Recensione negativa, assolutamente e ti spiego il perché.
Ci sono di sicuro degli aspetti, nell'uso della lingua, da limare, verbi qua e là errati, punti di sospensione che invece di esser tre, son due, virgole disperse, alcuni errori di battitura e, soprattutto, le virgolette. Deciditi: o dopo metti la maiuscola o non la metti. Non puoi alternare: qua non ci sono le pari opportunità.
Inoltre sono presenti parecchie ripetizioni e, si sa, queste appesantiscono il testo e ci sono interi passaggi nei quali i nessi logici sono assenti o totalmente illogici. Subordinate e coordinate che si relazionano a non si sa bene che cosa, periodi con poco senso, ecc... e questo di certo non aiuta alla comprensione della storia. Se tu stessa non fai chiarezza nella tua testa su ciò che scrivi, come pretendi di poter essere chiara con gli altri?
E, visto che la sottoscritta si documenta, prima di recensire e quindi s'è letta le altre recensioni, sì, siamo umani, no, non è una scusa valida, sì, tutti sbagliamo e no, se te lo si fa notare eviti le sceneggiate napoletane, grazie, perchè la gente ha perso tempo a farti notare le cose che non vanno, quando è molto più facile dirti "sì, è bellixxxima! Continua!!!!!111!!!".
Altra cosa: magari tu hai dieci decimi e sei pronta a pilotare un F-24, ma un carattere tanto piccolo rende difficile la lettura, dato che si perde facilmente il filo e causa mal di testa. Quindi ingrandiscilo.
Altra cosa#2: segnalare i cambi di POV è una cosa atroce. Sia visivamente, sia a livello tecnico: segnala l'incapacità di un'autrice di muoversi tra i vari personaggi e alternare le introspezioni. Se non ne sei in grado, alterna i POV a capitoli, riprendendo anche quello accaduto in precedenza. Visto che, pur essendo tu alle prime armi -lo deduco dal fatto che hai solo due ff all'attivo-, ti dai arie da grande scrittrice, dovresti saperle, queste cose, quindi assolutamente non transigo -come potrei fare con gente che ha appena iniziato a scrivere ed è consapevole di avere un lungo percorso davanti a sé- su questo obbrobrio.
Passiamo alla trama. Premetto: dopo tre capitoli, ne ho avuto abbastanza, quindi ho dato solo una rapidissima scorsa al resto, tanto per vedere dove si andava a parare. Nel baratro, decisamente.
Prima di tutto, la trama non è assolutamente originale. Su questa sezione e su altre, questa storia fa tanto "già letto", proprio perchè si tratta di un intreccio abusato e molto prevedibile. Insomma, non hai inventato nulla di nuovo.
I personaggi, inoltre, mi sono parsi piatti. Ora, è pur sempre vero che coi capitoli si può migliorare, ma nelle occhiate che ho dato qua e là, non mi pare proprio che ci sia il salto di qualità: si tratta di personaggi dalla psicologia piatta, prevedibile -nel senso di puramente scontato-, che si discostano dalla realtà che tu pretendi di raccontare. Sono bamboline di carta e Mary Sue -e relativi Gary Stu- e nulla di più. Le prime sono assolutamente il male, perchè si torna al discorso dell'incapacità dell'autrice, in questo caso nel delineare una caratterizzazione convincente e aderente alla realtà -è vero, per sviluppare le proprie capacità nell'introspezione ci vogliono lavoro, fatica e tanta, ma proprio tanta gavetta, ma visto e considerato che ti proponi come scrittrice capace con chi ti fa notare i tuoi errori, io ti tratto come una donna navigata-, le seconde non obbligatoriamente... a meno che non si tratti di storie con grandi pretese di realismo e profondità. In questo caso sì, sono il male assoluto e sono sempre indice dell'incapacità dell'autrice, questa volta di distinguere sé stessa dai personaggi e di non proiettare su questi i propri desideri. Ti concedo il fatto che creare personaggi non marysueschi, soprattutto se si parla delle protagoniste, è difficile, ma è anche vero che un personaggio che persevera in questa condizione è un personaggio su cui, comunque, non è avvenuto un lavoro corretto né una crescita, sia in abilità, sia in stile, sia in comprensione di sé stessa, dell'autrice. Quindi sono assolutamente da bocciare.
