Recensioni per
Isabel the cursed
di antonyhammett
alohaaa. la storia è interessante, mi ha preso molto, una cosa solamente: le virgole. Mi spiego, in alcuni punti avrei messo qualche virgola, in modo da far 'respirare' il lettore, ovviamente è una mia opinione. Ah e poi, la cosa più stupida che io abbia mai scritto in una recensione, non mettere le parole in grassetto nero, rende la lettura difficile (?). Ok, vado perché a questo punto vorrai prendermi a sassate. Aggiorna presto, perché a parte queste piccole cose, scrivi bene c: Adioss. |
Ciao carissima, ho letto la tua storia e sono qui per recensirla (ovviamente).
Questo è tutto ciò che mi sento di dirti riguardo alla trama, ora passiamo a dei piccoli – ma non troppo – accorgimenti.
Se un pazzo non sa di essere pazzo chi ci dice che i normali siamo noi e i matti sono loro ? Questo è un piccolissimo errore, probabilmente è solo una svista: tra una parola e un segno d’interpunzione, in questo caso il punto interrogativo, non devono essere inseriti spazi. Spesso è semplicemente il vedere la vita sotto diverse angolazioni, già, quello che per me può essere eccessivo e fuori senno per un altro può risultare cosa quotidiana e così viceversa quindi perché continuiamo ancora a criticare le scelte o le azioni degli altri quando poi alla fine sono solo punti di vista differenti. Questo è un errore sicuramente più “grave”, che si ripete in ogni periodo da te scritto. La punteggiatura è essenziale, specie se si tratta di un periodo molto lungo; permette al lettore innanzitutto di “respirare”, e non soffocare nella lettura per mancanza di fiato, e fa in modo che non ci si perda tra le parole, come è successo a me. Quindi il mio consiglio – probabilmente il più importante che ti darò in questa recensione – è di inserire virgole, punti, due punti e punti e virgola, ma nel modo corretto e senza esagerare. Se non sai dove inserire queste pause, prova a leggere ad alta voce il periodo e, quando senti che cominci a perdere il fiato necessario a continuare la lettura, inserisci una virgola o un punto, o quel che sia, rispettando – ovviamente – il senso del discorso. perché continuiamo ancora a criticare le scelte o le azioni degli altri quando poi alla fine sono solo punti di vista differenti. Fossi in te cambierei quel punto finale con un punto interrogativo, in quanto si tratta di una domanda retorica. “Isabel mamma e papà escono finisci i tuoi compiti e poi traquilla che torniamo subito” Ritroviamo di nuovo il problema della punteggiatura mancante, ma questa volta mi vorrei soffermare su una cosa in particolare. Il vocativo è sempre seguito da una virgola. Esempio: Voglio mangiare, mamma! Quel “mamma” è un complemento di vocazione, ovvero è quell’elemento dell’analisi logica che indica la persona, la cosa o l’animale a cui ci si rivolge. Cosa succede se noi togliamo la virgola? Voglio mangiare mamma! Quello che nell’esempio precedente era un complemento di vocazione, qui diventa il complemento oggetto di “voglio mangiare”. Capisci da te che il senso della frase cambia completamente. Quindi la tua frase corretta, nel tuo caso, sarebbe: Isabel, mamma e papà esconoecc. una piccola stradina che bucava le folte piantagioni si ergeva fino al vialetto di casa Una strada non può “ergersi”. èrgere= v. tr. [lat. erĭgĕre, comp. di e-1 e rĕgĕre «reggere»] (io èrgo, tu èrgi, ecc.; pass. rem. èrsi, ergésti, ecc.; part. pass. érto). a.letter. Levare in alto, innalzare, erigere; rifl., ergersi, innalzarsi, detto di monti e sim., o di persone e animali
b.In senso fig.: ergersi a difesa o a difensore (di qualcuno, delle istituzioni, ecc.), o, con lo stesso senso di erigersi, assumersi con arroganza una funzione: ergersi a giudice.
Così continuai senza tergiversare i miei compiti “Tergiversare” è un verbo intransitivo, non può avere un complemento oggetto (“i miei compiti”). In più il significato vero e proprio è quello di cercare di eludere una questione, evitando di esprimere chiaramente il proprio parere o di assumersi la responsabilità. Un esempio del suo uso potrebbe essere: “Io tergiversavo, giocavo con le mie mani per prendere tempo”. Ingente tuono Un tuono non può essere “ingente”. “Ingente” è qualcosa che di quantitativamente considerevole, un tuono non si può quantificare. (Esempio corretto: “ingente somma di denaro”) Ciocche di color argentato Il coloro è “argento”, non “argentato”. “che vuol dire uno sconosciuto potrebbe mai cambiare la tua vita, è impazzita per caso la maestra…” Al di là della punteggiatura mancante, su cui mi sono già abbondantemente soffermata, ho due appunti da farti: 1 – Dopo un punto o, come in questo caso, dopo una virgoletta in alto aperta devi sempre mettere la lettera maiuscola. 2 – Sinceramente non ho capito se qui si tratta dei pensieri della protagonista o di un discorso fatto a voce alta sempre da lei. Se si tratta di pensieri, devi distinguerli dal discorso diretto con un altro tipo di punteggiatura, visto che le virgolette in alto le hai già usate per il discorso diretto. così quasi dalla disperazione inizia a urlare Ti è sfuggita la "i" di "iniziai". immediatamente accartoccia il sanguinante foglio Stessa cosa per "accartocciai". in pochi secondi con quel suo sguardo riuscii a trasmettermi Non è “riuscii” (prima persona singolare), ma "riuscì" (seconda persona singolare). in 10 anni scrissi talmente di quelle storie Due appunti: 1 – I numeri nelle storie vanno sempre scritti a lettere, a meno che non si tratti di orari, numeri di telefono, stanze, ecc. 2 – “Talmente” è un avverbio e si usa quasi soltanto in unione o in correlazione con la congiunzione “che”. Per esempio avresti potuto scrivere: “In dieci anni scrissi talmente tante storie che…”, in questo caso ho tolto il “di quelle” perché avrebbe soltanto appesantito il senso della frase. Con questo ho concluso e spero prenderai bene i miei consigli, che non hanno la presunzione di essere “legge”, ma vogliono solo farti accorgere di alcuni tuoi “punti deboli”. Se seguirai queste note, penso che potrai migliorare di molto! Scusa se mi sono dilungata così tanto, ma spero di esserti stata d’aiuto (: Arialynn |