Da tempo Terok è riuscito a conquistarsi un posto speciale nel mio cuore. Da molto tempo. Nonostante il suo carattere particolare, così diverso dal "tipico" sayan, così diverso dal "bastardo crudele e incredbilmente figo" che di solito fa battere il mio cuore all'impazzata. Eppure Terok ora ha preso possesso del mio cuore, è diventato a poco a poco il mio personaggio preferito di BCT (a parte il cucciolo crudele e spietato che risponde al nome del principe Vegeta, ovviamente XD).
Ma mai, mai l'avevo amato, adorato, venerato, come in questo capitolo!!!
Mi fa venire voglia di abbracciarlo, di stringerlo così forte, di coccolarlo, di dirgli che va tutto bene, di baciarlo fino a restare senza fiato... Mi fa morire di tenerezza e d'amore!!!
Questo capitolo mi ha conquistato, incantato, emozionato, commosso. Fatto battere il cuore forte come un tamburo!!!
E' dolcissimo e struggente. Intimo e delicato. Come sono intimi e delicati e preziosi i sentimenti che animano i due protagonisti (lo so, lo so, ci sono anche Zarbon e Airin, ma scusa sono stata totalmente rapita da Terok e Seyll ^__*). Sentimenti confusi, ma descritti con una delicatezza ed al tempo stesso una precisione che mi lascia, come sempre, senza fiato.
La loro storia non può terminare con il classico "e vissero per sempre felici e contenti", l'amore che "supera ogni ostacolo" in questo caso, con tutto quello che è successo fra loro (stupro e violenza, riduzione in schiavitù, prigionia) non può funzionare. Non così, semplicemente e banalmente. Per quanto una parte di me, quella romantica, lo desideri con tutta se stessa. Quella che vuole ad ogni costo che Terok e Seyll siano felici, perché se lo meritano, perché sono "migliori" di molti altri, perché sono riusciti ad andare oltre i limiti posti da culture diversi e modi di vedere la vita totalmente contrapposti. Ma questa non è una favola. Non c'è nessun cacciatore che alla fine arriva ed uccide il lupo cattivo. Questa è una storia vera, che gronda lacrime e sangue. E' l'epopea di un popolo guerriero, indomito e orgoglioso, crudele e spietato e la storia di come uno dei suoi guerrieri, cresciuto ed educato secondo "certe" regole, secondo "certi" principi sia costretto a farci i conti ed a scoprire che forse erano tutte bugie: "- Mi avevi detto che non avete legami, voi saiyan. Che, al contrario delle altre razze, non ne avete bisogno. E invece siete come noi. Solo che non lo sapete."
E certi tentativi di gettare ponti verso l'altro, verso mondi, culture e modi di pensare diametralmente opposti al proprio, si pagano con lacrime e sangue. E con la difficoltà di vivere giorno per giorno l'uno accanto all'altro, consapevoli che niente di ciò che faremo potrà farci tornare come prima, che l'innocenza di un tempo è perduta per sempre e che da certi atti non si può tornare indietro. Mai. Per quanto lo si desideri.
Seyll non ama Terok, quindi. Non con quell'amore che le permette di dimenticare, come se non fosse mai accaduto, che lui le ha usato la più atroce ed insopportabile violenza. E per quanto mi pianga il cuore a questo pensiero, è uno dei motivi principali per cui adoro BCT e perché penso che tu sia un genio nell'immaginare e dare vita a storie come questa, mai banali, mai scontate, mai facili... ma bellissime, struggenti e che ti lasciano senza fiato.
E' vero, altresì, che non è nemmeno l'altrettanto facile, scontato e banale odio che li lega. Seyll non prova un semplice rancore o un comprensibilissimo desiderio di vendetta verso Terok.
E' tutto molto più complesso, intricato, fluido. Come sempre nella vita. Non esiste il bianco e il nero, ma una profonda scala di grigi, a cui dobbiamo adattarci nei nostri rapporti con gli altri e persino con noi stessi. Non esistono la facili categorie del bene e del male, in cui incasellare con semplicità fatti, persone, sensazioni, pensieri. No, tutto è più fluido, mutevole, complesso nella vita umana. E come uno specchio fedele, anche BCT ed in particolare la storia di Terok e Seyll presenta contorni indefiniti, a volte il "bene" scivola nel "male" e viceversa, a volte una schiava non è una semplice schiava e un assassino e un padrone violento e crudele non è solo un efferato aguzzino. A volte il suo volto assume i tratti confusi e teneri di un giovane (giovanissimo) ragazzo innamorato. A volte il volto di lei assume i tratti di una figura quasi materna, di una donna forte che offre la mano per indicare una strada nuova e diversa a chi muove tentativamente i primi passi su un terreno totalmente sconosciuto e fino a quel momento negato. A volte i loro volti assumono i tratti di due persone che si aggrappano l'una all'altra per salvarsi reciprocamente, perché, nonostante tutto (e quel tutto c'è, resta, non viene magicamente cancellato) sono tutto ciò che hanno l'uno per l'altra (e viceversa).
La descrizione dei pensieri di Seyll che giace sul letto accanto al sayan addormentato è semplicemente un capolavoro!!! Vorrei citare tutto quel passo, perché ogni frase, ogni singola parola è la pura perfezione dell'introspezione psicologica del personaggio. Sembra di sentire la sua stessa anima vibrare in quelle parole, il suo cuore dolente soffrire, sanguinare, morire e poi risanarsi, rinsaldarsi, ricominciare a battere... E' la presa di coscienza di un'esistenza che è stata devastata, travolta e stravolta, eppure è risorta come una fenice dalle proprie ceneri, diventatando una donna nuova, più forte e determinata, capace dalla sua posizione infima nella scala sociale di gestire la propria vita, di determinarne alcune scelte: "L'aveva legata a sé con la menzogna di un affetto che non era stato in grado di provare, non come lei se lo sarebbe aspettato.