Anche le situazioni presentate presentano -bel gioco di parole non voluto- le stesse pecche: tu parti dall'idea di parlare dalla realtà, ma ti alieni da essa nella maniera più totale. Sia per ciò che riguarda le implicazioni psicologiche di ciò che scrivi -e su cui tornerò-, sia per ciò che riguarda la verosimiglianza dei fatti -e sto per tornare anche su questo-. Ripeto, per una ragazza alle prime armi è una condizione, se non scontata o normale, per lo meno plausibile, in quanto, spesso, si idealizza troppo la realtà o si cerca in ogni modo di forzare le situazioni per dirigere la trama ad un certo finale senza realizzare che, in realtà, si sta solo facendo casino, ma viste le tue pretese, penso di poterti dire con assoluta certezza che si tratta di pura incapacità, in questo caso nel concepire una trama e nel tratteggiare avvenimenti in modo coerente e logico, oltre che una certa pigrizia nella ricerca -torno anche su questo, stanne certa-.
Bene, direi di passare agli argomenti su cui avevo detto che sarei ritornata e ti dirò che intendo relazionare queste tre situazioni solo col primo capitolo, in quanto capirai benissimo che un lavoro di questo tipo con tre capitoli -o con sedici- è un lavoro estremamente logorante e si parlerebbe di una recensione di quindici pagine.
Prima di tutto, tu descrivi un amore, no? Bene, benissimo. Ma la psicologia di tutto ciò dov'è? E non parlo di inserire le teorie dell'esperimento di Harlow, ma di inserire quello che si suol chiamare "buonsenso". Tu descrivi due persone che passano da un rapporto occasionale -che comunque ha dietro di sé tutto un discorso di implicazioni psicologiche e che hai reso male, se le tue intenzioni erano quelle di superare una narrazione a livello di Harmony di bassa lega- ad una storia d'amore nel giro di cinque giorni.
Ora, in una risposta ad una recensione, tu dici che la gente si innamora facilmente. Correggiamo subito il tiro: quella di cui tu parli è infatuazione o, al massimo, attrazione sessuale. L'amore è un sentimento estremamente più complesso, frutto di processi fisiologici, ma anche di affinità emotive ed intellettuali che non nasce dal nulla e che si manifesta nella sua interezza solo dopo circa quattro mesi, quando, passata l'infatuazione, la figura dell'amato viene ristrutturata, passando dalla sua idealizzazione all'accettazione del fatto che non sia perfetto e dei difetti di questi. Questo è amore: la fase successiva alle farfalle nello stomaco e alla "vie en rose".
Dal tuo discorso, io comprendo che non hai più di diciassette anni e che, probabilmente, non hai mai avuto relazioni amorose serie. Sì, è vero, i ragazzini oggi tendono a confondere l'amore con altri sentimenti, dalla cotta all'ossessione per finire con la semplice voglia di portarsi a letto qualcuno, ma, nel modo più assoluto, un sentimento del calibro dell'amore non arriva come un fulmine a ciel sereno e di certo non è presente nel giro di due o tre giorni. Inoltre, da quello che vedo negli sviluppi, il sentimento non si evolve, rimanendo quindi bloccato in una situazione eterne farfalle dello stomaco che non ti daranno assolutamente modo di descrivere una relazione di coppia degna di questo nome. Quindi, per arrivare ad una conclusione, tratteggi l'amore in modo errato ed, in più, ti difendi con argomentazioni errate e superficiali e, seppur sia vero che l'amore oggi è vissuto con un certo infantilismo, di certo è anche vero che, se hai la pretesa di raccontare la realtà di una relazione, devi essere consapevole del fatto che, quelle importanti e serie, vanno incontro ad un evoluzione che richiede i dovuti tempi. Teorie di diversi psicologi, non mie e basta cercare su Internet, nel caso tu voglia approfondire.
Da ciò dipende anche una scarsa verosimiglianza dei fatti, visto che, nonostante alcuni rechino una cornice vagamente realistica, tutto ciò che compete i personaggi, in questo capitolo, risulta sballato o tristemente stemperato nell'atmosfera da Harmony che tanto intriga le ragazzine. Atmosfera che si confà perfettamente con una storia di poche pretese e che viene subito inquadrata dall'autore per ciò che è, non con una storia che dovrebbe, secondo le intenzioni e le boriose parole dell'autrice, dipingere la realtà così com'è ed essere accettata "ipse dixit", soprattutto per ciò che concerne le scene di sesso, irreali, stereotipate -perchè, ragazza mia, questa è la fiera dei cliché e delle frasi da Harmony o romanzetto rosa da cinque euro, fattelo dire e, prima che vengano sollevati dubbi, io leggo tranquillamente di sesso. Leggo anche PWP. E me le gusto, se sono scritte con un minimo di cognizione di causa- e banali.
