Recensioni per
Take me as I am
di midnite_

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/10/13, ore 14:42

Carissima...lo sai che questa tua os nn l'avevo letta? Mi sto chiedendo il perchè sinceramente...chissa...ma vabe meglio tardi che mai...
Mi piace molto lo scenario spogliatoio ahah, e Louis è sempre il solito e il tuo amato :)
So che la scuola ti sta prendendo molto, il classixo è cosi ci sono passata ank io, ma vedrai che troverai il tempo x scriverr non preocc ;)
E sono sicura che tornerai piu agguerrita di prima!!
Bhe ti saluto,un bacio!
Fede

Recensore Veterano
27/05/13, ore 11:45

"Vado a letto a sognare Louis che incula l'aria al concerto" è meraviglioso!!! Ahahahah!!!
Che dire... Adoro questa os sul serio... Poi sai.. Aggiungi il fatto che adoro Louis e siamo apposto!!!
Scrivi decisamente bene!!!!
Sai vorrei fare amicizia con te!!!
Mi chiamo Vanessa e vengo da Roma!!
Credo anzi so che tu ti chiami Giada, magia... No,che magia l'ho letto sopra!!!
Bene,credo di averti detto tutto quello che pensavo e ancora brava!!! :)

Recensore Master
23/05/13, ore 13:57

Ciao bellissima!!! Hai visto? Sono qui!! Ci sono capitata per caso, come mi è successo la prima volta che ho letto una tua storia penso sia proprio tu con il tuo modo di scrivere ad attirare la mia attenzione!
Questa OS è bellissima ma tutte le tue storie lo sono! ;)
La mia parte preferita?
Era incredibile il modo in cui Alex fosse in grado di fingere. Ora era di nuovo la brava ed ingenua ragazzina che accompagnava il suo fratellino agli allenamenti di calcio. Persino sua madre quando portava suo fratello non mancava di ricordarmi quanto Alex fosse brava in casa e fuori, una vera santarella. Certo, una vera santarella che aveva approfittato di una festa per sbattermi contro un muro e infilarmi la lingua in bocca, prendendo l’iniziativa e poi lasciandomi lì, insoddisfatto e frastornato, perché aveva deciso di non voler andare avanti. Mi aveva usato e raramente io mi facevo usare dalle ragazze, anzi, non ci stavo proprio. Alex però lo aveva fatto. Ma la cosa che mi dava più fastidio era che ora se ne stava comodamente seduta sugli spalti a guardare gli allenamenti di Tom, suo fratello, con un libro aperto sulle gambe e un amorevole sorrisino da ragazza innocente. Era quello che mi infastidiva: mi infastidiva il fatto che lei avesse anche solo potuto pensare che io non mi ricordassi di lei. A quella festa, un mese prima, aveva sfruttato l’effetto alcool, facendomi girare la testa come poche ragazze prima di lei. Aveva sfruttato l’effetto di un mini abito pieno di perline e strass che aveva lasciato ben poco spazio alla mia immaginazione. Aveva sfruttato l’effetto di un trucco audace che aveva messo in risalto quei suoi bellissimi e magnetici occhi verdi. Poi, la settimana dopo, aveva portato Tom al campo da calcio, come sempre, e aveva fatto finta di nulla. Probabilmente pensava che, dato il notevole cambiamento, non mi ricordassi di lei, sommando il fatto che ero palesemente brillo quella sera. Era davvero sorprendentemente stronza! Nel giro di una giornata era tornata la dolce ragazzina acqua e sapone di sempre, poco truccata e con vestiti semplici, che non mettevano particolarmente in risalto quelle curve da urlo che aveva. Insomma, era la figlia perfettina di sempre. La ragazza modello che di notte si trasformava in un’insospettabile seduttrice e poi lasciava le sue prede senza compenso. Ma Louis Tomlinson non si faceva fregare facilmente!

