, coprendo così fondo e lati. Volendo, potete eliminare l’eccesso di pasta passando il matterello sui bordi della tortiera , oppure tagliandolo a filo con un coltellino dalla lama liscia. Con i rebbi di una forchetta bucherellate la superficie della pasta frolla, e poi versate al suo interno il cianuro lasciando un piccolo rilievo nel centro (in questo modo eviterete che si formi un avvallamento nel centro dopo la cottura).
Stendete quindi la restante pasta frolla e ricavate un cerchio della stessa misura del diametro della tortiera, quindi avvolgete anch’esso sul matterello e poi srotolatelo sul cianuro ( che dev’essere molto denso dopo essere stato in frigo ), chiudendo così la torta. Bucherellate la superficie della torta e, sempre con i rebbi di una forchetta, potete decorare i bordi della torta imprimendo dei segni su tutto il perimetro; questo servirà anche per sigillare gli strati di frolla. Spennellate quindi la superficie della torta con dello sperma, dell'acqua o con un po' di cccollla vinilica ( fatto???). ☺
Distribuite delle feci di ratto della dimensione di un pinolo su tutta la superficie della torta, premendo leggermente con le mani per farli aderire alla pasta frolla, quindi mettete la torta in forno già caldo a 180° per circa 45-50 minuti. Trascorso il tempo necessario, estraete la torta dal forno e lasciatela raffreddare; prima di servirla spolverizzate la superficie con abbondante gesso tipo IV e la vostra torta dello scrittore incapace sarà pronta per essere gustata.
Condividetela con il vostro insegnante di italiano, una buona fetta ( tanto per restare in tema ) di colpa è anche sua! :)
GNAM GNAM… ho già l’acquolina in bocca!
[…]Sentivo d’essere completamente in balia della mia volontà, bloccata in quel modo.[…] Ma che ca**o significa?
[…]tirando i legacci al limite del dolore.[…] Limite del dolore è un termine vago, nessuno può immaginarlo o vederlo, costava troppo far vedere che la corda le sega la pelle, il sangue che macchia i pavimenti, che si sente bruciare la carne? Costava troppo…
[…]-"Cosa sei?" disse. -"Dimmelo tu!" esitai a rispondere.[…]
Di solito si usa andare a capo quando un personaggio risponde ad un altro!
[…]Afferrandomi la mascella[…]. Ciccina, come fa una persona ad afferrarti la mascella? Posso capire la mandibola ma non la mascella.
Gesù, che ignoranza! Eppure basta qualche secondo per documentarsi su internet.
[…]-"Sei la prima e l’ultima, la mia donna e la donna di tutti, la mia schiava e anche la mia vittima; sarai tutto quello che vorrò che tu sia."
-"Come mi vuoi, io sarò!" – dissi, abbassando lo sguardo.
-"Cosa ti aspetti ora?" ribattè.
-"Non mi aspetto niente, non posso aspettarmi niente!" Continuai -" Sono tua, a tua disposizione. Disponi di me e del mio corpo come meglio credi."[…]
E Gesù disse:
«Beati quelli che sanno scrivere i dialoghi.»
Pare che stanno leggendo un copione e non aggiungo altro!
[…]esitai solo a guardarlo fisso negli occhi.[…]
Sai il significato di esitare o no? Se esiti vuol dire che sei indeciso, incerto di fare qualcosa, non che la fai!
La versione corretta della frase è:
“ esitai solo DAL guardarlo fisso negli occhi”.
La frase che hai scritto tu non ha senso, la mia sì!
[…]Quello sguardo disse tutto quello che c'era da dire.[…] E cioè? Se non lo sai tu lo devo sapere io?
[…]-"Fallo!!"[…]
I punti esclamativi vanno usati con parsimonia e uno per volta è più che sufficiente.
[…]Tanta violenza, tanta tracotanza, tanta superbia[…] e con ciò? Puoi farmela vedere la violenza, lui che ti infila il pene in un occhio, che ti scheggia un laterale con una botta…non mi pare difficile, no?
[…]Bastarono poche mosse delle mie abili labbra , nemmeno troppo denso e abbondante, dentro la mia svergognata bocca.[…]
Che stile di me**a! Non una frase decente che sia una! E poi gli aggettivi davanti al nome che fanno sembrare gli scrittori dei poveri mentecatti che si credono "i poeti dei poveri". Il bianco gatto saltò sul rosso tavolo ecc. ecc.
[…]Privandomi in questo modo, della vista.[…] No, pensavo che una sciarpa davanti gli occhi ti privasse del tatto!
[…]Forse quattro, sei. Non riuscivo a contarli.
C’erano, evidentemente almeno altri due uomini vicino a me.[…]
Li conti o no? Come fai a dire che c’erano EVIDENTEMENTE se non ne sei certa?
Ma forse non conosci il significato di evidentemente!
[…]N’ebbi conferma nell’istante in cui avvertii il tocco delicato di quattro mani.[…]
Tocco delicato? Non dico che avessi dovuto partecipare ad una gang bang per poterla descrivere, ma un video su you porn sarebbe bastato.
Una donna legata e (forse) mezza-nuda, e gli uomini la toccano delicatamente? Io credo che con la quantità di testosterone presente nella stanza si sarebbe potuta ingravidare una squadra di giovani marmotte!
[…]era stato certamente notato dall’uomo che mi aveva infilato, con apprezzamento, la mano sotto gli slip.[…] Come fai a sapere che sta apprezzando? Magari stava notando che hai la f**a appiccicosa!
Tu penserai anche che sono un maiale ma le scene scritte in questo modo fanno tutto tranne che eccitarmi!
Non continuo solo perché oggi mi sento particolarmente misericordioso (e stanco).

