Torno adesso dall'uni, do una sbirciata al tuo profilo e trovo una storia nuova di pacco; eddai, ammettilo che ti pagano per scrivere a questa velocità supersonica!
A giudicare dagli avvertimenti e dall'intro ne uscirò devastato, quindi scherzo finché posso (ho cliccato sul link a cui ti sei ispirata e temo il peggio, ecco). Leggo e torno.
...
...
Amica mia dolcissima, tesoro di zio Fil: NON PUOI. Non puoi divertirti a smaciullare il cuore della gente così a caso, lo capisci? Come presumevo ne sono uscito completamente distrutto e se da un lato un po' ti sto odiando perché la tua crudeltà non ha limiti, dall'altro ti ringrazio (masochisticamente) per questa botta colossale d'angst, ché è in certo senso catartico. Non belavo così da mesi, per tua informazione.
E' tutto così perfetto e doloroso, così giusto e sconsideratamente annichilente... E il finale, porca miseria. Il finale è stata la mazzata definitiva.
1) E’ la storia di una terra remota, in cui nessun esploratore cristiano si è mai avventurato, dove il sole sorge prima che nel resto del mondo. E’ la storia di un palazzo imperiale, di un giardino pieno di camelie in fiore, del giovane erede al trono e del suo fedele servitore; del loro amore clandestino che li condannò a morte. La voce trema e si spezza nel ripetere le parole con cui l’anziano imperatore maledì i due amanti –destinati a rinascere infinite volte, trascorrere le loro vite a cercarsi, ritrovarsi e di nuovo perdersi fino alla fine dei tempi.
2) Il sacerdote, impartita la benedizione, scende celermente dal patibolo affinché il boia compia il suo dovere; l’uomo si prepara e solleva la pesante ascia in aria, in attesa di un cenno da parte del Re. Jongin non sa quale disperato istinto lo spinga a guardare un’ultima volta in direzione di Sehun, fatto sta che lo asseconda e ciò che vede gli gela il sangue nelle vene.
Sehun sorride –una gioia malvagia e feroce traspare dai suoi occhi; sillaba qualcosa, Jongin legge il labiale e si sente morire (ironico, date le circostanze): Troppo tardi, mio principe. Negli ultimi istanti di vita che gli restano prima che la lama, fendendo l’aria, gli tranci di netto la testa, Jongin finalmente capisce: Sehun, il suo antico servitore, ricorda. E non l’ha perdonato. RIPETO: STO MALE.
3) E Jongin, che non può parlare perché ai cani non è concesso, si limita a scodinzolare e a trotterellargli accanto. L'ho già detto che sono devastato, sì?
4) Il caso vuole che Jongin sia sufficientemente sprovveduto da saltargli alla gola quando questi tenta di trascinare in un vicolo una bambina di neanche dieci anni per violentarla, e abbastanza bello da far cambiare idea al mercenario. Jongin stringe i denti e trattiene le lacrime, subisce lo stupro bisbigliando le peggiori imprecazioni a mo’ di anatema contro l’uomo. Intimamente però prova un senso di sollievo per aver risparmiato alla bambina -figlia di una vicina- un supplizio simile.
Non si riconoscono, non in questa vita. Ma ricordano.
5) Il loro primo bacio è come un raggio di sole che fa capolino da un cielo coperto di nuvole: sa di primavera e gelsomino, con un retrogusto di succo d’arancia.
Finalmente, è come dovrebbe essere, pensa Jongin -e non sa nemmeno il perché. *piange*
6) Niente è eterno, a questo mondo, tanto meno la loro parvenza di felicità.
I ricordi cominciano a venire a galla e Sehun, che tra i due è sempre stato quello fragile ed emotivo, ne rimane annientato. Non riesce più a guardare in faccia Jongin, nonostante l’amico lo supplichi e lo tenga stretto a sé durante le crisi di pianto.
“Sehun, non pensarci. E’ passato, Sehun, è tutto passato; io sono qui”.
