Sono di nuovo qui più attiva che mai...e recensisco immediatamente.
[In quell'occasione, il tema era il ghiaccio. Sull'invito all'evento – già, c'era l'invito e non un biglietto di carta sottile mal strappato – c'era scritto in grassetto di presentarsi in abiti di color bianco o azzurro chiaro e che le tonalità troppo scure di blu non erano ammesse]
Tema più afferrato e meraviglioso non potevi scegliere. Mi sono immaginata ancor prima di leggerlo nelle righe seguenti.
Tutto bianco e tutto sbrilluccicante ... come diamanti.
[Sarei risultato un cucciolo di pinguino: ridicolo e goffo]
Un amore insomma ;)
[Insomma, di fatto, eravamo molto diversi. Lei era molto più socievole di me, più estroversa; io ero solo un ragazzo goffo che studiava troppo.
I presupposti per una buona relazione non c'erano, ma forse non era giusto basarsi solo su quelli]
Gli opposti si attraggono, non lo sai Simon?
[«Preferisci passare direttamente al discorso sul sesso?».
Strabuzzai gli occhi. «Mamma!». Dalla bocca mi uscì fuori un tono stridulo, raccapricciante]
è sempre imbarazzante parlare di questo argomento con i propri genitori ahahha!
[«Stai benissimo» esclamai e la vidi voltarsi. Abbozzò una risata, forse d'imbarazzo e aspettò che la distanza tra noi si riducesse a qualche centimetro. «In realtà, in questo momento sento la mancanza della divisa scolastica» disse, portandosi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
«Oh, ti sta bene anche quella».
«Credevo di esser sempre io a fare i complimenti».
«Mhm, no. Ne sono capace anche io»]
It's a sweet moment :3
[Johanna mi sorrise e mi tenne la mano per tutto il tempo. Mentre ci inoltravamo per le strade trafficate di Chicago, lei poggiò la testa sulla mia spalla e socchiuse gli occhi. Mi pareva incredibile che fosse la stessa ragazza in grado di tener testa ad un bullo o di fare pazzie a scuola. In quel momento sembrava tutt'altro che temeraria, manifestava un atteggiamento esile, docile ed indifeso]
Ma io amo queste piccoli gesti che rendono il rapporto così genuino e puro.
[Stavo dannatamente bene, ma non era quella felicità euforica derivante dalla casa nuova e dalle cose materiali. No, era qualcosa di diverso, qualcosa che, in realtà, non avevo mai avuto, nemmeno con Tiffany.
Niente brutti pensieri, niente eccessive analisi sulle persone che mi stavano attorno, niente problemi inesistenti e soluzioni alquanto vaghe. Niente, nulla di nulla. Quel benessere raggiunse il picco quando Johanna sollevò il capo e poggiò le labbra sulle mie. Ormai ero abituato ai suoi baci spontanei e dolci, o meglio, avrei dovuto esserlo; solo che, quella volta, proprio come era accaduto in piscina, quando mi staccai, mi mancò il fiato. La cosa strana era che non c'era stata foga in quel momento, ma non diedi molto peso a quel particolare. Del resto, il mio cuore stava battendo all'impazzata: la mancanza di respiro avrebbe potuto essere dovuta a ciò]
Immagino che voglia dire questo provare amore per qualcuno. Però, forse con lei succede qualcos'altro per via di ciò che è?!
[La sua frase venne interrotta, stroncata a metà.
Le ero finito letteralmente addosso ed entrambi rischiammo di cadere. Mi appoggiai a lei, per non capitombolare sul pavimento e barcollai per tornare ad avere un equilibrio stabile. Non appena lo feci, mi ritrovai davanti la faccia strafottente di Jason, con un mezzo sorriso ironico e divertito in volto. Dietro di lui, con le mani nelle tasche, stavano Carl e Jerry]
Oh ma che coglioni che sono questi. Ma farsi una canna di gruppo no? Così non rompono agli altri?
[«Jason è un'idiota» esclamò, non accennando a porre fine a quella nuova occupazione. Io la lasciai fare.
«Già, ne so qualcosa» sussurrai, in risposta.
«Dico sul serio. Cosa... Cosa gli costa lasciare in pace la gente almeno per una sera? Siamo ad un ballo, non c'è nessuna competizione qui».
«Mhm, forse il mio vestito era meglio del suo»]
ahahah! Bella questa.
[Stavo ancora tentando di porre rimedio a quel disastro, quando il silenzio in cui l'ambiente era avvolto venne bruscamente interrotto. Udii un urlo, di una ragazza: forte, chiaro, nitido]
Proprio da: che cazzo è successo?
[In situazioni normali, sarei corso via anche io. Avrei seguito la massa, verso un luogo più tranquillo, più sicuro, ma, recentemente, avevo smesso di pensare solo a me]
E beh, com'è giusto che sia.
[Continuai a sbracciarmi, per farmi largo tra tutte quelle persone e, alla fine, ci riuscii.
Raggiunsi la sala del ballo, ma Johanna non era lì.
Non c'era più nessuno lì, a parte Jason, steso a terra, in un angolo remoto di quel gigantesco posto, immerso in una pozza rossa]
E mo? A logica tutti compreso Simon sarebbero portati a pensare che l'artefice di tutto è Johanna, ma è così? O no?
Cazzo l'ultima scena mi lascia un'ansia a dosso assurda. Devo leggere il continuo al più presto. Tipo..domani. Aahha!
Straordinario capitolo anche questo e il modo in qui stai facendo evolvere la scena mi piace un sacco...(se sono ancora qui a leggerla è ovvio) Ahahah! Seriamente, sei grandiosa. :)
Mi farò sentire presto...tipo domani...e ti farò sapere cosa penso degli altri capitoli. Ciao. Ciao. |