Recensioni per
Ballerine Verdi, Pois Bianchi
di FairLady

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
28/12/14, ore 15:23

Ho davvero apprezzato molto questa storia e, credimi, che lo penso sul serio, visto che raramente recensisco in questa sezione.
Il tuo stile è molto scorrevole, e fresco, e ciò da il suo contributo anche alla trama ( originale ma concreta, anche se infinitamente triste)
Insomma, i miei complimenti, e...alla prossima!

Carol
[Recensione partecipante all'iniziativa "Babbo Natale Segreto 4.0" del gruppo facebook 'HPeace&Love]

Recensore Veterano
07/12/13, ore 16:24

Ciao Fair, passo a lasciarti il giudizio del contest "I sogni son desideri...o no?"! Scusami per il ritardo e ancora complimenti per la storia! :)

3° classificata: FairLady – Ballerine verdi, pois bianchi

Grammatica (9,9/10) 
La storia è curata molto bene sotto l’aspetto della grammatica, l’unica cosa che ho trovato un po’ fuori posto è stata una È scritta in questo modo: E’. Può sembrare una piccolezza, ma la differenza tra un accento e un apostrofo è abbastanza rilevante, e oltretutto stona proprio per la perfezione grammaticale del resto della storia.

Stile e lessico (8/10)
Le scelte lessicali mi sono sembrate sempre molto appropriate alla narrazione. Per quanto riguarda lo stile, ho un solo appunto da farti: i periodi, secondo me, sono troppo lunghi. Ci sono virgole eccessive, che appesantiscono un po’ la narrazione, specialmente nella scena della seduta dallo psicologo. Ti consiglio di spezzare un po’ di più, perché hai uno stile descrittivo molto interessante, che attraverso i dettagli fornisce il quadro più ampio, piuttosto che descriverlo passo passo. È una qualità che ti permette appunto di alleggerire la lettura da inutili pesantezze, che poi tornano a causa dell’eccesso di virgole e incisi.

Caratterizzazione personaggi (8/10)
La storia è abbastanza breve, eppure per un’Originale il personaggio di Sveva è particolarmente ben descritto. La sua descrizione, però, è tutta unilaterale. Cerco di spiegarmi meglio: non sappiamo praticamente nulla di Sveva fisicamente, se non che ha gli occhi neri e i capelli castani. La sua descrizione si limita a un’introspezione, ben svolta, ma che lascia comunque delle lacune nel lettore, che vede la scena svolgersi con troppa rapidità davanti a lui e non riesce a cogliere a pieno la ragazza. Per fare un esempio pratico: quanti anni ha Sveva quando comincia quei sogni? È un’informazione che può sembrare superflua e invece ha una certa importanza per inquadrare il personaggio, se è una bambina impaurita o una donna nostalgica. La stessa cosa per quanto riguarda la morte di Vasco. Perché le è rimasta così impressa? È morto da ragazzino, o da adulto e Sveva continua a rivivere quel ricordo perché è l’ultima volta che l’ha visto? O per altri motivi? La velocità della vicenda lascia, in un certo senso, insoddisfazione.

Gradimento personale (8/10) 
La storia è certamente intensa e stimolante dal punto di vista della narrazione, ma non mi ha coinvolta fino in fondo, specialmente per la questione delle domande lasciate in sospeso. Qual è il “grilletto” che li scatena? Cos’è successo a Vasco? Sono domande che un lettore si pone, e che lo spinge a leggere fino alla fine, ma se non trova la risposta, si sente in un certo senso “tradito” dallo scrittore, che non ha sciolto i dubbi che tutti i finali dovrebbero sciogliere. Ovviamente questo è il mio modo di vedere la cosa e immagino che sia stata una scelta personale quella di lasciare delle domande irrisolte, ma io non l’ho apprezzata particolarmente come scelta.

