Prima di tutto sappi che sono incappata in questa fanfic per puro caso. |
Allora, lascia che per prima cosa ti ringrazi. Grazie, grazie, grazie. Lisa non era di certo il mio personaggio preferito; probabilmente Dean non l'amava veramente, probabilmente amava ciò che rappresentava -casa, famiglia, sicurezza, normalità- ma ho odiato gli autori, non perchè l'hanno eliminata bada bene, ma come l'hanno fatto. Come personaggio era insignificante lo ammetto, ma era tutto ciò che Dean aveva sempre desiderato e mai potuto avere e loro ci sono passati sopra come se niente fosse. Quindi grazie per averla fatta finire nel dimenticatoio. |
Oddio. |
sai che è veramente bella, questa storia? Bella l'idea di per se, e basterebbe questo, ma è davvero bella soprattutto per il modo in cui l'hai svolta. Evocativa, è la parola che mi ronzava in testa leggendola. Il modo in cui Lisa sente una mancanza, senza calcare troppo la mano, sa che manca qualcosa ma è come se non fosse poi troppo importante, un rumore di fondo, in un certo senso, è quando vede Dean (in un supermercato, in una situazione normale, familiare) non le scatta immediatamente un campanello, non si getta tra le sue braccia giurando amore eterno, solo si ricorda, in qualche modo, si ricorda di averlo incontrato anni prima, per qualche minuto e non realizza la stranezza di ricordare un incontro così fugace, di tanti anni prima. Forse inconsciamente coglie una strana somiglianza tra il modo di essere di Ben, il suo sorriso, e quell'uomo incrociato per caso. E noi che sappiamo, vediamo in ogni lineamento di Dean quello che prova veramente, senza bisogno di parole. Poi, alla fine, capiamo anche che Lisa, probabilmente, non ricorderà mai quello che c'è stato tra loro veramente, ma forse questo è l'unico modo in cui possono riprovarci. Davvero, complimenti! Se solo mi permetti un dettaglio, in un punto, questo per la precisione: "(...) Lascia morire la frase un po' nella vergogna, e si sistema di nuovo dietro al manubrio del carrello, come per creare una barriera fisica tra sé e quell'uomo che odorava della canzone rock di cui ora ricordava il nome(...)" passi per un attimo dal passato al presente, per poi tornare al passato, sono convinta sia solo una svista e mi permetto di segnalarla |
Che bella! È così delicata e dolce! L'ho riletta un paio di volte perché i piccoli dettagli dei ricordi di Lisa sono molto realistici e coinvolgenti. Quella sensazione di avere già sentito una cosa, di aver perso un particolare importante che ti fa prudere il cervello, e poi il plin del forno cancella tutto di nuovo. Povera mamma segugio! Mi piace che si ricordi solo gli odori, è una cosa buffissima e anche triste... Cioè, lei è lì che non sa di aver scordato qualcosa, ma sa che c'è una cosa importante che sa di flanella e cuoio e benzina, e a volte quasi le viene in mente cosa manca, CHI manca e poi bon, basta. E poi quando vede Dean al supermercato (niente mostri o demoni, niente salvataggi all'ultimo minuto, solo un supermercato qualunque in una giornata qualunque. Ti adoro per ste cose che fai!) e pensa "ah è quello che ci ha investiti!", io ero lì tipo "no! È Deaaaaan! Voi vi amaaaate!". Che bello che gli hai dato un finale felice! Mi hai proprio scaldato il cuore! Ah, e poi la canzone! Ottimo uso! " [...] quell'uomo che odorava della canzone rock di cui ora ricordava il nome." è la mia frase preferita. |