ALEX’S POV
“Louis è il solito leccaculo” scrissi sul cellulare, per poi inviare il messaggio alla mia migliore amica Caroline. Lei rispose pochi secondi dopo:
“Che ha fatto, oggi?” Persino dal messaggio riuscivo ad intendere la sua esasperazione per quella situazione. E non bastava un messaggio per spiegarle cosa aveva fatto Louis. Ormai erano mesi che portavo mio fratello Tom agli allenamenti di calcio solo per vedere il suo allenatore, quel gran figo di Louis Tomlinson. Sì, ma lui era uno spudorato viziato sciupaffemine che non aveva tempo da perdere con le ragazzine come me. E lo sapevo, lo sapevo bene, perché quando alla festa di Parker, dove sapevo che ci sarebbe stato anche lui, mi ero trasformata in una Cat Woman improvvisata per sedurlo, non si era lasciato ripetere l’invito due volte prima di starci. Aveva lasciato che lo baciassi, mi aveva toccato come nessun ragazzo aveva mai fatto, arrivando in punti che nemmeno sapevo di avere. Si era lasciato toccare. E io mi facevo schifo. Mi vergognavo del mio comportamento perché, per farlo cedere, solo per conquistarlo, ero arrivata ad un livello bassissimo. Mi ero trasformata in una specie di troietta di serie per una sera. E lui? Lui ora non si ricordava nemmeno di quello che era successo! Non mi aveva mai detto una sola parola, riguardo a quella sera, da quando avevo ricominciato a portare Tom agli allenamenti. Non mi aveva mai nemmeno detto: “Ehi Alex, eri davvero bella quella sera!” o “Ehi Alex, complimenti, ci sai fare!” Era così ubriaco e stupido da non essersi nemmeno ricordato di me. Non si era accorto che Alex “la brava sorellina” era la stessa ragazza che lo aveva fatto impazzire a quella festa. E io ci stavo male, perché capivo di non aver speranze con lui. Louis Tomlinson era uno a cui piacevano le conquiste facili, le cattive ragazze che gliela davano senza problemi. E io invece non ero riuscita ad arrivare fino in fondo nemmeno quella sera, perché avevo ancora la mia integrità e una dignità. Non avevo voluto andare oltre, perché avevo capito che farlo con un ragazzo ubriaco che il giorno dopo non si sarebbe nemmeno ricordato di me, non era esattamente quello che volevo. E ora era tornato tutto come prima: io ero la dolce santarellina che gli sbavava dietro senza possibilità. Ero veramente senza speranza.
«Alex!» mi richiamò mio fratello. Alzai di scatto la testa dal cellulare e mi ritrovai gli occhi azzurri di Louis a meno di due centimetri di distanza.
«Di-dimmi» balbettai, confusa da quella vicinanza. Tutto di lui gridava “sesso”, dagli occhi profondi, alle labbra sottili, dai capelli scompigliati al suo fondoschiena. Era impossibile non rendersene conto. Deglutii, mentre sentivo il suo sguardo sfiorare lento e bruciante il mio corpo, come se potesse vedere oltre i miei vestiti. Non mi bastavano i suoi “ciao”. Non mi bastavano le conversazioni con lui fuori dal campo da calcio. Non mi bastavano più i suoi sorrisi seducenti ed ammiccanti. Non mi bastavano più quegli sguardi complici scambiati ogni tanto. Io volevo di più. Volevo di nuovo quelle labbra, volevo di nuovo assaporare la sua pelle. Ma non lo avrei fatto, sarei rimasta la solita senza speranza, se averlo doveva comportare il mio cambiamento in qualcuna che non ero.
«Louis ha detto che domani sera c’è la festa della squadra. Ci saranno tutti i miei amici e i loro genitori! Ti ricordi tu di dirlo a mamma e papà?» domandò il mio fratellino. Tom ogni tanto era una vera piaga, una peste, insomma, ma era un fratello adorabile. Gli scompigliai leggermente i capelli.
«Certo, appena arriviamo a casa glielo diciamo!» risposi.
«Verrai anche tu, Alex?» La sua voce mi colpì come una doccia fredda. Mi stava invitando? Perfetto! Voleva che mi vestissi ancora come una prostituta di alto borgo e che lo sbattessi contro un muro? No, voleva vedere la solita timida Alex, per snobbarmi come sempre.
«Sì, credo di poter venire!» risposi, nonostante tutto.
«Bene, mi farà piacere vederti!» sorrise. Ecco, per l’appunto: il solito leccaculo! Stronzo!

