Recensioni per
Il ciclo dei vinti
di Carmilla Lilith

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
01/02/13, ore 09:42
Cap. 1:

E così, eccomi finalmente a recensire il tuo racconto, scusandomi per l'immondo ritardo!
Il racconto mi ha lasciato addosso una profonda malinconia e il pensiero dell'ineluttabile cedimento di un mondo che non esiste più e non viene sostituito da alcuna prospettiva di speranza. Angela è una figura simbolica: lei è la vecchia Europa comunista, collassata su se stessa e guardata con sussiego dai giovani che, al contrario, sono aperti verso il futuro e i cambiamenti.
Il parallelismo tra lei e la sua nazione (come con il disastrato Hotel Dacia) è fin troppo facile: anche Angela è un dinosauro, relitto di un'epoca ormai morta e superata, eppure attaccata a quel mondo come ai bei ricordi della sua giovinezza. Quando era ancora felice, all'alba della sua vita, e i suoi sogni si mescolavano con quelli del suo giovane paese all'indomani della rivoluzione comunista. Sentimenti del singolo e passioni del popolo si intrecciano, in questa storia.
Forse tu sei troppo giovane per ricordarlo, ma io - che all'epoca ero ragazzina - ho ancora in mente le immagini del tg che nel giorno di Natale diffondeva la notizia dell'esecuzione di Nicolae Ceausescu e della moglie: fu l'inizio della fine per l'ex Europa dell'Est, l'inizio di una svolta che mescolò sussulti democratici e ansie.
Un bacio, alla prossima

Recensore Master
15/01/13, ore 20:41
Cap. 1:

Bentornata, donna! Sono *cough* leggermente *cough* in ritardo, ma il ritorno in facoltà è stato traumatico così come lo sarà Gennaio e Febbraio *piange*
Una storia nostalgica, non c'è che dire! E la nostalgia porta al pensiero gli anni rossi (e un po' grigiottini, non è che i palazzi sovietici fossero colorati - per lo meno, quelli di Berlino Est non lo sono affatto) della dittatura. Più che per la dittatura qua si parla di situazioni personali, di drammi intimi (l'alcolismo, la perdita del lavoro, la lontananza fisica ed emotiva dai figli) e il tutto si rispecchia sull'albergo. Non conosco niente della Romania a parte che il rumeno assomiglia molto al greco antico e che usano l'alfabeto latino e non il cirillico, però mi incuriosisce questa città: come può un posto essere talmente triste da attirare turisti grazie ad un hotel? (a meno che non sia speciale °-° ) Ammetto che già questo mi mette tristezza, se poi l'albergo è rovinato me la mette ancor di più. Poi, sì, l'architettura sovietica mi mette tristezza, sembrano carceri ;u;
Storia intensa, un po' diversa dal tuo stile, ma non per questo meno apprezzabile!
Au revoir <3