Tot: 33,9/40

Recensore Veterano
01/10/13, ore 22:34

Ciao!
Passo a incollare il giudizio come recensione, scusa il ritardo.
Fabi_

Grammatica e sintassi: 
9.7/10 punti

Stile: 8.2/10 punti
Nel primo paragrafo ci sono molte ripetizioni, ma sono gestite bene. Sei riuscita, sfruttandole, a rendere l’idea dello stato d’animo di Sveva in modo semplice, molto adatto a una bambina.
Per il resto, lo stile è piacevole, ma non artefatto.
La tua capacità di raccontare  si nota molto nelle descrizioni, che sono precise e sintetiche e che permettono di vedere le scene attraverso i dettagli che, almeno secondo me, le rendono chiare e non appesantiscono la storia, mantenendo la trama al centro della narrazione.
A partire dalla parte centrale,  subito dopo il sogno, la gestione della sintassi rende la lettura un po’ difficoltosa. Non sono errori, ma semplicemente parti che avresti potuto, secondo me, rendere in modo più chiaro.
Fai largo uso degli incisi, anche in frasi lunghe che sarebbe preferibile, a mio parere, cercare di alleggerire.
Ti faccio un esempio:
Così, le porsi le mani con i palmi all’insù, per permetterle di vedere i graffi che li segnavano; alcuni di un rosa tenue, i più vecchi, già in via di guarigione. Altri più rossi, simbolo di continuità di quei sogni strani, dolci ed inquietanti al tempo stesso.
In questa frase sarebbe consigliabile sostituire il punto e virgola coi due punti, visto che descrivi i graffi; inoltre la struttura della frase è complicata, perché il concetto non termina col punto fermo, ma continua anche oltre.  
In ogni caso mi complimento con te per lo stile, perché si vede quanto tu curi i dettagli e quanto le scelte lessicali siano fatte con intelligenza ed esperienza. Ti consiglio solo di provare a rileggere quello che scrivi ‘a freddo’, per vedere se ogni paragrafo fila liscio o se qualche frase ti sembra migliorabile.
Originalità e attinenza al tema: 14/15 punti
La storia tratta dei sogni in ogni sua parte: dal sogno vero e proprio all’analisi della psicologa, e così fino alla fine.
La storia è abbastanza originale, anche se il tema è molto sfruttato tu hai saputo gestirlo con intelligenza e raccontarlo in modo quasi fiabesco.
Punteggio quasi pieno, quindi.
Caratterizzazione dei personaggi: 12.6/15 punti
Il personaggio meglio caratterizzato è sicuramente Sveva: in un paio di pagine hai saputo raccontare molto di lei, senza dilungarti troppo nei dettagli che non erano strettamente necessarie ai fini della trama.
Non ci hai raccontato della sua vita: non sappiamo quanti anni abbia o se sia fidanzata, né quale sia la sua occupazione.
Conosciamo la sua infanzia e conosciamo l’immagine infantile e dolce di Vasco, che sappiamo essere morto.
Per quanto riguarda la psicologa, la sua presenza è un contorno utile solo a farci conoscere i problemi e lo stato di salute di Sveva. Solo per il fatto che vada dallo psicologo, capiamo che sa di avere un problema e che lo vorrebbe risolvere.
Sviluppo della trama: 9/10 punti
Hai costruito la storia raccontandola attraverso le parole di Sveva e attraverso i suoi sogni.
Anche nel sogno hai mantenuto una certa coerenza: il punto di vista rimane infatti quello della protagonista.
La storia è scritta in modo da permettere di raccogliere gli elementi necessari, per esempio chi sia Vasco o cosa gli sia successo, e da portare al finale.

Gradimento personale: 2.4/3 punti
Mi è piaciuta.
Mi ha lasciato addosso una strana sensazione: ho immaginato le spighe di grano e il caldo estivo. Nonostante il tema sia triste ed effettivamente non ci sia un lieto fine, sembra quasi che per Sveva non potesse esserci un finale migliore. Tu non ci racconti della sua vita a tutto tondo, ma solo dei particolari che rendono il suo ricongiungimento con Vasco un evento in qualche modo atteso e giusto.
Grazie per aver partecipato.