***


LOUIS’ POV
Eccola lì, la bellissima e innocentissima Alex, con i suoi e suo fratello. Alla festa della squadra però c’era la sua famiglia, c’erano un sacco di bambini e c’erano un sacco di altre famiglie: non poteva certo far vedere il lato trasgressivo di lei! Era davvero una brava doppiogiochista! E la cosa assurda era che non aveva capito niente: io mi ricordavo di lei, avevo capito sin dal primo momento che quella furia della natura alla festa era lei, ma Alex aveva finto, aveva fatto finta di nulla. E io avevo in mente di farle fare la figura della stupida, esattamente come lei aveva fatto con me. Salutai la famiglia di Alex e gli altri genitori, poi cominciai ad essere sommerso dalle domande sul comportamento e l’andamento dei propri figli dai genitori. La serata procedette tranquilla. E Alex non dava mai segno di volerci provare di nuovo con me. Il fatto era che, io, nonostante tutto, la trovavo estremamente bella, anche così, con un paio di jeans a sigaretta e le ballerine, senza tacchi e con la maglietta accollata, che però lasciava spazio ai viaggi mentali più perversi, soprattutto dopo che l’avevo toccata. Sinceramente dopo quella sera mi ero chiesto a lungo come sarebbe stato andare oltre ed assaporare il suo corpo, oltre quei baci appassionati che ero riuscito a strapparle, oltre a quelle carezze accennate sulla sua pelle, lasciata scoperta dal vestito. Volevo andare oltre e lo avrei fatto, se lei non si fosse comportata così. Se lei non avesse finto di essere ciò che non era. Ero con i genitori di Alex e con altre persone, quando loro cominciarono a trattare l’argomento che mi interessava. Avevano lanciato l’esca per il mio piano.
«Allora, Louis, come va Tom in squadra?» domandò suo padre.
«Benissimo, signore. È davvero un bravo ragazzino. Avete dei figli fantastici» dissi, marcando bene l’ultima frase. Notai Alex trasalire alla mia affermazione.
«Oh, grazie mille, anche se ogni tanto ci fanno un po’ disperare!» ammise sua madre, guardando in modo allusivo Alex. Sorrisi comprensivo.
«Non deve preoccuparsi per sua figlia, sono sicuro che si comporta benissimo, anche alle feste!» Alex spalancò gli occhi, sorpresa. Abbozzò immediatamente un sorriso timido in direzione del padre.
«Che festa, Alex?» chiese sua mamma, incrociando le braccia.
«Nessuna festa, mami! Louis diceva tanto per dire! Non sono stata ad alcuna festa!» Mentiva anche ai suoi genitori!
«Davvero? Eppure ero convinto di averti visto alla festa di Parker! Ero convinto che fossi tu!» dissi, guardandola negli occhi, quegli occhi che, nonostante tutto, non mi lasciavano indifferente. Lei rise nervosamente.
«Devi esserti confuso con qualcun'altra, davvero! Io non c’ero a quella festa!» sibilò, sostenendo il mio sguardo. Era stronza fino alla fine!
«Beh, allora mi sarò confuso! È strano, perché, credimi… non avevo bevuto così tanto da non ricordare» esclamai, allusivo. Lei sobbalzò, finalmente consapevole del fatto che ricordavo tutto di quella festa. «E poi… un sorriso come il tuo è difficile da confondere!» aggiunsi. Con quell’ultima battuta mi guadagnai un’occhiataccia da parte dei suoi genitori, ma non mi importava. Avevo avuto la mia vendetta. Solo in quel momento notai la sua espressione farsi più triste, accusando il colpo. Eppure qualcosa, in quel suo sguardo malinconico, mi spinse a pensare che il problema per lei non era la reazione che avrebbero avuto i suoi genitori.
«Alex! Signorinella, devi dirci qualcosa?» la accusò infatti suo padre. Lei scosse la testa con energia.
«No, nulla che vi possa importare! Nemmeno a me importa di quella stupida festa dove c’erano solo ragazzacce disinibite e ragazzi schifosamente porchi e puttanieri!» urlò, guardandomi dritto negli occhi. Stava parlando di me e quelle sue parole, in qualche modo, mi fecero più male del dovuto. Era solo così che mi vedeva Alex?