E, ultimo elemento del trio, ma non meno importante e sempre connesso con gli altri, è l'evidente pigrizia nella ricerca di dettagli. Ora, Ashley è minorenne, correggimi se sbaglio. Ora, partiamo dal fatto che la pillola del giorno dopo non è, nel modo più assoluto, un metodo anticoncezionale, quanto un'ultima spiaggia in caso di cazzate o di preservativo bucato e che quindi, sinceramente, io mi sentirei molto a disagio a dipingerlo come tale, soprattutto visto che scrivi per delle ragazzine e, a maggior ragione, visto che avresti avuto anche la possibilità di educarle su questo fatto -oltre che sul fatto che l'uso del preservativo è utile per evitare gravidanze indesiderate e malattie a trasmissione sessuale-, perchè, come il caro, vecchio e odiatissimo Manzoni insegna, la letteratura è fatta anche per insegnare. Unire l'utile al dilettevole, si dice così, no?
Ora, essendo Ashley una minorenne, la legislazione degli Stati Uniti obbliga i farmacisti a chiedere una prescrizione medica, perchè è pur sempre vero che in tale Paese è un medicinale da banco, ma le minorenni sono obbligate a farsi vedere da un medico che faccia loro una ricetta per legge, nonostante le varie controversie sull'abbassare e rendere disponibili pillole del giorno dopo anche per ragazzine sotto i diciassette anni. Punto. Quindi difficilmente Ashley potrà andare allegramente in una farmacia a prendersi la sua pillolina. Tutto ciò è riportato su Wikipedia, nella pagina inglese, in un paragrafo di nemmeno mille parole che si legge tranquillamente in cinque minuti e visto le tue pretese di verosimiglianza della storia, avresti potuto impiegare un po' di tempo per informarti.
Passo ad un ultimo, ma estremamente cruciale, punto. Ho notato che, in una risposta ad una recensione, quando ti viene fatto notare che è contro il regolamento richiedere in modo “minaccioso” –cioè potendo un aut aut: “o recensite, o niente capitolo”-, hai risposto in maniera estremamente maleducata e, soprattutto, hai affermato che su EFP si scrive per recensioni e che tutti fanno così. Permettimi di stroncarti sul nascere: EFP nasce come sito su cui pubblicare le proprie creazioni. Creazioni nate da un sincero amore per la scrittura e che si vogliono divulgare in cerca di consigli, approvazione o critiche costruttive. Il discorso delle recensioni serve a questo, non è fine a sé stesso. In quattro anni sul sito, ho notato queste richieste solo in certi casi e, più specificatamente, in autrici mediocri che imponevano agli altri un riconoscimento del loro lavoro e, pur non dubitando che ci siano anche brave autrici che fanno lo stesso, questo comportamento non è assolutamente accettabile, né in relazione alla qualità dello scritto, né in relazione al rispetto che devi a chi ti segue.
Ora, ti dirò che, come autrice, sono rimasta di sasso nel vederti affermare che su questo sito si scrive per ottenere recensioni: ti sbagli assolutamente. Se è ciò che fai tu o che fa il tuo fandom, di certo non si tratta di una regola del sito, perché, fidati, se io volessi delle recensioni, non mi sognerei mai di passare due settimane a studiare tutto il materiale trovato in giro sulle stoffe del Settecento o sui merletti italiani o sullo stile degli abiti delle nobildonne danesi del millesettecentoquaranta o tre giorni a leggermi ogni materiale possibile sulla schiavitù nel Settecento per la comparsa di uno schiavo in un passaggio di tre righe: pubblicherei una storiella sciocca, che va incontro ai gusti di ragazzine con gli ormoni impazziti, dove manca l’introspezione, la ricerca, la cura del dettaglio e basta. E ciò vale per me come per tantissime autrici molto più brave di me, quindi, guarda, evita queste esternazioni, che ti fanno fare solo brutte figure e ti bollano come una persona arrogante e superficiale.
Con questo, io ho concluso e spero in una tua risposta educata e tranquilla, perché ti assicuro che non ho nessun problema a palarti a dovere, in caso contrario.
Beth (Recensione modificata il 07/01/2014 - 10:05 pm) |