Utilizzo dei prompt: 10/10
Hai inserito tutti i prompt e sei riuscita a incastrare la citazione nella storia giustificandone la presenza.
Punteggio pieno.
Totale65.9/73 punti

Recensore Master
29/07/13, ore 13:09

Recensione/valutazione valida per il contest "When I can see you again?"
Grammatica e ortografia: 15/15
Non mi pare di aver trovato nulla, o meglio nulla di così palese da essere notato, sul lessico non ho nulla da dire, mi sembra abbastanza vario e appropriato ai vari momenti in cui si articola la storia
Stile: 14/15
Niente affatto male, anche se non sono molto d’accordo con l’uso delle parti in corsivo inserite nel testo, capisco che siano funzionali alla storia, ma secondo me stona un po’, era meglio (mio sommesso parere, s’intende) evitare un artificio di questo tipo.
Originalità: 8/10
Non proprio originalissimo, dato che il tema del senso di colpa che in molti casi attanaglia i sopravvissuti (specie in caso di morte nel fiore degli anni) è abbastanza diffuso (per fare un esempio tra i tanti, la protagonista avrebbe potuto comportarsi come Mirai di Tokyo Magnitude 8.0, immagino tu conosca) ma evidentemente la psiche tra i due personaggi è diversa, così come l’elaborazione del lutto e di reazione a un evento così traumatico), comunque è lodevole l’intenzione di mostrare chi non riesce a tornare alla vita reale, mentre sarebbe stato decisamente più facile parlare di una storia di “rinascita” e di ritorno a una vita normale.
Gradimento personale: 9/10
L’ho gradita molto, anche se ammetto che in prima lettura non mi aveva convinto particolarmente, mi sembrava assurdo che la protagonista si rifiutasse di capire in che abisso la sua ostinazione nel non superare il trauma la stava portando e non accettasse l’aiuto che pure le era stato messo a disposizione, poi ho capito che la sua infelicità era di un tipo troppo profondo, che aveva oramai incancrenito il suo spirito (solitamente in casi di cancrena si amputa la parte interessata, ma in tal caso doveva amputare sé stessa), l’abilità nello scrivere la storia è stata quella di mostrare il punto di vista della protagonista, così da far vedere come solutamene coerente, quasi “normale”, quello che agli altri (dottoressa in primis) sembrano segni inequivocabili di squilibrio; inoltre (modo di scrivere il testo a parte) mi è piaciuta molto la parte ambientata nell’infanzia, vista come il momento in cui la felicità non era solo una parola, ma qualcosa di molto vicino, quasi tangibile (come una corsa spensierata in un paesaggio agreste), perso non solo per leggi naturali dell’età, ma per un evento traumatico, e da questo punto m’è sembrata un’ottima scelta concludere la storia nello stesso luogo (forse proprio lo stesso no, ma si può dire che gli somiglia) dove è iniziata.
Una curiosità: ma la protagonista riesce a ritrovare la persona scomparsa per atto di morte volontaria o riceve una qualche forma di “aiuto”, come per esempio un incidente stradale, perché la location in cui rivede sé stessa al momento dei fatti farebbe pensare a uno scenario del genere, se per caso ho fallato nell’interpretare la scena scusami)
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
I personaggi delle cui vicende hai narrato in questa storia mi sembrano ben caratterizzati, a cominciare dalla protagonista, che si vede come sospesa tra due dimensioni, da una parte c’è quella quotidiana che le appare troppo evanescente per sembrare reale, e dall’altra tutta la gamma delle sue sensazioni (allucinazioni?) troppo reali per essere considerate evanescenti, dall’altra invece c’è la voce della scienza, più fredda, se vogliamo, ma anche più rassicurante, che vede (né del resto può fare altro) “solo” un caso di psiche troppo sensibile che non riesce a elaborare il lutto e arriva perfino ad atti di autolesionismo; tra i due mondi purtroppo non c’è possibilità di dialogo, la scienza si basa su prove dimostrabili, verificabili, quei segni sulle mani non possono essere interpretati diversamente da quello che sembrano e indicano, ovvero come i segni di una persona sofferente, ma nonostante le buone intenzioni (e la voglia di meritarsi l’onorario), la protagonista non reagisce alle cure, non ne riconosce benefici (arriva anche a negarne l’autorità).
Insomma, una tesi e un’antitesi da cui non può svilupparsi una sintesi…
Attinenza al tema: 3/5
Direi che c’è, in effetti la protagonista è riuscita nell’unico modo possibile (c’è solo da sperare che non abbia sofferto troppo al momento del passaggio, anche se forse dal suo punto di vista è stato un sacrificio necessario rispetto ai cattivi pensieri che l’attanagliavano e all’inefficacia delle cure), in realtà ai fini del contest non era necessario un incontro (anche se in dimensione oltramondana) tra i due.
Totale: 54/60