P.S. Spero tanto tu non sia una di quelle persone che si nascondano dietro il contesto e l'amore impresso nella propria opera.
Se tu pensi che bisogna valutare il "contesto" posso dirti che c’è il testo e solo il testo. Se devi andare oltre il testo per capire il significato vuol dire che lo scrittore non era abbastanza bravo! Sono le parole che contano, non il contesto.
È un errore andare oltre al testo.
Se invece mi dici: "Abbi pazienza se non tutto è perfetto. Ti assicuro però che è scritto con amore."
Ti rispondo che mi piacerebbe vederti che porti l’auto dal meccanico, paghi il tizio e poi ti senti dire che forse la macchina è ancora guasta, ma lui può assicurare di averci messo tutto l’amore del mondo!
Il significato è lo stesso.
Il vero problema delle regole della narrativa è che non sono intuitive. È la ragione per la quale metterci amore e passione di per sé non serve a un tubo.
Io posso andare a scaricare casse di frutta ai mercati generali, non ho il fisico, ma posso metterci passione, lavorare fino a farmi sanguinare le mani, star lì anche di notte e alla fine della settimana avrò svolto lo stesso lavoro di uno scaricatore “professionista”. Questo perché scaricare casse è intuitivo: le si prende dal camion e le si posa a terra, la “passione” può compensare la mancanza di muscoli.
Ma tale tipo di “passione” non funziona con la scrittura: posso stare alzato tutta la notte, e scrivere fino a scheggiarmi le unghie sulla tastiera o slogarmi il polso a furia di muovere la penna, ma se non so quello che occorre fare, sto solo perdendo tempo.
Classico esempio:
"C’era una volta un vecchio mago di nome Merlino."
Ho scritto la prima riga di una storia e ho già SBAGLIATO! Infatti una delle prime regole (e regola tutt’altro che intuitiva) dice che occorre mostrare e non raccontare:
"Lo svegliarono i colpi alla porta. Aprì gli occhi: lo spicchio di sole visibile attraverso il riquadro della finestra era basso sull’orizzonte. Mattino presto.
«Avanti, Merlino! Sono io! Aprimi!» giunse una voce da sotto la finestra.
Merlino strinse con entrambe le mani il bastone e si tirò a fatica in piedi. Chino com’era, la lunga barba bianca gli sfiorava i piedi. Mosse un passo e una fitta di dolore gli attraversò la schiena. “Stupida artrite!” imprecò fra sé e sé. Si trascinò fino alla finestra.
Il misterioso bussatore era una figura indistinta nascosta dietro il velo della cataratta. “Scocciatori!” pensò Merlino. Sollevò il bastone e biascicò: «Abracadabra!»
Batuffoli di luce percorsero il bastone per poi librarsi in aria e fuggire dalla finestra. Le luci indugiarono intorno allo sconosciuto fermo davanti alla porta, prima di avvolgerlo in una vampa di calore. Il tipo cominciò a correre, i vestiti in fiamme!"
Invece di raccontare che Merlino si chiama Merlino, è vecchio ed è mago, ho mostrato queste sue caratteristiche. Ripeto, non è intuitivo che ciò sia meglio, ci vuole attenzione e perspicacia per capire che una delle ragioni per le quali certi romanzi sono più avvincenti di altri è proprio l’aderenza a questa regola.
Uno può metterci tutto l’amore del mondo, e raccontare di maghi fino allo sfinimento, ma finché non ne mostrerà uno, avrò perso tempo e basta.
PUNTO.
Mark
(Recensione modificata il 13/01/2013 - 02:31 am)

