Un'altra delle tue storie, semplicemente bellissime (infatti l'ho messa tra le preferite). Ci ho messo una decina di minuti a leggerla, l'ho completamente divorata per com'è bella (e meno male che è un racconto da niente che hai scritto per le tue scrittrici preferite). Inizialmente pensavo che il protgonista fosse solo Daniel, ma poi ho capito che gran parte della storia è dedicata anche ad Ines. Un po' strano che uno zio porti suo nipote, a dieci anni, in un bordello ;) e ancor di più la vita di Ines, vissuta fra le puttane, che poi le insegnano il mestiere. Il primo incontro tra Ines e Daniel mi ha fatto sognare... ho immaginato un bambino, sperduto in un mondo che non conosce, pericoloso, che trova per caso una bambina come lui che gioca spensieratamente. Il continuo è un po' triste, ero fermamente convinta che fosse un genere romantico, basato sul rapporto tra Ines e Daniel, eppure no, Daniel, divenuto adulto, si innamora di un'altra ragazza... Sono stata stupita che Ines non si sia rattristata, anzi, che era felicissima. Un segno che non provava amore verso di lui, ed evidentemente nemmeno lui verso di lei. Il continuo della storia di Ines è tristissimo, vive in solitudine come ha sempre fatto, lentamente muiono tutte le pùttane, Mama Grande compresa, e lei diviene una specie di capo del bordello. Mi ha incuriosito il "lavoro" che svolegeva, iniziato casualmente su una panchina del porto. Come si può essere felice di una vita vissuta così in solitudine? 
Dopotutto nemmeno Daniel ha trascorso una bella vita, sua moglie muore e non hanno bambini, quindi si può dire che rimane solo anche lui. La morte dello zio mi ha molto rattristito, mi è dispiaciuto che quell'animo allegro e vivace sia morto, ma tocca a tutti. E Daniel e Ines tornano a fare ciò che da giovani avevano sempre fatto: confidarsi. 
Semplicemente WOW