Recensioni per
Dovah Sos
di Hi Fis

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/03/13, ore 00:15
Cap. 1:

Complimenti, una scena molto triste, pervasa da un profondo senso di ingiustizia.

Ammetto di non amare combattimenti così crudi e brutali ma, trattandosi di un drago e di un licantropo, certamente non ci si poteva aspettare un duello al primo sangue con il fioretto.

Hai sollevato una questione moralmente molto controversa in questo gioco, la scelta di una parte è difficile perché, come spesso succede, le colpe sono equamente distribuite tra tutte e due le parti. Ulfric ha su di sé la colpa di aver scatenato una guerra civile, ha aizzato un fratello contro l'altro. L'Impero, d'altra parte, ha avuto la colpa (o la disgrazia?) di aver accettato troppi compromessi, e ha perso l'autorità necessaria per unire i popoli di Tamriel. Come se non bastasse, c'è in gioco la proverbiale "terza parte" che, come il più vile degli animali necrofagi, aspetta che le due parti si uccidano a vicenda per poi cibarsi dei resti. Hai dipinto molto bene l'immagine dei Thalmor. Posso dire che odio i Thalmor? Li odio. Perché dovrei scegliere tra l'Impero e i Manto della Tempesta? Ehi, Bethesda! Dico proprio a voi! Io voglio scegliere di cacciare i Thalmor! Io voglio annientare quei megalomani razzisti con la puzza sotto il naso! Scusami per lo sfogo, ma era un rospo che avevo in canna da diverso tempo e dovevo sputarlo, ti ringrazio per avermi dato questa occasione.

Tornando a parlare della tua storia, mi permetto di fare un'osservazione. Il dossier su Ulfric riporta: "Status: Asset (uncooperative), Dormant, Emissary Level Approval", quindi piuttosto che definirlo un "agente in incognito" propenderei per definirlo un "agente inconsapevole". Neanch'io simpatizzo per Ulfric, però non penso che collaborerebbe volontariamente con i Thalmor. Ulfric è sicuro di poter opporsi, da solo, sia all'Impero che ai Thalmor e, personalmente, non penso che potrebbe mai farcela. Ecco perché, dovendo scegliere, sarei più incline ad abbracciare la causa imperiale, esattamente come ha fatto Coda-Spezzata.

Comunque, trovo perfettamente plausibile che un licantropo possa lanciare incantesimi, a meno di considerare l'ipotesi che i licantropi trasformati non possiedano magicka, ma non mi risulta.

Mi è piaciuto anche il gioco di parole dell'iscrizione sulla lapide. La scritta corretta sarebbe "...che il sangue di un drago uccise...", ma scrivendo "...che il sangue di drago uccise..." il nostro eroe si prende la colpa e la responsabilità della morte della ragazza, anche se alla fine non è stato lui ad ucciderla.

Spero di non aver divagato troppo, ciao e alla prossima.



P.S.: se mi permetti, ti faccio notare una piccola svista. Alla penultima riga del racconto c'è un "Chiunque si mosse messo..."
(Recensione modificata il 26/03/2013 - 12:19 am)

Recensore Veterano
25/03/13, ore 16:16
Cap. 1:

Che bella sorpresa: non solo una storia nuova, ma tua! L'altra tua storia mi era piaciuta molto e apprezzo la possibilità di conoscere meglio Coda-Spezzata.
Il primo paragrafo è molto tranquillo, molto "normale" e quindi adatto alla presentazione della giovane Aeta. La scelta di rivelarci fin dall'inizio che la povera ragazza farà una brutta fine all'inizio mi ha fatto storcere un po'il naso: preferisco le sorprese. Leggendo ulteriormente però devo ammettere che mi sono ricreduta: non solo vivacizza l'incipit ma mette una specie di filtro fotografico freddo all'intera storia. Un dettaglio che cambia l'intera atmosfera.
Il combattimento è mozzafiato: prima la consapevolezza del pericolo (forse i pensieri di Aeta starebbero meglio con un segno di dialogo diverso dal discorso diretto), poi la paura nuda e cruda... e la sorpresa! Ho trattenuto il fiato anche io quando il licantropo si è scagliato contro il drago. Rendi molto bene la tensione e, soprattutto, il senso di smarrimento di fronte a due creature così spaventose che si affrontano.
Sai che non avevo mai considerato l'ipotesi che un licantropo potesse parlare? Mi sono comunque trovata a sperare che la sua vicinanza sia stata di qualche sollievo per la povera Aeta: la sua morte avviene sì "off stage", ma in quell' "oh", in quella sillaba c'è davvero molto: stupore, mancamento... mi è davvero spiaciuto. Da Imperiale non riesco comunque a giustificare questa guerra e la perdita di tante vite giovani. Il senso di colpa di Coda-Spezzata riflette tutto ciò che penso, in fondo.
Quindi: una storia che, nei contenuti soprattutto, mi è piaciuta molto. Il tema della guerra è centrale ma non invadente e c'è ampio spazio per riflessioni più profonde.
A livello formale però tisegnalo qualche svista: "Non c'è ne bisogno" sopra tutte, perché mi è proprio saltata alla vista subito, e "Qual'è", che non vuole l'apostrofo; ogni tanto mancano gli spazi dopo i puntini, ma potrebbe essere colpa di Word (a me segna come errata la versione corretta, pensa te); e sicuramente colpa di Word è la formattazione di Grande-Marcia (ma anche Coda-Spezzata, per lo stesso motivo), con lo spazio dopo il trattino. L'ho notato non perché sia chissà che errore, ma ricorre spesso.
Alla prossima! :)