Recensioni per
Alcesti
di Una Certa Ragazza

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
18/05/13, ore 16:27
Cap. 1:

Mi hai tenuto incatenata allo schermo. Non ho mai letto un testo così lungo al pc, di solito mi fanno male gli occhi dopo un centinaio di righe perchè tendo a non sbattere le palpebre... ma non sono riuscita a staccarmi. Ora ho gli occhi che bruciano e lacrimano, ma ammetto che non è solo colpa della terribile luce bianca dello schermo. Hai una capacità descrittiva paurosa, e di sicuro molto poetica. Non voglio che altre scrittrici di cui ho letto brani me ne vogliano a male, ma credo che tu sia la prima che mi da davvero l'impressione di leggere un libro, non un racconto postato su un sito per fanfiction. Il lessico è appropriatissimo, di medio alto livello anche: hai dimostrato di avere un'ottima gamma di sinonimi e aggettivi nel tuo vocabolario, il testo è curato, riletto e ricorretto probabilmente, non come alcuni che postano a muzzo e poi si stupiscono se gli si fanno degli appunti...
Mi hai coinvolto, mi hai fatto vivere lo stato d'animo di Hope, mi hai fatto odiare insieme a lei quei due deficienti dei genitori e quell'antipatico Dottore, scritto con la D maiuscola come se fosse quello il suo nome proprio, come se non avesse altra identitàè al di fuori di responsabile ospedaliero. Hai avuto un ottima recensione da parte della persona che ha indetto il contest, che peraltro hai visto, e questo attesta in maniera inequivocabile le tue doti. Ti ringraqzio per aver regalato a tutti i tuoi lettori una simile perla e, che altro dire? Sei l'unica "avversaria" che "conosco" nel contest Frammenti di noi....! Se scrivi le poesie bene quanto scrivi la prosa, son ca**i !! xD

Sheylen

Nuovo recensore
17/05/13, ore 15:42
Cap. 1:

Prima cosa: emozionare, affascinare, desiderare di sapere...
Quando si racconta una storia, questa risulta più o meno bella, intrigante,attraente in relazione alla capacità di catturare il lettore. Questo racconto lo fa... la sofferenza introspettiva di Hope viene vissuta completamente dal lettore. Il mio giudizio positivo va in questa direzione perché considera questo elaborato come meritevole di essere letto. Vale la pena farlo per intenderci e ti lascia una montagna di riflessioni da approfondire con te stesso. Brava!

Ti segnalo due piccolissime minuzie: "sè stesso/a" la forma corretta è "se stesso/a" senza accento. con stesso/stessa è l'unico caso in cui il sé riflessivo non va accentato, ma tieni presente che la versione accentata è tollerata, ma in letteratura no! L'altra minuzia è l'uso della d eufonica in "ad Hope" o "ed Hope", la d per convenzione non va messa se la vocale della congiunzione/proposizione è diversa rispetto alla parola che la segue. Sono minuzie trascurabili.

Ultima cosa...
se dovessi proprio farti una critica sui contenuti sarebbe questa:
un genitore che si predispone con un clone per curare il proprio figlio malato, crescendolo come un figlio, ma alla fine usandolo come ricambio pezzi a tutti gli effetti... deciderebbe mai di notificare 30 minuti prima che accada il fatto che il suo corpo sia solo una ruota di scorta di un altro? a che pro? forse se ne servirebbe per gli scopi prefissati senza doverne rendere conto.
Questo l'ho trovato poco verosimile, non impossibile, ma strano.

