Questa storia mi è piaciuta così tanto che non so davvero da dove cominciare per recensirla. Forse dovrei cominciare dal fatto che non hai messo la lemon (PERCHE’ NON HAI MESSO LA LEMON?!?!?! *si strappa i capelli*), motivo per cui I’LL MAKE YOU INTO SHOES. Ma siccome tutto il complesso è meraviglioso in un modo che non saprei come altro descrivere, sarai delle bellissime Lauboutin dalla suola rossa, contenta?
Veniamo a noi, seriamente.
Prima di arrivare nei dettagli e spiegarti cosa, come e perché mi è piaciuto così tanto in questa storia voglio cercare di spiegarti come mi ha fatto sentire. Te l’ho già detto, ho avuto la stessa sensazione delle prime volte che ho letto delle Johlock. Ed è un po’ come avere un nuovo amore, senti le farfalle nello stomaco e dei brividi che pensavi di non poter provare per una cosa così futile. Mi hai fatto innamorare in un modo così infantile e epico di Q che credo seriamente salterò addosso a tutti i ragazzi mori, con gli occhiali, che incontrerò. Chissà, magari uno di loro è davvero un genio. E dolcissimo. E davvero figo. E un dio del sesso. Ok, sto andando fuori tema, fermatemi prima che scriva un elogio in sette libri di questo ragazzo che mi ha rubato il cuore. Il TUO Q.
Per quanto ai tuoi occhi sarei passata per pazza, stupida, strana, avrei voluto essere ripresa mentre la leggevo: non puoi neanche immaginare quante espressioni ho fatto, diverse tra loro, sussulti, sorrisi, gemiti, sospiri. Sembravo una caffettiera borbottante a un certo punto e credo di aver commentato ad alta voce più di un paio di volte (filtro sociale mode: off). Mi ha emozionata come probabilmente non mi emoziono mai nella vita reale, dandomi quei piccoli brividi che sono piacevoli e spiacevoli insieme, nel loro essere intensi, nel loro sorprenderti, nel loro infonderti una meravigliosa sensazione che non deve essere poi così diversa da quella che ti da una soluzione al 7%. Ed era davvero un po’ che non mi emozionavo così per qualcosa, perciò grazie. Ho letto tanti libri e tante ff, ma poche volte mi sono sentita appassionata alle vicende dei personaggi come in questo caso.
Sherlock. Sherlock e un fratello minore. Già adoro questa cosa e tu mi conosci, sai che per esperienza personale e analogie quasi ovvie non potevo non adorarla. Ma Sherlock iperprotettivo, affezionato a quel ragazzo in un modo così sbagliato e insieme così tenero, che solo una persona con difficoltà relazionali e sentimentali come lui può avere, è una cosa meravigliosa. Si percepisce da ogni parola, da ogni linea del volto che hai descritto, quanto lui ami profondamente questo fratello, il modo in cui lo vede come una pietra preziosa da proteggere, un bambino che non ha ancora vissuto, una parte di sé che, se proprio è necessario lasciare andare, allora sarà a qualcuno di cui sai di poterti fidare e che lo amerà come lo hai sempre amato tu, solo in modo diverso. Tutto il dialogo con Bond è caratterizzato da quel modo esagerato e arrogante che è tipico delle manifestazioni di sentimenti di Sherlock: se le emozioni non le percepisci nitide come le altre persone tendi a confonderle e a reagire a queste sproporzionatamente. Il semplice fatto che organizzi un appuntamento del genere ne è la prova evidente. Ma minacciare James Bond è un’altra cosa. Quindi, Sherlock, o sei pazzo, o devi adorarlo davvero questo fratello. Ma forse proprio perché ci è passato, Sherlock cerca di mettere 007 difronte all’evidenza dei fatti: sa che vuol dire provare qualcosa per qualcuno ma non essere in grado di concretizzarlo e probabilmente sta facendo un favore a entrambi, Q e Bond. È il caso di dire il fine giustifica i mezzi.
Così arriviamo a una delle parti che mi è piaciuta di più. Se provi in tutti i modi a portare all’esasperazione un agente segreto 00 non puoi stupirti se finisce col minacciarti di morte. Me l’aspettavo in fondo e forse un po’ mi aspettavo anche la stupenda reazione che ha avuto John: protettiva, innamorata, virile, forte. Ho adorato il suo irrompere nella conversazioni in modo così aggressivo e contemporaneamente così dolce, un momento di perfetto coronamento al loro continuo sfiorarsi sotto il tavolo: una coppia ormai storica, salda come poche altre al mondo.