«Ma di che stai parlando, Alex?» chiese sua madre, turbata. Alex non gli lasciò il tempo di trattenerla, perché se ne andò di corsa, senza dire una parola. La vidi correre in direzione degli spogliatoi.
«Ma che le prende?» domandò di nuovo sua madre, guardando me, quella volta. Solo a quel punto mi resi conto che, probabilmente, era colpa mia. Avevo esagerato e l’avevo fatta stare male.
«Credo sia colpa mia… andrei a parlarle, se per voi va bene» proposi. I genitori di Alex annuirono e io la raggiunsi il più in fretta possibile.
«Alex… sono io, Louis… dove sei?» urlai, una volta dentro gli spogliatoi. Non ricevetti risposta, ma continuai a cercarla, finché non sentii dei singhiozzi e un pianto sommesso. «Alex… scusami davvero, non… non era mia intenzione metterti nei casini» dissi, sinceramente dispiaciuto, anche se ormai il danno lo avevo fatto. Alex sollevò la testa per guardarmi e si asciugò velocemente le lacrime.
«Sei davvero un grandissimo scemo, Tomlinson!» disse. La fissai, sorpreso.
«Cosa?»
«Già, potevi dirmelo prima che ti eri reso conto che ero io!»
«Era ovvio che me ne ero reso conto, Alex! Come potevo non accorgermi? Perché invece non parliamo di te, che dopo quella sera hai fatto come se non fosse successo nulla!» mi avvicinai a lei, seduta per terra, con la schiena appoggiata alla porta delle docce. Cominciava davvero ad innervosirmi.
«Io avrei fatto finta di niente? Io? Parli proprio tu?» mi accusò, ricominciando a piangere. La presi con decisione e la sollevai da terra, costringendola a guardarmi.
«Che stai dicendo, Alex? Sei tu che mi hai umiliato, che mi hai trattato come un deficiente! Sei tu quella che si è spacciata per una ragazza disinibita e il giorno dopo è tornata a fare la timida verginella come se nulla fosse!» Mi resi conto di aver leggermente alzato il tono, quando Alex premette le mani sul mio petto e mi spinse via con una forza che non credevo avesse.
«Quasi un anno a portare mio fratello agli allenamenti solo per vederti, quasi un anno passato a cercare di farti capire che… che mi piacevi... E tu? Tu ti sei accorto di me solo quando mi sono mezza spogliata e ti ho sbattuto contro il muro, mentre eri ubriaco! È così che ti piace, Tomlinson? Quasi un anno di tentativi fallimentari e a te piace solo l’Alex falsa? Non ti sei mai reso conto di quella vera!» urlò, puntandomi un dito sul petto. «E poi sarei io, la stronza!» aggiunse, voltandosi e dandomi le spalle. Solo in quel momento finalmente capii. Era solo quello il problema?
«Se ti piaccio così tanto, perché te ne sei andata alla festa? Ero ben intenzionato a concederti tutto quello che mi avessi chiesto, quella sera» sussurrai, avvicinandomi a lei. Le toccai le spalle e lei sussultò. Lasciai scivolare le mani lungo le sue braccia lasciate nude dalla maglietta.
«Lo vedi qual è il problema? Tu ancora non hai capito! Quella sera, quella Alex… non ero io! L’ho fatto solo per conquistarti, ma mi sono resa conto che… che non aveva senso averti così e pentirmene per tutta la vita. Io voglio farlo con un ragazzo che mi apprezzi per quello che sono. Non sono una gatta morta in cerca di sesso occasionale che indossa micro abiti appariscenti e trampoli fluorescenti al posto dei tacchi! Quella non sono io, Louis! E non lo diventerò solo per conquistarti! Ho già perso troppo tempo, con te! Sono arrivata ad un punto vergognoso e mi rendo conto che non ne vale nemmeno più la pena!» Le sue ultime parole mi colpirono come una lama in pieno petto. Era quella l’opinione che aveva di me? Era giunta alla conclusione che l’unico modo che aveva per stare con me era quello di fare la ragazza falsa e di facili costumi? Si sbagliava di grosso. Davvero tutti quegli sguardi, quei sorrisi e quelle nostre chiacchierate non erano servite a farle capire che, anche se forse non volevo ammetterlo, lei mi piaceva esattamente così com’era? La voltai, fino a farla scontrare contro il mio petto. Alex sollevò il viso e mi guardò in modo indecifrabile.