Nuovo recensore
09/01/13, ore 18:58

Salve PApple95
se a te non dispiace vorrei farti notare alcuni errori da te commessi :)
Premetto che io sono una carogna senza cuore con la puzza sotto il naso ;)
Tralasciando l’incipit brutto…
A quale scuola elementare ti hanno iscritta i tuoi genitori?
Pare che tu non abbia proprio afferrato il concetto di virgole, punto e virgola e dei due punti! C:
[…]incerta di tutto quello che mi stava capitando;[…]
al posto di quel punto e virgola ci starebbero perfettamente i due punti ( questi qui : se mai non avessi capito a cosa alludo)!
[…]Era realtà, una realtà seducente e criminale di charme, allo stesso tempo innocente.[…]
Questo pezzo può essere tranquillamente tagliato senza danno alcuno per la trama, perché questo passaggio è semplice FUFFA o meglio conosciuto come spreco d’inchiostro punibile legalmente!
[…]Non si trattava di mettere in gioco i sentimenti, quelli li avevo persi da tempo, si trattava di : Dignità; Autostima; Democrazia e demerito.[…]
Domanda! Perché quell’accozzaglia di nomi hanno la prima lettera maiuscola? Sono importanti da diventare persone ed emarginare il povero “demerito” ? ☹
[…]era difficile mantenere questo esilarante e temuto segreto a ciò che mi circondava.[…]
Per una ragazza che non ha ancora finito gli studi e molto probabilmente non ha un lavoro deve proprio essere esilarante aspettare un bambino! *sarcasmo :D
E in più deve essere proprio difficile non parlare di questo al tavolo, ai quadri, e al gabinetto per gli ospiti.
No, davvero. Come fai normalmente a tenere le tue cose segrete a ciò che ti circonda?
[…]Diciamo che, la mia vita è stata sballottata da un'innocenza perduta ad una perversione sadomasochista infernale(:D). Racchiusa in una sfera di gelosia (di cosa?) che nell'andare del tempo, mi distruggeva.[…]
E qui il lettore dovrebbe attaccarsi se non al ca**o a cosa? Non una immagine che sia una, roba astratta tipo “innocenza perduta”, mostrala no?
Non è tanto difficile, davvero! Solo perché mi stai simpatica (per motivi a te ignoti) ti darò dei consigli a titolo gratuito ☺
Es. “La mia vita era passata dal perdere la verginità sui sedili posteriori di una 500 a frustare il mio ragazzo e il suo migliore amico mentre si sodomizzavano a turno con un attizzatoio rovente.”
E non è comunque ancora abbastanza descrittivo, si potrebbe migliorare!
[…]che vantagio eh[…] Ti sei mangiata un bel punto interrogativo (?) e una virgola (,) , eh?
[…]Ero la ragazza che ci moriva ( che termine orribile da usare ), che diceva "non sono stupida, so che è un'avventura" e che in realtà, in cuor mio[…]
Inizi con parlare di te in terza persona e ca**o finisci pure in terza, non usare mio, il lettore capirà che ti riferisci sempre a te stessa!
A meno che il suo QI scenda al disotto della cifra sola :D
Tranquilla non sono ne uno di quei “dottori” o “professori” che sanno tutto su tutto ;)
[…]-“ Dai dimmelo.[…]
D’accordo, parliamone!

«Tre bussolotti, vedete» dice la Meravigliosa Wendy.
(Virgolette uncinate e spazio).


«Ora che lo so mi sento meglio» esplose Inskay.
(Virgolette uncinate e spazio).

«Per trovare te ho impiegato molti anni, lo sai» diceva a Sofia.
(Virgolette uncinate e spazio).

«Il tenente Stark avrà il comando» riprese Ruesch.
(Virgolette uncinate e spazio).

– È andato a farsi un bagno, – rispose, piano.
(Trattino e virgola dentro).

– È quello che ho sentito – borbottò la ragazza.
(Trattino e spazio).

– Grazie – gracchiò il ragazzo.
(Trattino e spazio).

«Zitta. Siedi e mangia», la interruppe, senza neppure guardarla in faccia.
(Virgolette uncinate e virgola fuori).

“Non è del tutto vero ciò che dici” lo corresse il guerriero.
(Virgolette alte e spazio).

«Accomodati tra noi folli, dunque, Thal Dom Djèw», lo invitò Grèon en’Dhat.
(Virgolette uncinate e virgola fuori).

Questi sono gli stili usati e sinceramente non trovo tracce del tuo…

[…]ormai la mia mente non aveva nessun potere, il mio corpo seguiva inebriante il suo.[…] forse intendevi dire:
“la mia mente non aveva nessun potere, il mio corpo seguiva il suo, inebriante.”
Non cito altri piccoli errori perché alla fine a fare questo non mi paga nessuno!
E questa era la prima recensione Pamè, non recenzione ☺
Spero di non essere stato troppo duro e che tu quando la legga non te la prenda troppo ma ne vedrai solo i lati positivi ;)
Con affetto Mark