Recensioni per
Anita
di miss dark

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
07/06/13, ore 19:52
Cap. 1:

Mi ha scosso un po', forse perché la tua descrizione di Anita potrebbe essere adattata anche a tante persone che ho conosciuto in parte (sempre che sia possibile conoscere una persona del tutto), o almeno posso dire di aver visto passare. Non è insomma un personaggio con caratteristiche inventate o -tanto meno- stereotipate. E la storia è tanto più triste quanto più è reale; vivere dentro la vita e non ai lati è un problema che può essere compreso solo da chi lo ha vissuto, almeno un po'.
Quindi è impossibile, leggendo, non provare un po' di compassione umana per il tuo personaggio, mentre esponi semplicemente le varie tappe della crescita che ha attraversato. Ed è anche sorprendente quanto tu sia riuscita a condensare una serie di significati profondi in un racconto così breve. Il narratore parla, racconta, ci restituisce il punto di vista amorevolmente distorto della madre e quello suo personale - un osservatore, un amico distante. Ma il narratore sa benissimo di parlare per ipotesi - può solo fare supposizioni su quello che Anita sta vivendo, può solo immaginare che la sua serenità non sia sinonimo di felicità. 

La vita ha bisogno di essere vissuta dal di dentro, e ci sono muri che sono lì apposta perchè bisogna prendere coraggio e sbatterci contro finchè non si impara a scavalcarli. è triste pensare che qualcuno debba rimanere indietro - debba essere lasciato indietro. Perché la colpa anche in questo caso è un po' di tutti, e tutti siamo responsabili.

Recensore Junior
02/04/13, ore 13:45
Cap. 1:

Bellissimo racconto! L'ho letto tutto d'un fiato, trovandolo sorprendente. Sei riuscita a caratterizzare il personaggio con acutezza ed anche il mondo attorno, pur con pochissimi tocchi, appare e vero e ben delineato, naturalissimo. E' una storia semplice che parla della vita vera, di fatto, e questo carattere si può trovare in qualsiasi ambiente. M'è piaciuto molto, forse un po' inquietante la presenza della madre, soprattutto alla fine; sembra quasi che il personaggio sia inibito da questa presenza ingombrante, da una parte, ma dall'altra ne è anche forza motrice, un rapporto ambiguo ma necessario. Penso che questo tipo di rapporti famigliari sia onnipresente in Italia, a volte può essere uno sprone ma a volte riesce ad essere qualcosa di distruttivo. La parte delle attività pomeridiane è molto vitale e spontanea, anche divertente dato che c'ho trovato un mucchio di mio: quando incominciavo qualcosa di qualsiasi tipo non vedevo l'ora di smetterla XD Lo stile complessivo poi è buono, molto sobrio e paratattico, ogni tanto ci sono virgole in più ma secondo me è meglio esagerarle che stare agli obblighi scolastici di punteggiature, tutti i maggiori prosatori mettono la virgola prima della congiunzione e, non vedo perché non bisogna farlo se può essere utile dal punto di vista espressivo! In complesso benissimo, e solitamente io non leggo la prosa su questo sito, perché fatico e all'80% si rivela una lettura inutile se non orribile, questo appartiene al 20 % :D Saluti!!

Recensore Junior
16/03/13, ore 19:04
Cap. 1:

Non so bene come abbia fatto ad arrivare al tuo profilo, ma mi ha fatto molto piacere leggere questa storia, indubbiamente. Non ho nemmeno letto la trama, ho letto il titolo e ci ho cliccato sopra. È stato naturale, un po' come il tic di Anita.
Mi piace questa storia, mi incuriosisce questa ragazza e ho apprezzato molto il modo in cui l'hai scritta. I personaggi come lei non sono i personaggi canonici delle storie e nemmeno della vita, se è per questo, eppure mi affascinano così tanto... È quasi un personaggio bordeline, inconsciamente distante da tutto e da tutti, non si fa toccare e non vuole toccare nulla o nessuno. Sembrerebbe felice così, felice e tranquilla perché questo è il modo in cui ha deciso di vivere, il modo che le riesce più facilmente, certo, ma è davvero così che vuole vivere?
È una domanda che si pone leggendo la fine, leggendo il tuo parere di autrice "io non giurerei si possa parlare di felicità", scrivi e così la penso anch'io. Di certo non è felicità quella della madre che si affanna accanto a lei, immaginando futuri e possibili sogni per la propria bambina che nemmeno parla!
Di solito l'attenzione si attira con gesti eclatanti, personalità spiccate, personaggi eccentrici e luci, colori, caos; Anita lo fa con il silenzio e la sua assenza di tutto. Mi affascina.
"Quando la vita la sfiorava più da vicino, lei, semplicemente, strizzava gli occhi. L'aveva sempre fatto, fin da bambina."
Questa immagine mi ha colpito molto, insieme alla metafora del pesciolino di poco prima.
Sei stata brava, complimenti! Anita l'ho immaginata molto bene

Recensore Veterano
12/03/13, ore 01:42
Cap. 1:

Tre volte.
Tre volte che la rileggo e ancora non mi ha annoiata.
Ho visto Anita, l'ho immaginata, toccata, respirata. Le parole scorrevano sotto i miei occhi, fluide, perfette, e mi entravano dentro come aria: naturali, familiari, conosciute. Non avevo mai pensato davvero a qualcuno come Anita - non coscientemente -, ma ce l'avevo in testa e nel cuore, timori, intuizioni, emozioni, gli sguardi impauriti al mondo troppo vivido e rumoroso. Sei riuscita a mettere su carta un pezzo di me e di tutte quelle ragazze timide dell'ultimo banco, di tutti quei ragazzi che vivono la vita di lato, di tutte quelle persone che strizzano gli occhi e non dicono niente - e questo pezzo di me neppure sapevo che esistesse, non davvero, perché avevo sempre avuto troppa paura di fermarmi e rifletterci sopra. Ma tu l'hai dipinto con così tanta cura e attenzione, con così tanta grazia, che l'ho amato: fai venire voglia di prenderla per mano, Anita, la ragazza timida dell'ultimo banco, la ragazza che vive la vita di lato, la ragazza che strizza gli occhi e non dice niente. Prenderla per mano e proteggerla dal mondo, ma accompagnarla verso la vita, anche: la vita è mettersi in gioco, è cadere e rialzarsi, e rifugiarsi sempre in un angolo lontano è semplicemente esistere. No, neppure io giurerei che si possa parlare di felicità, quando si tratta di Anita; e dà tenerezza, nella sua fragilità, e forse anche un po' l'impulso di scuoterla e urlare Vivi!
Curatissima, fluida, verosimile. Con questa, ti sei davvero superata - e non è facile superare la maniera meravigliosa in cui scrivi di solito.