Ciao! ^^
Ma sono ancora la prima?! Dovevo recensire ieri, poi ho perso tempo, ma che non ci siano ancora recensioni è veramente ingiusto!
Comincio col dire che è una delle mie storie preferite in assoluto su Albus e Gellert tra le tante in cui sono incappata: da quando la Rowling se ne è uscita con il coming out di Silente, ogni spunto su di loro è stato legato alla possibilità di una loro storia in gioventù, di amori spezzati, cuori infranti... Che però in relazione a quello che Grindelwald ha fatto per mezza Europa sembra un pochino limitante, almeno a me. La loro sfida io me la sono sempre immaginata epica, di quegli scontri campali da duello finale del Ritorno dello Jedi... E per questo ti ringrazio.
Mi piace molto, inoltre, la prima parte organizzativa, con il piano d'azione, perché per quanto Silente sia bravo e incredibile non si rende inoffensiva un'armata da soli, e l'internazionalità che hai dato alla missione; è stata un'ottima trovata per far capire con poche parole e senza lunghi excursi quanto fosse pericoloso Grindelwald, e quanto male abbia fatto con le sue azioni. E ho apprezzato la presenza in scena di Dippet, che tutti considerano un preside inetto e inutile (se lo considerano, che non è mica poco XD) specie in relazione con Silente, ma che comunque non dev'essere stato l'ultimo degli sfigati se l'hanno messo a capo di Hogwarts...
Sulla cura dei personaggi minori vorrei sproloquiare per ore, adoro come costruisci le tue storie. In particolare, il prussiano mi ha fatto pensare alla Bocca di Sauron, che nel film purtroppo appare solo nell'extended: mi ha dato la stessa sensazione melliflua, di vigliaccheria, del bravo servo che tenta di applicare alla lettera gli ordini del padrone e che viene mazziato proprio per questo dal padrone stesso. È una di quelle comparse che ha una rilevanza minima se non inesistente ai fini della trama, ma che rende la storia credibile, poiché non possono esserci in scena solo protagonisti. Io amo perdermi nei dettagli minimi e amo trovare autori che hanno la stessa tendenza (anche se spero con un minimo di criterio in più di me, perché rischia di essere pericoloso). L'unica cosa, visto che mi pare che il duello definitivo tra i due risalga al 1945, ha ancora senso definirlo "prussiano", piuttosto che tedesco? <--- e questa è la Rowi maniaca dei dettagli, eccomi qua XD
Arriviamo all'entrata in scena di Grindelwald. Mi è piaciuta la descrizione semplice, considerando che è il punto di vista di Albus: si concentra più sugli abiti che sul volto, e nota gli elementi diversi dai suoi ricordi, come il colore dei capelli imbiancati... forse prima del tempo. E comincia lo scontro tra i due giganti, una volta molto simili, ora su versanti del tutto opposti, anche nel modo di fare. Dimesso e meditabondo Albus, arrogante e incurante della vita Gellert, eppure allo stesso modo determinati a vincere. Ed entrambi tirano fuori incantesimi e trucchi degni dei maestri che sono, in uno scontro che secondo me è vergognoso che meno di quarant'anni dopo non venga ricordato (penso a quando Harry e Ron leggono la figurina di Silente, Ron sembra non saperne niente...).
In più, c'è il conflitto interiore di Albus, il ricordo che ha di Gellert che si sgretola contro la dura realtà, il mostro che il suo amico è diventato, e la consapevolezza che proprio la mancanza di sentimenti di Gellert gli permette di affrontarlo con una certa serenità, senza dover combattere allo stesso tempo i propri sentimenti. Mi piace molto la tua versione proprio per questo: credo che, nonostante si abbia amato una persona, di fronte a un assassino che vorrebbe perpetuare un genocidio i propri sentimenti personali vadano nel dimenticatoio, se si ha la possibilità di fermare quella persona in tempo.
Sempre per i piccoli dettagli...
"Albus agitò di nuovo la bacchetta, e il grosso mostro cominciò a rimpicciolire, mantenendo la forma ma divenendo ad ogni istante più piccolo.
Con un gesto di stizza Gellert frustò l'aria con la bacchetta, e il mostro, ormai delle dimensioni di un gatto, schizzò in avanti, riuscendo ad avvinghiarsi alla gamba sinistra di Albus e a morderlo selvaggiamente sopra il ginocchio. In un altro paio di secondi, tuttavia, il continuo rimpicciolirsi l'aveva ridotto alle dimensioni di una raganella, e il mago se lo staccò dalla gamba e lo lanciò lontano. Si fissò il ginocchio: la ferita era slabbrata, e abbastanza dolorosa, in verità. Ma non sembrava profonda. Poggiò il peso sulla gamba. Reggeva."
Questa suppongo sia la causa della cicatrice a forma di piantina della metropolitana metropolitana londinese, vero? Chapeau, sono ammirata *____*
E ho continuato a rimanere con quell'espressione per ciò che viene dopo, il sistema di Albus per superare l'incantesimo di Gellert che gli impedisce di nuocergli e di chiudere la partita. Il sacrificio che compie per ottenere la vittoria, il faccia a faccia con la sua più grande paura, l'accettazione forse della possibilità di essere il responsabile della morte di Ariana, per quanto questo non abbia cancellato il suo dolore.
Mi piace pensare che sia la stessa cosa che è apparsa nella mente di Gellert, la morte di Ariana, la consapevolezza di aver rovinato il rapporto più importante della sua vita e di aver ucciso una persona importante al suo amico più caro. Magari sono una sentimentalona...
Ti segnalo un accento mancante: "Guardò Gellert e accenno un inchino." Per il resto mi sembra che vada tutto bene.
Una storia fantastica, i miei complimenti! ^^
Rowi |