Non ci posso credere.
Sono finalmente qui ♥
Il tuo PM mi ha riscosso: Ehi, ma io devo fare la recensione per A Trip to Jötunheim, e che cavolo!
Quindi eccomi! Allora, da dove cominciare?
Prima di tutto, ti dico che mi piace molto la narrazione in prima persona di Narfi. È scorrevole, discorsiva, viva… E nei pezzi in cui dice di esser felice quando lo paragonano fisicamente a suo padre, e di desiderare di aver ereditato maggiormente la sua intelligenza, ho sorriso tra me e me (e non solo perché erano i punti che mi avevi anticipato…). Bello anche tutto il discorso sulle differenzi (in fatto di vecchiaia) tra dèi e mortali.
Al pensiero di Sigyn che racconta a Narfi (e anche al piccolo Vali *-*) storie riguardanti gli Jötnar, mi sono sciolta… più che altro perché immaginare quei due bimbetti mi scalda il cuore…
Quando Loki fa capire a Narfi che no, non ha cambiato idea, e non vuole che il figlio vada con lui a Jötunheim, la reazione di Narfi mi ha fatto sorridere. Insomma, si lamenta che non è un bambino, ma il suo imbronciarsi e protestare sembra suggerire tutto il contrario!
Su Loki, mi piace l’idea di questo fare protettivo quasi morboso nei confronti di Narfi (e suppongo anche Vali)… Affiancata anche al fatto che non “ricordava mai” i suoi altri figli (ecco, ora Fenrir si è offeso!).
Ah, e riguardo Loki e la Marvel… Io ho due immagini ben distinte del Loki mitologico e di quello del film (o dei fumetti), però il Loki mitologico lo immagino comunque coi capelli neri, per colpa di questa immagine (anche se Loki lo immagino più bello XD), che è anche la stessa a cui devo i capelli biondi di Sigyn.
Bene. Finito l’intermezzo inutile che non interessava a nessuno?
Perfetto. Posso proseguire con la recensione :D
La caratterizzazione che credo di aver trovato più interessante, tra tutte, è quella di Heimdall… soprattutto perché io, il guardiano del Bifröst, lo immagino come una persona buona e giusta. Forse perché, nella mitologia norrena, è il custode dell’ordine o roba del genere. E se il custode dell’ordine o roba del genere (sì, ho il cervello fritto, yeah!) si mette a fare il cattivello, siamo fregati u.u (Ti prego di perdonarmi tutti questi scleri, ma davvero sono esaurita…) Così, leggere di una caratterizzazione così diversa dalla mia visione non mi è affatto dispiaciuto… Tra l’altro, non è che sia diventato “cattivo” tutto di un botto… hai sparso degli indizi già in precedenza.
Da che mondo è mondo, si sa che, quando qualcuno ti incoraggia così a fare qualcosa che un genitore ti ha proibito di fare, quel qualcuno non ha certo buone intenzioni.
E tu hai reso il comportamento di Heimdall così gentile, così comprensivo, che il campanello di allarme non poteva non suonare… Per lo meno nella mia testa. In quella di Narfi, a quanto pare, non è successo un granché. Forse sarebbe stato meglio, se avesse ereditato un po’ più di cervello dal suo papà.
In qualche modo, ho trovato che – in questa storia – Heimdall sia diventato un po’ l’emblema di quell’ipocrisia che negli Asi si trova in abbondanza… Disprezzano Loki per l’uso della magia, ma non è che loro ne facciano a meno, indicano Loki come crudele, ma poi puniscono lui e – soprattutto – i suoi figli innocenti in un modo decisamente disumano… E questi sono solo gli esempi che mi vengono in mente al momento.
In quanto a Moði, con la sua piccola comparsa, mi ha fatto sorridere, specie per il fatto che Narfi non abbia nessuna intenzione a portarselo dietro. Poverino!
Okay, credo di aver detto tutto, per lo meno su questo primo capitolo… Spero di riuscire a trovare il tempo di recensire al più presto anche il secondo! (Magari con un commento più sensato…)
Alla prossima! |