«Forse se tu, anziché fare la stronza e liquidarmi alla festa con un principio di erezione e una maledetta voglia di farti mia per poi fare finta che non fosse successo nulla, il giorno dopo, mi avessi semplicemente detto: “Ehi, Louis, non era mia intenzione comportarmi così, l’ho fatto solo perché mi piaci”, avresti capito che l’attrazione è reciproca» dissi, sollevandole il viso. Il mio sguardo cadde automaticamente sulle sue labbra, che lei si inumidì con la lingua, causandomi un lungo brivido. La voglia di farla mia non era poi così sfumata, era sempre lì, più viva di prima.
«Se ti piacevo così tanto, perché non me lo hai detto tu?» domandò. Il suo ragionamento non faceva una piega, in effetti. Ma non era così semplice, non per me, almeno. Era la sorella di uno dei ragazzi che allenavo e i suoi genitori mi parlavano di lei come una ragazza perfetta. Mi ero sentito umiliato e usato, vedendola sotto quella luce.
«Credevo volessi prenderti gioco di me, non mettermi alla prova»
«Non ho mai voluto metterti alla prova, veramente… volevo solo conquistarti» precisò. Tracciai il contorno delle sue labbra con l’indice, fissandola negli occhi, senza stancarmi di quel contatto.
«Beh… ci sei riuscita, ci sei riuscita come Alex…» mormorai, avvicinando il viso al suo. Lei annuì debolmente. Sentii le sue mani scivolare lente sulla mia camicia. Le presi il viso e premetti le labbra sulle sue, annullando le distanze tra di noi. Alex si aggrappò alla mia maglietta, avvicinandosi a me. Percepii il suo corpo contro il mio e la mia eccitazione aumentò a dismisura in una frazione di secondo. Scivolai contro la parete dello spogliatoio con la schiena, trascinandola con me. Alex si sedette sulle mie gambe, intrecciando le sue alla mia vita. Inarcò la schiena, mentre infilava le mani tra i miei capelli. Quel bacio era decisamente più consapevole del primo bacio che ci eravamo dati a quella festa. Aveva un sapore diverso. Non sapeva di alcool e bugie, sapeva di lei e di me, aveva un sapore decisamente migliore.
«Doveva essere questo il nostro primo bacio» sussurrai, mordendole il labbro. Lei sorrise.
«Ciao Louis, sono Alex, la ragazza che porta sempre il fratellino agli allenamenti, ti ricordi di me? Beh, ecco… volevo dirti… porto sempre mio fratello solo per vederti perché… tu mi piaci, già… ecco, l’ho detto!» disse. La guardai perplesso.
«Perché me lo dici così?» chiesi confuso. Alex rise e fece correre la mano lungo la mia camicia, accarezzandomi lentamente.
«Perché… potremmo fingere che non sia successo nulla e ricominciare da capo» spiegò.
«Sono felice che tu me lo abbia detto, Alex, perché, sai, stavo pensando che… potremmo uscire a prenderci qualcosa una di queste sere, se per te va bene. E poi… perché ho ancora una gran voglia di te» ammisi, prendendole i fianchi e premendola contro il mio corpo. Alex sussultò a contatto con la mia erezione. «Mi daresti un’altra occasione?» domandai. Alex prese un profondo e lento respiro.
«Per arrivare fino in fondo con me?» domandò, muovendo lentamente il bacino contro le mie gambe. Certo, quello non mi avrebbe aiutato, ma non era quello che intendevo, nonostante avessi voluto farla mia in quell’istante esatto.
«Intendevo… mi daresti un’altra occasione per dimostrarti che non sono un porco a cui piacciono solo le ragazze facili e che tu saresti una bella conquista?» riformulai la frase. Alex scosse la testa, divertita. Si avvicinò al mio orecchio e lo sfiorò con le labbra.
«Sì. Però… tu mi daresti un’altra occasione per… arrivare fino in fondo con te?» sussurrò, prima di mordermi leggermente il lobo. Ansimai, sopraffatto dal suo gesto e dalle sue parole.
«Sei sicura?»
