Recensioni per
Ablösung
di Whatadaph

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/10/15, ore 10:37
Cap. 1:

Recensione premio

Ho apprezzato tantissimo questa lettura. Quando si parla di Silente mi rendo conto che c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, se ci s'imbatte in una scrittrice talentuosa. Questa lettura mi ha ricordato "Uno, nessuno e centomila" con la costante riflessione su ciò che Albus e Severus avrebbero voluto e potuto essere. Efficace la visione della Morte come un'arma a doppia lama che, metaforicamente, non uccide solo chi è morto, ma anche chi soffre per i cari defunti.
Harry non c'è, non si sospetta minimamente sulla sua presenza, eppure nel finale diviene simbolo di rinascita e speranza. Sia Albus che Severus, accomunati da sensi di colpa per le scelte del passato, possono redimersi salvando Harry e il suo destino. Pensare che moriranno entrambi per la causa condisce questa speranza di fondo con un retrogusto amaro. Senz'altro mi avrebbe colpito ancora di più leggere questa storia durante il Natale, perché l'angst colpisce di più proprio quando uno non se lo aspetta.
Complimenti per l'efficacia espressiva.

Recensore Veterano
29/12/12, ore 14:24
Cap. 1:

Tu non dovresti distruggermi così.
Ok, ammetto di avere un debole per ML, e che quando si tratta di te + Grindelgore accorro senza undugio, però è così triste ç_ç
Abbiamo un bellissimo paragone fra due uomini che rimpiangono ciò che avrebbero potuto avere, gli uomini che sarebbero potuti diventare, a cui è stata strappata via dalla Morte la possibilità di esserlo. Albus però è più anziano, ha una visione d'insieme che decisamente Severus, ancora così giovane, non può avere. Albus ha avuto decenni su decenni per far fronte ad ogni cosa, Severus un solo decennio - che termina proprio nella tua fic, quando Albus gli ricorda che Harry arriverà l'anno successivo (come se poi fosse necessario ricordarglielo). Trovo sempre belli i paragoni fra queste due figure così simili per certi versi, ma tu sei stata brava perché ne hai sviluppato anche le differenze, tutto però ruotando intorno ad Albus e Gellert: non è poco :) i miei complimenti!
Però ora torna a scrivere ML, eh, che ci manca. E vogliamo Albus e Gellert felici <3
Ps: posso solo dirti una cosa? Una piccola? Perché Fanny? Perché mettere i nomi originali a tutti e lasciare Fanny? o_o

Recensore Veterano
26/12/12, ore 15:12
Cap. 1:

Non conosco la tua long, però trovo che la caratterizzazione di Albus che emerge da questa shot sia ben fatta. Mi è piaciuto il fatto che la prima caratteristica che hai sottolineato sia la sua personalità multiforme. È come un diamante, mille sfaccettature ha, e di queste solo una o due mostra al mondo, il resto le tiene per sé, addirittura sono e ignote perfino a lui stesso. È un personaggio altamente complesso, che tu definisci -innegabilmente- saggio: è una saggezza acquisita attraverso esperienze che magari si sarebbe voluto risparmiare, una saggezza sorta sulle ceneri del ragazzo impulsivo che è stato, frutto delle scelte sbagliate. C’è la contrapposizione tra il giovane di ieri e il vecchio di oggi: un giovane che, come tutti i ragazzi, si riteneva immortale e potente abbastanza da scriversi il proprio destino, pescando nel limbo delle infinite possibilità, avrebbe potuto fare di tutto, essere di tutto, ma ecco che arriva la fine di Ariana e lo specchio dei suoi sogni magnificenti si infrange, rivelandosi illusione campata in aria, nutrita solo dall’ego e da una scarsa conoscenza della realtà delle cose. La morte gli piomba addosso all’improvviso, entità fino a quel momento sconosciuta e terribile, che minaccia di imprigionare anche lui, finchè non arriva il suo "salvatore" (chiamiamolo così, dai...), la sua luce nel buio, cui si aggrappa per trarsi fuori dall’incubo di giorni senza fine e misera esistenza trascinata senza scopo.
Credeva di aver trovato l’illuminazione, in realtà quella luce l’ha accecato, lo ha reso folle...
La cosa più interessante di questa shot è il fatto che tu invadi lo spazio privato di questo geniale personaggio, quello che la Row ci tiene sempre accuratamente nascosto. Io mi sono sempre chiesta cosa facesse, cosa pensasse Silente quando era solo, chiuso nel suo studio a Hogwarts, chi fosse quando non c’era nessuno a guardarlo, cosa rimanesse di lui, una volta cadute tutte le maschere dal suo volto. 
Il volto che mostra a Piton e al ragazzino Tassorosso è quello classico, che ben conosciamo- crediamo di conoscere- di preside benevolo e bonario, affettuoso e cortese, eppure… non so, sono io che ho sempre avvertito un certo distacco nella sua gentilezza? Come se pensasse costantemente ad altro, come se non fosse mai veramente coinvolto dal presente, come se vivesse in un ricordo del passato…
Anche la contrapposizione tra il Preside e Piton è classica: dorato contro nero, calma serafica contro gelida acrimonia. Anche Piton potrebbe sciogliersi un po’ il giorno di Natale, ma questo è chieder troppo, immagino :)
Eppure alla fine tracci un parallelismo interessante tra loro due: entrambi sono il risultato di una sconfitta cocente e irredimibile. Hanno perso entrambi, hanno subito lo stesso dolore che, però, ha agito in modo diametralmente opposto su di loro: in uno è stato mitigato nella saggezza e nella dolcezza, nell’altro ha acuito l’asprezza, la tendenza all’isolamento, alla solitudine, la diffidenza nei confronti altrui.
È un vero peccato che la morte di Ariana, anziché unirli, abbia diviso i due fratelli Silente. Un mare di sensi di colpa, di accuse più o meno taciute, di parole non dette, chiarimenti e spiegazioni non date, tra di loro. Due estranei sotto lo stesso tetto e una Bathilda che va a porgere i suoi auguri di Natale accolta da imbarazzato gelo. Abe che si chiude nel suo mutismo rancoroso, unica compagnia la sua capra, e Albus che si butta a capofitto nello studio per allontanare il ricordo di Gellert. Invano.
"Albus odiava Gellert: l'avrebbe ucciso se gli si fosse parato di fronte – ma al tempo stesso continuava ad essere consapevole che non avrebbe mai potuto amare nessun altro." 
Amore-odio, insomma. Il filo portante degli amori più profondi, quelli che durano per sempre. Quelli dannati, che non hanno mai lieto fine. Quelli più veri, direi. 
Albus odiava tutti. È un aspetto che sembra totalmente alieno al Preside che noi conosciamo, un vecchio gentile che ci sembra incapace di un’emozione così intensa, devastante e totalizzante come l’odio, eppure c’è stato un periodo in cui anche lui ha odiato, tanto, tutti. E se stesso. Ciò lo rende più che umano.
C’è una grande malinconia in questa shot, ma proprio per questo mi è piaciuta, Natale o no (io leggerei carrellate di Angst a ripetizione :D) e per quei continui riferimenti a quel ragazzo che era e che ora non è più. Mi fa pensare che il prezzo che Albus ha pagato, per diventare quello che è, sia stato troppo grande. E mi è piaciuta anche quella complicità involontaria che unisce lui e Severus: entrambi vinti dal destino e dalle proprie scelte, entrambi che sono tornati, a fatica, sui loro passi e che cercano di dare un senso alle loro vite salvando altri, al posto di chi non sono riusciti a salvare.  
Bella shot, mi piace la tua idea di Albus! ;) 

Recensore Master
26/12/12, ore 11:45
Cap. 1:

No, non avresti dovuto. Ma Cristo, se sei geniale!
Sai, non credo di aver avuto, alla tua età, la stessa capacità di prosa, di entrare dentro con una sola frase. Sono davvero stupita, e ADORO il tuo modo di scrivere.
Qui Albus è spiegato magistralmente e arrivi alla fine della storia e non puoi fare a meno di empatizzare con lui, il che è il punto dell'intera faccenda, ovvero di vedere oltre i suoi desideri manipolatori e vedere L'UOMO.
Ci sei riuscita, e quindi, complimenti! Davvero.