Recensore Master
22/07/13, ore 09:53

Ho tirato per le lunghe la recensione a questa storia perché so che c'è molto più succo personale di quanto possa sembrare, e io non vorrei rischiare di essere inadeguata, dicendo cose che magari rischierebbero di risultare fuori luogo.
Non so come tu abbia avuto quest'idea, ogni tanto in realtà mi spaventi perché io non riuscirei mai a partorire cose così particolari, però è anche molto bella. Triste, ma bella.
So cosa significa vedere una persona cara spegnersi nonostante sia troppo presto, so cosa si prova quando, improvvisamente, ti rendi conto che non c'è più. Però, paradossalmente, io non desidererei raggiungere quel posto perché so che lui sta bene dove sta, non ha bisogno di me, perché per una volta sta meglio di come stava prima. Questa è l'unica soddisfazione che posso provare, che ho provato altre volte perché vedere una persona soffrire e desiderare di morire è forse una delle cose peggiori di questo mondo.
Sveva, d'altra parte, non s'è mai data pace e vuole a tutti i costi raggiungere Vasco, perché le manca, perché senza di lui si sente persa. E alla fine ce la fa, quindi penso che il suo desiderio sia davvero enorme. D'altra parte, Vasco non dovrebbe essere felice per il fatto che lei sia lì, perché dovrebbe essere un po' più altruista, ma non importa. Alla fine sono insieme ed è ciò che importa per entrambi, per cui sono felice per loro.
Sappi che ho pianto, quando ho letto questa storia per la prima volta e non so bene se ti ho reso l'idea in questa recensione o se dovrò parlartene ancora, in altri casi, modificando la recensione, qualunque cosa. Però tante coccole, a te, a Sveva e anche a Vasco ♥

Recensore Master
22/07/13, ore 09:13

Ho partecipato anche io al contest "When I can see you again" e mi sono sentita in obbligo di leggere questa storia.
Non potrei dire più di quello che ha detto la giudiciA, ovvero che questa fan, seppure corta, è veramente bella e dolce.
Mi piace molto e devo dire che si meritava ASSOLUTAMENTE il secondo posto, forse anche il primo.
Certo, magari un po' più lunga sarebbe stata più bella, ma va bene anche così.
Hai colto nel segno e mi hai fatto sognare, davvero.

Recensore Master
04/07/13, ore 20:28

Mamma mia, che malinconia: mi pungono quasi gli occhi da quanto è triste e malinconica questa storia! È dolce, ma di una dolcezza un po’ amara che ti lascia una sensazione di vuoto nel petto. Non ho nemmeno bene le parole per esprimere ciò che mi ha trasmesso. Mi è piaciuta veramente tanto: in generale mi affascina sempre tantissimo leggere di sogni, e qui hai descritto i due di Sveva in maniera tanto nitida e colorata, che mi è parso proprio di vedermeli davanti, questi due bambini che corrono nei campi di grano, ridendo. Mi ha colpito tantissimo il particolare delle scarpette verdi a pois, che ha poi dato il titolo alla storia. Questa storia partecipa al contest sui sogni nel forum di Efp, vero? Partecipo anche io e mi pareva di aver visto il tuo nickname segnato fra gli iscritti!
In ogni caso, davvero bellissima, complimenti! Recupererò il prima possibile la storia che ancora mi manca per completare la tua raccolta – lo so che l’ho già detto, ma non voglio che pensi che me ne sia dimenticata xD
Un abbraccio!
Laura

Recensore Junior
27/06/13, ore 01:46

Recensione richiesta e fatta da Legiliber

Stile e grammatica: 4.5 Stelle su 5 Stelle

Stile scorrevole ed impeccabile, nessuna ripetizione! Grammatica ottima! Perfetto praticamente! Non do il mezzo punto perché si può sempre migliorare!

Fantasia: 4 Stelle su 5 Stelle

Mi ha davvero colpito, non ho mai letto niente del genere! E di libri ne ho divorati! Davvero ancora complimenti!