Che Sherlock abbia fatto tutto in buona fede è ovvio, ma Q aveva tutti i diritti di arrabbiarsi, e tu l’hai fatto arrabbiare in modo così IC che ci ho visto davvero una scena di vita vissuta, soprattutto in Sherlock che rimane impassibile e appare ferito solo dietro alla lastra di ghiaccio appena sfregiato che sono i suoi occhi. Mi sono rivista da morire nel detective, che lascia che tutto gli scivoli addosso, consapevole che prima o poi quella reazione sarebbe arrivata, ma che non può impedire ai ricordi dolorosi di graffiarlo da dentro, quando parole urlate li richiamano come il diavolo i suoi seguaci. Contemporaneamente, ho sentito vibrare i sentimenti di Q: una rabbia incontenibile, incrementata dalla mancanza di reazione dell’altro, il desiderio di incrinare quell’apparente indifferenza e , subito dopo, il pentimento di chi ha parlato per istinto, dimenticando un momento quello che è, quello che è stato. Nelle scuse di Q c’è tutto l’affetto che sente per Sherlock, tutto il legame stretto che evidentemente non ha ne con Mycroft ne con nessun altro al mondo: sono due diversi che riescono ad esserlo insieme, incastrando, a volte con fatica, le loro inadeguatezze, formando un duo che parla per codici e sguardi esclusivi. Li adoro, come coppia, e li capisco: credo che Sherlock in questa ff sia estremamente fortunato ad avere qualcuno (oltre a John, chiaro) che sa amarlo e sopportarlo nonostante tutto, essendo pure lui non ordinario, e tu gli hai dato questa fortuna attraverso un flusso di parole così elegante e preciso da lasciare i sentimenti e il passato palesati senza davvero essere pronunciati.
Ancora una volta perché so che significa, l’antipatia di Sherlock per i contatti fisici ribaltata a elemento di esclusività per il fratello, è meravigliosa per come l’hai messa. Se è ovvio che le persone come il detective non amano essere toccate, è altrettanto ovvio che c’è sempre qualcuno che, nel rappresentare un’eccezione, rompe questa barriera. Sia questo un tocco con sfumature sessuali come quello di John, o uno di puro affetto quasi infantile. Q che si rifugia nella sua spalla e lascia scorrere lì una serie variegato di emozioni è la cosa più dolce e stupenda del mondo. Hai creato un momento bellissimo, in ogni particolare e nel sua dolcezza riesce a rimanere IC in entrambi i personaggi. Brava, davvero, perché è perfetto.
La prima parte della ff, con Q insicuro, dubbioso, sorpreso, Sherlock consapevole, John imbarazzato, mi è piaciuta tantissimo perché rispecchia perfettamente l’indole di ogni personaggio e mette in luce dei lati di Q (che adoro, lo sai) tendenzialmente adolescenziali e amabili, incongrui con il lavoro di responsabilità che fa, ma perfettamente coerenti con la sua giovane età e il suo carattere sensibile. Ma dalla metà della storia in poi ho iniziato davvero a smettere di respirare.
Già con Q vestito per bene (togliti quel maglioncino color cacarella, per l’amor di Dio), la camicia leggermente aperta, l’abito nero, mi avevi conquistata e lasciata senza fiato. Con la dolcezza del fargli togliere gli occhiali e inciampare su una sedia per la miopia mi avevi indotto all’idolatratine. Ma con l’incontro con Bond mi hai uccisa e resuscitata diverse volte.
Io stessa, forse per le tue stupende e dettagliate descrizioni che apprezzo in ogni cosa che scrivi, sentivo il cuore battermi nelle tempie, l’aria entrare a fatica, le parole morire in gola. Ero emozionata, per un appunto a cui stava andando qualcun altro, io che non tremo neanche se devo fare una presentazione davanti a 500 persone, renditi conto. Quando ho visto finalmente Bond, voglio dire, quando HA visto Bond (vedi che mi fai??), stavo praticamente pregando Buddha, Maometto, Gesù e tutte le figure religiose di riferimento che non iniziasse a balbettare, perché altrimenti sarei sprofondata nelle coperte per l’imbarazzo. Per fortuna se l’è cavata bene con i complimenti e le occhiate di 007, ma da “C’è solo un dettaglio che non mi quadra..” ho iniziato a balbettare io. Hai descritto un momento così perfetto che ho quasi paura a recensirlo, perché non so che parole usare per evidenziare quanto sia stato meraviglioso, intenso, epico, particolareggiato, poetico, scenico. La situazione in sé, a livello di idea narrativa, è fantastica, amalgamata nella storia meravigliosamente, un tassello irrinunciabile, un episodio così IC e piacevole che penso davvero chiamerò i produttori dei film di James Bond e li convincerò a inserirlo nel prossimo film. La narrazione poi, mi ha davvero tramortita e il modo che hai tu di riportare i fatti coinvolgendo senza mai annoiare è quella che mi ha fatto innamorare della tua scrittura fin dal Compagno di Stanza. Provo a spiegarti come effettivamente mi sentivo, non so se ci riuscirò.
