WOW, mi aspettavo che avresti pubblicato venerdì, leggerlo adesso è stata una sorpresa graditissima! Ho letto con estrema attenzione parola per parola (al punto che ho notato un errore di battitura, ma si lascia perdonare) e devo dire che non hai deluso le mie aspettative! Norvegia è proprio Norvegia, glaciale fuori e triste dentro (al posto suo, credo che avrei salutato Berwald con un calcio rotante). Danimarca mi ha colpito per la compostezza con cui ha "accettato" quello che è successo, compostezza tradita dall'incidente coi bicchieri. Ma l'attesa più spasmodica era per la comparsa di Svezia e dal confronto con Norvegia. Anche qui mi hai soddisfatto al mille per cento, la sua difficoltà a parlargli, la sua speranza di poter essere accettato da Nor, il suo desiderio di lui e l'ammirazione al punto da volerlo per sè, altro che "volerlo proteggere", come se Dan potesse essere ancora un pericolo come lo era nei primi capitoli della serie Buret.

"Norvegia sentiva gli occhi di tutti addosso ed evitò di appoggiare il palmo su quello di Berwald quando questi glielo porse per aiutarlo a salire sulla carrozza.
Finiva così, senza un ultimo sguardo indietro, con una stretta di mano di una formalità sconcertante tra quei due che si sarebbero ammazzati con il sorriso sulle labbra."
Ecco, questa è LA frase che mi ha fatto fare CRACK al cuore! ;_; E anche l'arrivo al palazzo. Abbandona le speranze Berwald. La resistenza passiva del norvegese è appena cominciata!
(*pensa agli ultimi commenti su FB* ma stai dicendo che questo capitolo è solo la prima parte e ce n'è una seconda?)

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