Alla fine l'aveva distrutta, spezzandola in mille taglienti schegge di sé. Ma poi i frammenti si erano saldati uno ad uno, fino a ricostruire la sua essenza. Una Seyll sconosciuta rispetto alla schiava impaurita che a stento sopportava il suono del proprio respiro e tremava al solo pensiero di trovarsi davanti al proprio padrone, perché adesso era una persona diversa: era più forte, capace di accettare la realtà senza il bisogno di scappatoie o illusioni, senza doversi rifugiare in una versione distorta della propria esistenza. Poteva sopravvivere."
E il momento finale quando Seyll finalmente si abbandona al sonno, finalmente rilassata, poggiandosi contro di lui è uno dei momenti più dolci e teneri che io abbia mai letto, da leggere quasi sottovoce, come se ogni minimo rumore, anche un respiro troppo forte potessero turbare quel fragile equilibrio e spezzare l'incantesimo di un momento perfetto: "Il calore di un corpo morbido accanto al proprio e il familiare profumo della sua pelle orfana di lacrime bastavano per dissipare qualsiasi altro pensiero, donandogli una completezza in un punto imprecisato del torace dove non credeva di aver mai avuto un vuoto da riempire.
Era come mangiare dopo giorni interi di digiuno, come respirare dopo che le costole fratturate premute contro il polmone erano state sanate.
Tutta l'angoscia degli ultimi giorni era scivolata via assieme al respiro lento e regolare contro il suo collo.
E, con Seyll raggomitolata tra le sue braccia, si sentì assurdamente felice."
Sublime!!!
So che dovrei dire due parole su Zarbon e Airin, ma ti giuro che sono stata talmente catturata da Terok e Seyll che ho prestato (mea culpa) davveo poca attenzione alle vicende dell'oresiana e di Lady Zarbon.
Come al solito le tue descrizioni sono da brividi, come ad esempio l'incubo delirante che sembra prendere corpo nella mente sconvolta dell'oresiana, che da pochissimo ha rivissuto il trauma della violenza subita da parte del mostro (Nappa). La descrizione è vividissima, come sempre, specie in questa parte: "Le mani callose sul suo ventre parvero stritolarle gli organi interni, facendole raggiungere un nuovo picco d'agonia, mentre l'aria le rimaneva incastrata in gola, soffocata da quello che era dolore allo stato puro, un'esplosione bianca nel suo campo visivo e lungo tutti i nervi del busto, dall'inguine al petto, dove il cuore batteva tanto veloce da minacciare di sfondarle la cassa toracica." .
Come accade spesso, il dolore fisico si riversa nel sogno che stiamo facendo, assumendo le fattezze delle nostre più terribili paure, in questo caso Nappa per Airin. Anche se lei è consapevole che si tratti solo di un sogno, nella certezza assoluta che il suo dio non permetterà a nessuno di farle del male.
Mi piace moltissimo questa sua sicurezza cieca e assoluta, senza dubbi, incertezze né domande: è la sicurezza dell'adepta devota, che ha nella sua "fede" verso il suo dio la sua forza più grande. Ma è anche il sintomo di una mente fragile e perduta, che ha rimesso ad altri il proprio destino. Com'è diversa da Seyll in questo suo atteggiamento!
Zarbon, dal canto suo, dimostra ancora una volta, un attaccamento particolare nei confronti della sua schiava/protetta, che si mescola ad un senso di possesso che domina la prima parte, quando "corre" verso la stanza di Airin, pensando che qualcuno (Nappa) l'abbia aggredita e pregustando le terribili conseguenze che questi dovrà pagare per aver osato toccare ciò che è suo, mentre l'atteggiamento di "attaccamento" vero e proprio è particolamente evidente nell'ultima parte, quando la porta in infermeria, non solo nella dolcezza con cui si rivolge a lei e in quella dei suoi gesti, quanto soprattutto nel suo non lasciarla, dopo che lei glielo ha chiesto:
"- Non... lasciarmi.
Fu al suo fianco in due passi.
Tutto intorno a lui c'erano tre medici che si affaccendavano con flebo e piccoli visori per scansionare i corpi in tempo reale, ma non prestò loro alcuna attenzione mentre teneva gli occhi puntati sull'oriesana.
Le strinse la mano tremante, permettendole di intrecciare le dita alle proprie, e lei accennò un sorriso.....Attese fino a quando la vide scivolare di nuovo nell'incoscienza, con un tenue sorriso a ingentilirle il volto contratto per la sofferenza, e poi le lasciò andare la mano inerte e lasciò l'infermeria."
Il potentissimo braccio destro di Freezer, Zarbon, spietato e crudele, rimane lì per accontentare il desiderio di una schiava, l'ulitmo gradino nella scala sociale all'interno della nave di Freezer. Se non fosse che lo detesto così tanto per tutto quello che ha fatto e che farà ancora ai sayan (e non solo), direi quasi che mi ispira una certa simpatia nel suo rapporto con la piccola, fragilissima, spezzata Airin.
Voglio il seguito!!! Lo voglio disperatamente!!! Voglio sapere cosa succederà a Terok e Seyll, voglio rivedere i due testoni e Bardack, voglio rivedere ancora una volta il mio piccolo principe preferito, ma soprattutto voglio innamorarmi ogni giorno di più di questa magnifica, sanguinosa, dolente, ma spettacolare epopea che prende il nome di Bruciante come le Tenebre!!!
A presto!!!
Romina (perdutamente innamorata di un sayan atipico ndr)
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