Per la serie "quando la voglia di scrivere colpisce nel periodo dell'esame di storia", signori e signore, sono orgogliosa di avere finalmente tempo e modo di recensire con calma l'incipit di questa fan fiction - dopo un ritardo orrorifico di cui si spera tutti si dimenticheranno in fretta, coff.
Che dire? E' la seconda long fic con una continuità di trama e di tempo nei capitoli che vedo nascere, almeno per quanto riguarda questo fandom, e devo dire che, se Novel of a Dreamless è partita come uno scherzo nei confronti delle ficcyne a modo in cui la protagonista la fa franca in virtù delle sue gambe chilometriche, del suo indomito coraggio e cazzi e mazzi vari, Ume Nikki è assolutamente l'opposto.
Le parole con cui si apre illustrano di per sè un'indole ben più seria e il riconoscimento di una spinta già in boccio malata. Ma d'altra parte altro non ce lo si più aspettare, se nella stessa frase sono riunite Murasaki Shikibu e il Padiglione delle Peonie - perché basta una parola, anzi due, "rinchiudersi" e "monogatari", per rendersi conto di quello che succederà.
Ma partiamo dal vero inizio della storia, o finirò per fare uno spoileraccio involontario >_> e a quel punto mi fustigherei da sola.
Abbiamo una sconosciuta in una stanza. Vecchia, rugosa, senza più l'impermanenza della sfioritura iscritta semplicemente nel destino - quella se la porta già addosso, nel sangue, in ogni menzione all'indifferenza verso il mondo esterno e i desideri comuni di sopravvivenza. Uno, ben più impellente e più vitale, è quanto davvero le preme ora.
E quel desiderio si manifesta in Chizuru. Se possibile la creaturina più inutile di questo universo, e che tuttavia si è affilata in questi anni. Sarà per la presenza particolarmente ampia di un certo particolare clan che tu ben sai più avanti, ma mi ha ricordato bene gli altri oni. Amagiri per la quiete, Kazama perchè, suo malgrado, un minimo di acciaio è germogliato anche in lei e, soprattutto, Kyou, per la diffidenza asciutta che mette sotto a tutto, anche quando finalmente le viene detto il perché della sua convocazione.
Ma alle sue spalle...ah, alle sue spalle li vedi tutti. Anche se parlano solo di Hijikata, sono tutti lì. Nell'ombra di Chizuru. Okita, Todou, Harada, Saitou - li si intuisce come se fossero con le dita allungate a sfiorare Chizuru, ormai donna, ormai cresciuta, un fiore nel sangue. E' tristissimo, ed è bello allo stesso tempo vedere un richiamo alla sua volontà silenziosa, alle lacrime che ha smesso da un pezzo di versare.
E' una morte e una rinascita. Una fine e un inizio.
Posta il seguito, per favore, non è bene far attendere troppo uno spirito. Neanche uno che ha messo radici per troppo tempo, if you know what I mean, per diventare impaziente.
Kei |