Provo a lanciarti un'idea: immagina che HOPE viva quella stessa disperazione, avendo però scoperto il fatto da sola... magari mentre dottore e genitori parlavano immaginandola sedata, mentre lei era lucida... Immagina anche ci fosse più tempo prima che Janine debba morire, tanto quanto basterebbe a HOPE per scappare fare un percorso introspettivo, vivere le cose che voleva rivivere, combattere una guerra interiore che la vede divisa a metà tra la fuga definitiva e il ritorno per amore della sorella... fino alla decisione di tornare per il suo appuntamento col destino a salvare Janine, mentre tutti la cercavano...
Immagina HOPE che prima di donare il suo cuore a Janine pianifica un piano per far sapere alla sorella che è stata lei a salvarla e che lei era solo un clone.
"Torno per salvarla, ma lei deve sapere che razza di genitori ha... che razza di dottori esiste! lei mi vendicherà!"
Immagina la reazione di Janine... e Immagina tutto quello che vuoi tu...
Ecco... Greta... io credo che tu possa tirarci fuori davvero un bel romanzo :)

Recensore Junior
12/05/13, ore 19:15
Cap. 1:

Non c'è che dire: un primo posto meritatissimo...e immagino che tu sia stra-contenta, perché devi averci messo il cuore in questa storia (anche se, visto il contesto, non è un'espressione felice, questa che ho appena usato).
Sono rimasta molto impressionata: hai descritto le sensazioni di Hope in modo mirabile, mi è sembrato di essere lì, di essere lei. La parte che più mi ha emozionata è stata il desiderio di Hope di provare ancora una volta tutte le cose che proviamo in maniera inconsapevole: la sabbia, il gelato, lo sguardo sul sole invece che su un cielo grigio. E poi il suo modo di sentire il pavimento instabile e il mondo inconsistente, insomma, tutto ciò che avviene nella sua psiche (anzi, meglio psyché, anima vera e propria), fino alla presa di coscienza finale.
Inoltre, sei riuscita a descrivere in maniera chiara tutti i processi mentali che la portano alla decisione finale: sacrificarsi non perché tanto non sarebbe sopravvissuta (questo pensiero a mala pena la sfiora), ma perché vuole andarsene in maniera degna, e per salvare la sorella desiderata che lei non sarebbe comunque mai stata. Vuole essere una sostituta degna del suo ruolo, e far vedere alle persone che la considerano una macchina-bestia che lei ha una volontà e una coscienza umane.

Ti ci vedo, a buttar giù tutte le emozioni di Hope mentre le provi tu stessa; e i lettori, a provarle anche loro! Brava davvero.
Solo due errori di battitura da segnalare, prima di dimenticarmene: poco dopo l'inizio "qual'era" (via l'apostrofo), e verso la fine "professa" anziché professoressa. Due scematine :)
Ecco, l'unica cosa che mi ha lasciato l'amaro in bocca è la figura del medico: l'ho trovata un po' stereotipata, anche se necessaria al ruolo. Non so, la sua indifferenza mi è sembrata forzata; invece i genitori no: come figure mi sono piaciute, e devo dire che, anche se la loro decisione non è lodevole, non posso nemmeno condannarli.

Ma perché il rating è arancione e sotto Argomenti delicati? Io non conosco esattamente i criteri di valutazione...

Per finire, la scena me la sono immaginata ambientata in un futuro neanche troppo lontano. Subito pensavo che l'avresti rivelato, ero curiosa di sapere cosa ti fossi inventata, poi però ho letto nella nota finale del tuo voluto silenzio e me la sono spiegata così: d'altronde, per come sta avanzando la scienza nulla è da escludere.

Recensore Master
12/05/13, ore 15:52
Cap. 1:

sono felice che tu abbia vinto :P
E dopo aver letto capisco anche il perchè!