“Ti ho visto morto, Jongin!” urla l’altro, le braccia ricoperte di graffi. “Ho gioito quando la tua testa è rotolata giù dal patibolo, e quando ti ho-” non riesce a concludere la frase, ma Jongin capisce.
“Eri… tu? Quel soldato?” mormora, irrigidendosi impercettibilmente ma senza allentare la presa.
Il singhiozzo soffocato che riceve in risposta è sufficiente.
Sehun si taglia le vene un pomeriggio di settembre, alcuni giorni prima che ricominci scuola. I genitori lo trovano quando ormai è troppo tardi e l’acqua della vasca, di un rosso plumbeo, è diventata fredda.
Lascia un biglietto per Jongin, poche parole vergate nel suo corsivo preciso: Ti amo, ma non ce la faccio.
7) “Sì, siamo vecchi amici” sorride lui. “Solo… un po’ sfortunati”.
8) “Mi dispiace. Mi dispiace di non meritare il tuo amore, mi dispiace di non esserci ogni volta che hai bisogno di me. E ti chiedo scusa per tutte le volte che non ti ho riconosciuto, che ti ho fatto del male. Ti chiedo scusa per la mia vigliaccheria e perché non sono mai il primo a ricordare”.
“Promettimi –prometti che mi verrai a cercare. Prometti che mi aiuterai a ricordare quando io non sarò in grado di farlo da solo. Promettilo, Jongin”.
9) Jongin ha paura, perché non sempre Sehun è stato Sehun. Non ha dimenticato il volto ghignante del principe, né quello deturpato del Lanzichenecco.
Sarai davvero tu, la prossima volta?
10) Jongin, venendo meno alla promessa che li lega, decide di non intromettersi nella sua vita. Sehun non ha bisogno del suo aiuto, adesso: c’è un altro uomo con lui, un ragazzo altissimo e con grandi occhi rotondi da bambino, la cui risata sgangherata investe l’androne condominiale come una raffica di vento.
Jongin li osserva dallo spioncino -il modo in cui si baciano, camminano abbracciati o battibeccano per stabilire a chi tocca scendere a buttare la spazzatura- e non può fare a meno di sorridere di fronte alla loro felicità. E pensa, nella solitudine del suo appartamento, che forse è meglio così.
Sono quasi nove mesi che Sehun si è trasferito in quel condominio e sei da quando ha riconosciuto Jongin nell’inquilino del monolocale dirimpetto al suo.
Ha lasciato passare qualche giorno, incerto se andare a bussare alla sua porta con la scusa di farsi prestare dello zucchero o se aspettare che fosse l’altro a fare il primo passo. Quando i giorni hanno cominciato a susseguirsi con fin troppa solerzia fino a diventare settimane, e le settimane mesi, ha capito. Jongin non ricorda. [...] Ha un aspetto magnifico, sembra star bene. Non ha bisogno che uno sconosciuto -beh, non tecnicamente- irrompa nella sua vita… per cosa, poi? Jongin ha già sofferto troppo, a causa sua. Forse è arrivato il momento di farsi da parte e regalargli un po’ di pace. #FEELINGS
11) Quante vite si è lasciato alle spalle? Dieci, venticinque, cento; Sehun ha perso il conto.
Forse questa è una di quelle in cui lui e Jongin sono destinati a non incontrarsi, o in cui uno sarà il boia dell’altro. Forse si mancheranno per poco (la coincidenza mancata di un treno, ad esempio), forse anche stavolta Jongin non lo riconoscerà.
A Sehun non importa. Sehun ha la pazienza della terra, e aspetta. Aspetta un’altra vita, quella giusta, in cui i ricordi non faranno più male e Jongin tornerà finalmente da lui.
Ti odio talmente tanto che ti amo, punto. E viceversa. La pianto qui perché ti ho ammorbata abbastanza, ma direi che il concetto è arrivato forte e chiaro, no?
Fil
P.S. Del soldato gentile non saprei, ma per quanto riguarda il ragazzo di Sehun... è Chanyeol? |