«Sì, perché mi piaci e sì, perché so che a te piace Alex, la vera Alex… ed è così che voglio farlo» rispose semplicemente. Alle sue parole, infilai prontamente le mani sotto la sua maglietta, accarezzandole la pelle fredda. Alex rabbrividì e chinò leggermente il capo, lasciando davanti ai miei occhi il suo collo scoperto ed invitante. Le sollevai le braccia sopra la testa, stringendole le mani, e premetti le labbra sul suo collo, baciandolo con decisione. Alex gemette, quando cominciai a succhiare la sua pelle, cercando di essere delicato.
«Questo i miei genitori non lo approveranno» mormorò, respirando lentamente. Sorrisi compiaciuto, osservando il segno che le avevo lasciato, prima di sfiorarlo con la lingua per alleviare il bruciore. «E questo non fa che peggiorare la mia situazione» aggiunse, ansimando. Risi e lasciai le sue mani, per prendere il bordo della sua t-shirt e sollevarla fino a sfilargliela. A quel punto Alex si avventò con decisione sui bottoni della mia camicia. Ad ogni tocco delle sue dita sulla mia pelle, mi sentivo bruciare un po’ di più. Slacciava ogni singolo bottone con estrema lentezza, prima di accarezzare il mio petto nudo. Con un gesto veloce me la sfilò, lasciandola scivolare lungo le mie braccia. Con mia grande sorpresa, si mise in ginocchio davanti a me puntando le mani ai lati delle mie gambe. Mi sporsi verso di lei e la baciai, cercando la sua lingua con maggior desiderio. Infilai una mano tra i suoi capelli, per tenere i nostri visi vicini. Sentii la sua mano armeggiare con la mia cintura e sorrisi sulle sue labbra. La slacciò velocemente, poi fu il turno del bottone e della zip dei jeans. Mi sollevai leggermente, per aiutarla a sfilarmeli, dopo essermi tolto anche le scarpe. Feci scivolare le mani sulla sua schiena, fino a trovare il gancetto del suo reggiseno.
«Odio i preliminari» ammisi, armeggiando con scarsi risultati sul gancino. Lei rise e mi aiutò a slacciarlo, divertita.
«In effetti non sembri molto esperto, Tomlinson» disse, sfidandomi con lo sguardo. Le sfilai il reggiseno, poi la spinsi all’indietro, con la schiena sul pavimento. Lasciai scendere le mie labbra lungo il suo collo, poi sulla spalla e infine tra i seni. Le pizzicai un capezzolo con le dita, sentendo il suo piacere aumentare al mio tocco, poi portai le labbra sull’altro seno. Alex gemette e infilò istintivamente le mani tra i miei capelli.
«Adesso che ne dici, dolcezza?» chiesi, beffardo. Lei sospirò contrariata e sollevò le gambe intorno alla mia schiena.
«Dico che dovresti stare zitto e continuare il tuo lavoro, perché anche io mi sto stancando dei preliminari… arriva al dunque, ti prego» mi supplicò, con voce spezzata. Risi divertito.
«Davvero? Allora sarò lento e sensuale…» dissi, lasciando correre l’indice lungo il suo ventre, fino al bordo dei pantaloni. Seguii lo stesso percorso con le labbra, lasciandole umidi baci a fior di pelle. Alex sussultava di tanto in tanto e si muoveva sempre più impaziente sotto di me. «… è la mia piccola vendetta per come mi hai trattato alla festa» ammisi, indugiando con le labbra sul bordo dei suoi jeans. Alex inarcò il bacino verso di me.
«Me lo rinfaccerai per tanto tempo?» domandò, chiudendo gli occhi.
«Finché non sarai mia» risposi, slacciandole i pantaloni. Mi abbassai a sfilarle le ballerine, poi le feci scivolare i jeans lungo le gambe.
«Ti prego, Louis… sbrigati» implorò ancora. Mi sollevai a baciarla e cominciai ad accarezzare la sua intimità sopra l’intimò. Alex ansimò, prendendo respiri sempre più profondi. Le sfilai anche l’ultimo indumento che le restava e infilai un dito dentro di lei. Alex trattenne un gemito e si aggrappò alle mie spalle.
«Non ti eri già vendicato abbastanza?» domandò, ansimando.
