Che bello leggere un racconto di senso compiuto e, per di più, scritto in ITALIANO! :3
Trovo molto interessante il modo in cui riesci ad "accendere un riflettore" sulle emozioni della protagonista e su come questa si rapporti agli altri; gli elementi descrittivi relativi al luogo e al tempo diventano secondari, inessenziali, e l'attenzione risulta focalizzata sulla vicenda, senza mai perdersi in quisquilie. Hai tracciato un dipinto nudo e crudo dell'ipocrisia che, molto spesso, caratterizza i rapporti umani, senza risparmiare nulla.
Brava, Melinda! :3

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'La conversazione si spense assieme alla sigaretta che aveva schiacciato sotto il suo stivale, ma il silenzio tra loro non era pesante: si conoscevano troppo a fondo per non essere in grado di sostenerlo con leggerezza.' Ogni volta che rileggo questa frase mi prende sempre di più. Sembra quasi di essere li, in quel gruppo di amici, ad assistere al discorso di Erika. E che discorso. Erika, a mio parere, è la ragazza che tutti noi vorremo essere e/o diventare: forte, indipendente, una donna che sa farsi rispettare. Una donna che crede nei suoi ideali, li difende, a costo di rimanere sola. La tua, è una scrittura 'viva'. Coinvolgi il lettore nella storia, non ti limiti solo a raccontarla. E questa non è una una 'capacità' da tutti.
Bravissima, davvero.
Ah, ovviamente continua.
:)