Recensioni per
Fra chi vince e chi fugge
di Trick
Veramente molto ben riuscita questa fic. Sì, a tratti ha veramente un che di pre-slash (anche il titolo può esser visto come un'allusione al celebre detto "In amor vince chi fugge"), ma non mi sembra necessariamente l’unica lettura; direi, piuttosto, che l’indifferenza di Blaise è minore di quella, davvero monumentale, che vediamo nella prima scena (e che ipotizzo possa corrispondere ad un meccanismo di difesa relativamente semplice). Dopotutto, la stessa Row ha detto che i Serpeverde hanno un istinto di sopravvivenza più forte degli altri, citando ad esempio il ritorno di Lumacorno con il resto della sua Casa… accompagnati, però, dai rinforzi che han pensato bene di radunare (il fatto che, in realtà, nel libro questa scena vada letta *parecchio* tra le righe deve esserle sfuggito, ma non importa). Blaise non è un eroe e non apprezza un eroismo fine a sé stesso; secondo me, prova un pizzico di invidia per quel genere di coraggio… non, però, per il modo in cui viene esercitato. E ha anche ragione, se vogliamo: noi non vediamo nulla della storia dell’ES a Hogwarts e della sua lotta clandestina, ma mi sembra piuttosto evidente che si tratta di una battaglia di testimonianza, assolutamente inutile in termini militari. Se non nella misura in cui fa trovare a Harry e all’Ordine della Fenice truppe ben addestrate, quando arriva il momento della battaglia. Lo spettacolo di un purosangue che più purosangue non si può, come Neville, che rischia tutto per una causa sconfitta può aver fatto vacillare molte lealtà; i sicuro scuote chi, come Blaise, non si sente granché coinvolto in alcuna causa; però non costituisce un mezzo rispetto a un fine, non è una lotta condotta in vista di un risultato, è un “Datemi la libertà o datemi la morte!” urlato a pieni polmoni in un momento in cui il solo esito possibile sembra la morte; e quindi, se a Blaise sembra assurdo, io non posso che dargli ragione. Perfino la follia di Gandalf ed Elrond, che mandano l’Anello alla distruzione sul Monte Fato anziché cercare di rendersi suoi padroni, risponde ad un piano ben preciso; più modestamente, ma in modo non tropo diverso, dal punto di vista Zabinesco la povera Sally-Anne Perks (fatta Evanescere perfino dalla Rowling, non so se mi spiego…) non aveva alternative e le restava soltanto la scelta tra morire e basta o morire provandoci. Invece, secondo me, la cosa migliore che avrebbe potuto fare l’ES sarebbe stata trasformarsi in un vero esercito e organizzare una guerriglia… ma fuori delle mura di Hogwarts. Sì, d’accordo, la frequenza è diventata obbligatoria sotto il nuovo regime… però non sappiamo nulla delle possibili sanzioni. E comunque, nulla avrebbe impedito di usare la Stanza delle Necessità come base operativa: chissà fin dove può spingere la propria creazione di tunnel! Scusa la digressione. Secondo me, quindi, Blaise da un lato si sente un po’ disturbato e un po’ intrigato da un comportamento che proprio non trova posto in uno schema di calcolo mezzi/fini, costi-benefici; dall’altro, a battaglia finita, si ritrova alle prese con un’incertezza a ben più ampio spettro, quella sul futuro in generale. L’incertezza su come possa essere un mondo in cui, contro ogni aspettativa ragionevole, e a fortiori razionale, hanno vinto quelli come Paciock (e, secondo me, proprio perché il personaggio si è evoluto in un senso tutt’altro che “pacioccone”, il cognome affibbiatogli in italiano acquista una pregnanza notevole). A tratti, vien fatto di pensare - complice anche l’andirivieni temporale nel corso della narrazione - che Blaise non faccia che incontrare il proprio doppio. Non direi la nemesi: l’esito dell’incontro con il doppio può essere diverso e qui resta aperto, ma non sembra distruttivo. |
Ciao! |
Ciao di nuovo! Ironia della sorte, sono passata anche questa volta per una storia che ha vinto degli Oscar, anche se decisamente diversa dalla precedente. Il confronto tra Neville e Blaise durante la guerra è uno spunto molto interessante, tanto più che c'è un intero anno in cui abbiamo seguito soltanto le avventure del trio e sappiamo poco di ciò che accadeva a Hogwarts. Eppure anche Neville, Luna e gli altri sono degli eroi, perché trovare la forza per ribellarsi in una situazione del genere non è facile e chiunque di loro, come fa Blaise, poteva limitarsi a chiudere gli occhi e salvare la pelle. |
Non so davvero da dove iniziare, dunque inizio con un salve, ho trovato per caso la tua storia, non convintissima l'ho aperta e leggendola l'ho trovata meravigliosa. Credo sia una sintesi piuttosto accettabile. |
Molto bella e la scelta di scriverla dal punto di vista di Zabini dà quel velo di cinismo che, vista la situazione, male non ci sta. Anzi. Neville e Zabini sono due personaggi che ho imparato ad apprezzare più nelle fan-fiction che nell'opera originale: il primo perché è davvero quello che cresce e matura (non so se sono solo io, ma Harry continuo a vederlo come un bambino capriccioso), il secondo perché affronta la realtà con quell'indifferenza e cinismo che avrei anch'io. Insomma, mi sono rispecchiata tanto nel comportamento di Zabini (a questo punto so già dove mi manderebbe il Cappello Parlante), |
direi che le note sono altrettanto strepitose della storia. ergo l'ho apprezzata dall'inizio alla fine, letteralmente. |
La cosa del galeone è geniale. Credo che sia il dettaglio che ho apprezzato maggiormente. Per il resto, non so se considerarla pre-slash...se tu non l'avessi scritto lo farei, ma ora che hai specificato che potrebbe esserlo, automaticamente l'ho interpretati come scambi di conversazione pseudo-amichevoli. Uhm. |
Sono seriamente in difficoltà nel fare la recensione a questa storia. |
Ebbene. Niente slash. |