Take me to a true elsewhere, cantava Oluha. |
Non ti smentisci mai, Mel. E più passa il tempo più vedo il tuo stile migliorare sempre più, rivelando un'impronta eclettica sui temi trattati e come sai rendere il dolore tu, vivo, tangibile, amaro, lo sappiano fare davvero in pochi. I ricordi di Oluha, i pensieri di Kazuhiko, il sorriso amaro di Yuuko e la morte di Watanuki sono tutti un concentrato di sofferenza, come se stessi analizzando le mille facce del dolore. Incredibile poi la prosa, sempre più somigliante a quella di Baricco, in un gioco di chiaro-scuri e riflessioni che ti entrano dentro e non ti lasciano scampo. Davvero incantevole e sublime piccola Mel. Come sempre. |
Questa storia si è classificata ottava su quindici partecipanti alla I Edizione della Disfida di Criticoni (www.criticoni.net), col punteggio di 100/150. |
Kazuhiko e Oluha...Personaggi così meravigliosi con una storia tanto tremenda: e tu sei stata bravissima a riprenderli perfettamente, descrivendo il momento drammatico del funerale di lei. Alcuni passaggi mi hanno messo i brividi...Il momento in cui lui realizza davvero che lei è morta e ripensa alla promessa che le aveva fatto, per esempio. E poi, questa specie di apparizione di Yuuko...O meglio, questo incontro (in mondi e tempi diversi, immagino...) con Kazuhiko. Una buona interpretazione di come potrebbe essere Yuuko in un momento di dolore. Anch'io credo che manterrebbe quel sorriso e non mostrerebbe i suoi sentimenti...ma li lascerebbe intuire fin troppo bene. L'idea della morte di Watanuki mi ha messo addosso una tristezza tremenda (suppongo che ascoltare il best of delle canzoni angst dei Blackmore's Night non abbia aiutato...) |