Lo stomaco di Q si chiude all’istante, il mio è un groviglio di budella, ci vorrà un esperto di nodi per scioglierlo al pensiero di aver sbagliato qualcosa. Dio, Allah, Goku, fate che non abbia sbagliato niente. Per favore. Vi prego.
“Sarebbe?” bravo Q, non fargli vedere che dentro hai i carri di carnevale guidati da ubbriachi, fingiti indifferente in pieno stile Sherlock.
“Questo.”Oh signore, sono più preoccupata per questo che per gli esami di maturità.
La spia alza le labbra in un sorrisetto divertito che uccello di dimensioni notevoli ridi che io e Q stiamo morendo per tachicardia?? e allunga con nonchalance la mano verso la giacca di Q, beato te che lo fai con nonchalance, l’avesse fatto q avrebbe scambiato le tue narici per i bottoni aprendo lentamente il primo bottone e fu così che io morii per infilare le dita che fai con le dita ?!?! nella tasca aah e prendere gli occhiali aaaaah, tirandoli fuori e richiudendo poi con eleganza il bottone. Un attimo dopo, gli occhiali sono adagiati sul naso di Q Dio mio, signore Gesù, tutti i santi e gli apostoli, datemi dell’ossigeno, ora. e le labbra di Bond raggiungono il suo orecchio sinistro ecco, qui, esattamente ora, sto per morire. sussurrando oddio le labbra di Bond che sussurrano con tono leggermente malizioso pure in tono malizioso?? ADDIO.
“Respira Q. Ah già, avevo dimenticato di farlo. Ho promesso a tuo fratello che ti avrei tenuto vivo e in buone condizioni.. questo non esclude il fatto che tu possa galopparlo fino a non farlo sedere per giorni, ma come vuoi E sappi che ti preferisco con gli occhiali, sei più tu. Dopo questa affermazione, ti amo Bond, sallo.”
Il bacio è raccontato con un’abilità d’esposizione tale da coinvolgere, emozionare e lasciare tanto, e successivamente, in una seconda analisi più attenta, da far si che chi legga rimanga ammirato di fronte alle tue capacità di scrittrice, secondo me davvero sprecate per essere limitate a efp. Q che finalmente si scioglie, sotto quelle labbra che ha desiderato tanto e che sono la fine dei dubbi atroci che caratterizzano una relazione non definita e che ne chiede ancora è davvero l’amore in quanto tale.
Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di eventi che tu hai saputo abilmente descrivere lasciando al lettore quella libertà che gli permette di immaginarsi la situazione secondo i proprio gusti, ed è una tecnica che ho sempre adorato fin dai primi libri che ho letto.
Paradossalmente, nonostante sai quanto l’avrei voluta leggere, il meglio di te l’hai dato non mettendo la lemon. Perché nel tuo non dire nulla, hai detto tutto. Perché hai dato dei dettagli, hai inserito degl’input, dei nodi fondamentali di quella notte, attraverso i loro ricordi e il loro dialogo, che hanno fatto si che io ricostruissi la scena interamente nella mia testa e che questa i rimanesse incisa dentro con più intensità ancora di quanto avrebbe fatto de l’avessi effettivamente descritto, proprio perché è come se l’avessimo scritta insieme: tu hai gettato le basi e io l’ho ricostruita dentro di me. E lasciami dire Simona che giocare a fare un puzzle con te è una delle esperienze narrative più belle che si possano fare.
Il dialogo finale è tutto quello che c’è da dire di questa coppia: l’ironia sottile di uno, i modi vagamente impetuosi dell’altro, il loro essere diversi e complementari. L’hai reso molto veritiero ed è una conclusione straordinaria per una ff che non meritava altro. Questa frase, in particolare l’ho adorata: “Comunque tuo fratello è uno stronzo di prima categoria, e non mi piace questa cosa che ci tengano sotto controllo. Devo per caso temere di ritrovarmi a pezzi in fondo al Tamigi domani, dopo tutto quello che ti ho fatto stanotte?”. Fantastica e divertente. Oh beh, dopo questo scambio di battute, ovviamente: “Io non sono mica vecchio come te, James..”
I baci di Bond si trasformano in un leggero morso nell’incavo tra pollice e indice, che strappa a Q un mugolio deliziato più che infastidito.
“Non devo mica ricordati che questo vecchio, come dici tu, ti ha fatto urlare senza vergogna per tutta la notte e implorare pietà, vero?”
“Colpito e affondato.”
Bellissimo e di un’ironia così sottile da essere degna di Sherlock.
Non so più come dirtelo, ma è davvero una delle cose migliori che tu abbia scritto, una piccola opera d’arte. Questa coppia ti fa davvero bene, non vedo di leggerne ancor. Intanto, grazie per questo gioiello e per i momenti speciali che mi hai concesso. (Recensione modificata il 04/02/2013 - 02:50 pm) |