Roxanne, mi sono sentita in dovere di lasciare due paroline a questa tua storia. Un po' perché è sempre bello ricevere commenti e poi perché avevo qualcosa da dire a riguardo e le recensioni sono fatte apposta per questo, no?
Well. Mi sono sempre immaginata Paul e John come una coppia/non coppia, ovvero due persone che si amano in una maniera profonda e forte, anche artisticamente e musicalmente, ma incapaci di poter stare realmente insieme, forse perché non sanno davvero classificare quel loro sentimento o forse perché c'è altro di mezzo. E tu hai incarnato alla perfezione questo mio pensiero.
Hai dato vita alla solitudine di John, alla dolcezza e rassegnazione di Paul e hai messo quell'ostacolo che mi sono sempre figurata, ovvero Yoko. Ho adorato l'idea del telefono, perché fa molto film in bianco e nero, ed è romantico e malinconico allo stesso tempo: incarna perfettamente l'idea di un amore lontano e distante, eppure vicinissimo.
Mi è piaciuta anche molto la conversazione tra i due, il modo di parlare di John e il modo di Paul di capire così bene il suo amico, senza aver bisogno che egli gli parli. Forte come John chiude la comunicazione, ti entra nelle ossa. In sostanza è un testo corto ma efficace, che trasmette emozioni di tristezza e malinconia molto forti (e se un testo trasmette è da considerarsi riuscito).
Vi è uno stile pulito, semplice, senza troppi fronzoli, dritto al punto; vi è molto dialogo in questo testo, quindi non posso darti un parere sulle descrizioni, ma posso sicuramente dirti che hai una dote nel far parlare i tuoi personaggi, perché ti è riuscita bene la conversazione telefonica. Non ho trovato pesanti errori grammaticali, quindi direi che nel complesso la storia si legge bene.
Direi che è un parere molto positivo, il mio.
Complimenti!
Eryca. |