«Questa non è una vendetta, tesoro… voglio solo darti piacere» risposi. Anche se avevo in mente ben altro modo per farle raggiungere l’orgasmo, non certo così. La sua presa sulle mie spalle si fece più decisa, mentre col bacino assecondava il mio movimento. Sentii che stava arrivando al limite. Rallentai e mi fermai del tutto quando la vidi piegare il capo all’indietro mentre chiudeva gli occhi. Alex non disse nulla e si sollevò a cercare le mie labbra. Mi resi appena conto della sua mano sui miei boxer. Mi accarezzò con lentezza sopra il tessuto, prima di tirare l’elastico. Mi sfilò anche quelli e li gettò insieme ai nostri vestiti, da qualche parte della stanza. Cercai a tastoni i jeans sul pavimento, presi il portafoglio e ne estrassi la bustina di un preservativo.
«Visto? Sempre il solito!» mi accusò, sciogliendosi subito in un sorriso.
«Ti sfido a trovare un ragazzo che non tenga un preservativo nel portafoglio! Ne teniamo sempre nella speranza di aver fortuna… magari con la ragazza giusta che non ci saremmo mai aspettati!» confessai, prendendole le mani.
«Io l’avevo detto che rimani sempre un grandissimo leccaculo! Però sei un dolcissimo leccaculo, te lo concedo!» Risi e mi alzai da terra, seguito da Alex, che si mise davanti a me. Sentii la sua mano scendere decisa sul mio membro. Cominciò a muoverla lentamente, facendomi ansimare. Cominciai a respirare lentamente e appoggiai le mani sul muro, ai lati del suo corpo.
«Ora li odi ancora i preliminari?» domandò, ridendo.
«N-non… non così tanto» balbettai, incapace di dire altro, mentre la sua mano percorreva lenta la mia erezione. Alex prese la bustina del preservativo e mi aiutò ad infilarlo, facendomi eccitare più del dovuto, poi lasciò che la sollevassi e la appoggiassi contro il muro. Aprì maggiormente le gambe e io la penetrai cercando di essere delicato, spingendola contro la parete con il mio corpo. Alex si morse il labbro.
«Mi dispiace… lo stiamo facendo contro un muro… non credo che la prima volta con me tu l’abbia immaginata così!»
«Pensi di essere sempre nei miei pensieri, Tomlinson?» domandò, lasciando scivolare la mano sulla mia schiena. Sentii le sue unghie graffiare leggermente la mia pelle e sussultai, scosso da un leggero brivido. Era davvero eccitante.
«Non penso, ne sono certo» risposi, forse fin troppo sicuro di me. Alex rise, muovendo lentamente il bacino. Andavo ad un ritmo sostenuto, senza velocizzare troppo le cose e senza essere troppo brutale.
«Veramente pensavo che non ci sarebbe mai stata una prima volta tra di noi…» sussurrò, lasciando la frase in sospeso, a rimbombare come una consapevolezza nel mio cervello.
«Vedi? Non dovevi sottovalutarti così» mormorai, sfiorandole il collo con un bacio. Alex ansimò e prese ad accarezzarmi il capo, tirandomi leggermente i capelli con una mano.
«Mi dispiace… ma mi sottovaluto ancora… non penso di poterti piacere così tanto» disse.
«Alex… non… non me ne andrò, dopo questo» Le accarezzai il viso, pulendolo dal mascara che le era colato mentre piangeva.
«Ti prego… dimostrami che mi vuoi davvero» sussurrò, chiudendo gli occhi per non dover sostenere il mio sguardo. Le presi il viso e la baciai con urgenza, poi aumentai il ritmo, deciso a farle provare piacere come nessuno aveva mai fatto.
«Ti voglio, Alex, voglio la vera Alex» mormorai, sfiorandole l’orecchio con le labbra. La sentii sussultare, diedi un’ultima spinta. Alex inarcò la schiena, piegando il capo all’indietro. Si morse il labbro, lasciandomi sentire un delizioso grido di piacere, leggermente trattenuto e seguito da un sospiro: il mio nome… le sentii chiaramente sospirare il mio nome. Dopo pochi secondi raggiunsi anche io l’orgasmo.
«Domani Tom ha gli allenamenti?» domandai, allusivo.
«No! Settimana prossima» rispose.
«E devo aspettare così tanto per rivederti?» mi lamentai, lasciandole un bacio a fior di labbra. Lei mi piaceva, mi era sempre piaciuta, ma ero stato l’idiota che non aveva saputo fare il primo passo. Avevo aspettato che lo facesse lei e non mi sarei mai perdonato per quello che le avevo permesso di fare. Ma ora le avrei dimostrato che ero in grado di amarla, per quello che era.
Si, mi è piaciuta davvero tanto! :) *-*
Ciao bellissima, alla prossima! :**

