Parrà ambiguo, ma ciò che hai scritto è incredibilmente significativo.
Dal punto di vista psicologico va sottolineato quanto tutti quanti siano attratti dal buio e dalla notte in particolare. In piena luce sembra che chiunque riesca a sentirsi bene e a viversi la realtà spontaneamente. Ma al calar del sole, quando il buio dipinge di nero i muri e il pavimento, riemergono i nostri pensieri più reconditi, cominciano a risalire dai dirupi dell'oblio tutte le nostre paure.
Proprio nel cuore delle tenebre è contenuta l'ispirazione più dolce, e questo dimostra che, il semplice fatto di essere attratti dall'angolino buio che fin da piccoli squadravamo con gli occhi, sia un modo per interagire con noi stessi, ovvero con la nostra essenza. D'altronde basta pensarci, cosa esiste veramente? Il buio o la luce? Beh il buio è assenza di luce, la luce è assenza del buio.
E' un dogma davvero logorante. Tralasciando queste questioni filosofiche (di cui mi scuso , poichè mi dilungo e annoio volentieri XD), concludo dicendo che sicuramente noi esseri umani abbiamo un'intima e muta complicità con il silenzio della notte.
E ora passiamo alla critica (che, tra l'altro più che critica la definirei opinione soggettiva di un povero lettore XD): questo breve testo è scritto molto bene e quella serie di domande e di considerazioni iniziali sono in grado di penetrare dentro la coscienza causando un'eventuale sosta della lettura per riflettere.
Ho scorto anche una reminescenza mitologica nel nome di Morfeo, quella divinità impersonata dalla notte che chiude gli occhi agli uomini addormentadoli. Questo mi fa pensare che tu abbia avuto delle nozioni di studi classici.
Ad ogni modo ritengo che ciò che hai scritto abbia qualità poetiche. |