Ogni parola di questa flashfiction è così energica, espressiva e sentita che fa figurare la scena come se si avesse davanti agli occhi. Il kekkai che fa in frantumi, il ponte che crolla, Subaru che stringe Seishiro, gli occhi di Subaru che trovano vita nella morte del suo amato e poi il crollo, quello definitivo, fisico, mentale, emotivo, perché "non si era mai accorto davvero di quanto Seishiro ne fosse il baricentro, l'inizio e la fine." e con questa bellissima hai sintetizzato l'anima di Subaru, quella che vuole abbandonarsi all'ultimo diritto della vita (finalmente rianimata): morire.
E' stata una lettura poetica e dolorosa, per questo bellissima ed indimenticabile. Complimenti.

Bene. Credo sia superfluo specificare che io nelle prime due strofe di Skyfall ci veda 'sti du' cretini spiccicati, ma immagino tu lo sospettassi giusto quel vago puntino... Cioddetto, passiamo alla sequela di ASDGHJKJHGF che costituisce la mia recensione. Comincio col dire che il primo periodo, con Subaru che immagina specularmente la propria morte, è veramente un capolavoro di simmetria, più straziante che indulgente e morboso, eppure crudo e così adatto a quello che (almeno nel mio headcanon) deve essere il suo immaginario, dato il desiderio di autodistruzione che lo spinge avanti tutto il manga. Quello che emerge in così poche righe, con brillantezza, è la tua caratterizzazione di Subaru, straordinariamente poliforme e definita, che fino a quel momento è un coacervo di sentimenti contrastanti, che lì, su quel ponte, sembrano placarsi, come se, di fronte alla morte, venissero travolti dalla loro stessa potenza. Ma emerge con prepotenza anche un altro Subaru, quello di un uomo che si fa trascinare nella corrente di un destino che Seishiro ha ritracciato per lui per capriccio, e a cui non è in grado di opporsi nemmeno mosso dalla disperazione. Thumbs up. *_*.