Complimenti

Recensore Master
12/05/13, ore 00:24
Cap. 1:

Valutazione valida per il contest "Quando le dirai..." del forum EFP

Grammatica e ortografia: 15/15
Mi pare di non aver trovato nulla di particolare da segnalare.
Stile: 15/15
Anche in questo caso nulla da eccepire, la storia è strutturata molto bene, con una specie di “falsa partenza” (ovvero il pessimo stato di salute di Janine, ti confesso che nelle prime righe pensavo fosse proprio lei la ragazza alla quale doveva essere fatta la ferale rivelazione, sempre che fosse uscita dalla crisi dove si trovava), è stata per me una sorpresa vedere che la notizia oggetto del contest avrebbe riguardato quella che invece sprizzava di salute, della quale sono elencate molto bene le varie sfumature della sua reazione al tristissimo annuncio.
Originalità: 9/10
Sbaglierò, ma alla prima lettura la storia mi ha fatto venire in mente (sia pure alla lontana) A.I. (anche se in questo caso l’essere non è di tipo robotico, ma si tratta comunque di un essere la cui esistenza è dovuta a un processo scientifico ed è considerata almeno da alcuni “innaturale”); davvero niente male la scelta di fare del clone la protagonista..
Gradimento personale: 10/10
Massimo, davvero; non m’è dispiaciuto affatto leggere quella che s’è rivelata essere l’ultima giornata di vita della protagonista, destinata a perire per dare una possibilità di vita all’altra, ad essere costretta a conoscere una verità aberrante nel modo più crudele possibile, il vedersi tramutare da un momento all’altra da figlia a res extensa, a vedere le persone che considerava più vicine a sé condannarla a morte, vedersi bloccata e guardata a vista come se c si dovesse difendere da un mostro; eppure in quel momento avere ancora la forza di pensare ad altro, soprattutto a quello che è stata la sua vita fino a quel momento, nonché a quello che poteva avere e non ha avuto né mai avrà.
Però durante la lettura mi è capitato di pensare a come potrebbe essere la legislazione in tema nel mondo in cui si svolge la storia, evidentemente la legge considera i cloni in qualche modo cittadini (i “genitori” hanno comunque dovuto fornirle cibo, vestiario, educazione ecc.) ma possono essere eliminati per dare “pezzi di ricambio” in qualsiasi momento senza che questo comporti conseguenze penali (c’è poi un dubbio, dovuto alla mia insipienza scientifica, non ho capito perché, se la ragazza clone è destinata comunque a morte certa per degenerazione cellulare, questo destino non possa toccare anche all’organo espiantato una volta che si trova nel corpo della “sorella”)-
Ultimo ma non per importanza: complimenti davvero del tipo più ampio possibile per la scelta del titolo, è bello vedere un riferimento alla mitologia greca all’interno di una storia a tema fantascientifico, segno che cambia la tecnologia e i mezzi a disposizione, ma non le emozioni e il carattere degli esseri umani; inoltre si tratta davvero di una tragedia quella che vede la povera Hope protagonista, quella cui porta la disperazione che ha portato quelle persone ad una scelta così drammatica (e mi riferisco a quella originaria di dare una “sorella” alla figlia).
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Decisamente, in questo cupo dramma, si staglia proprio la figura della protagonista, che nello scorrere della storia passa dalla più che giustificata rabbia per il ruolo che ha doveva ricoprire (e la sua comprensibile disperazione da animale che non vuole essere condotto al macello) alla presa di coscienza di poter essere utile a sua “sorella” (insomma, per parafrasare una nota citazione biblica, è stata costretta ad essere la guardiana della sorella), e di come riesce a trovare non solo la forza di riuscire a sacrificarsi volontariamente e non appunto facendo scenate che d’altronde sarebbero inutili, dato che nessuno la può aiutare né può chiedere la pietà di alcuno (tanto meno dei suoi “genitori”, dato che la situazione deve aver completamente distrutto quell’affetto che pure dovevano aver provato per lei).
Per il resto, gli altri non ci fanno una gran figura (a cominciare da quelli che l’hanno avuta con sé fino allora (va ancora più ad onore della protagonista l’essersi limitata a definire “scialba” la madre, sinceramente fossi stato al suo posto non sarebbe stata di certo quella la prima parola che mi sarebbe venuta in mente per definirla) al dottore (che certo lavora per salvare vite, ma in questo caso sembra avere assunto il ruolo del boia.
Attinenza al tema: 5/5
Direi che c’è, ed è reso anche molto bene.
Totale: 59/60