Recensore Junior
21/05/13, ore 16:38

aww.
è bellissima questa OS.
non ti preoccupare, anche io ho pianto tutto il tempo, ma mi sono costretta ad andare davanti al forum.
diciamo che non è stata una delle mie idee migliori.
anywayy, me gusta come scrivi.
poi questa OS mi piace davvero troppo, non so perchè :O
boh, comunque ti saluto, lol.
bacii xx.

Recensore Veterano
20/05/13, ore 19:57

Ommioddio. Questa OS è bellissima. È dolce anche se è rating rosso, è veramente bellissima ** la amo, la amo! È una delle mie preferite!
Haha, dato che fai OS su commissione, ti posso chiedere se ti va di scriverne una per me? **

Recensore Veterano
20/05/13, ore 19:05

bella bella bella sei una scrittrice con i fiocchi ti adoro la storia è magnifica
sei troppo brava!!!

Recensore Master
20/05/13, ore 18:19

<< Quasi un anno di tentativi fallimentari e a te piace solo l’Alex falsa? Non ti sei mai reso conto di quella vera!» urlò, puntandomi un dito sul petto. «E poi sarei io, la stronza!» >>
YEEEEH! brava Alex!

oh ma che davvero fai os su commissione? bella idea! mi prenoto per averne una :D tanto mi conosci ormai, sai il mio genere ;)

Recensore Master
20/05/13, ore 14:52

Questa OS é assolutamente fantastica cara mia!
Io me ne sono innamorata!
Complimenti!

Nuovo recensore
20/05/13, ore 08:43

è strabella!
potresti,senon è ti è di disturbo,scriverne una anche per me? amo come scrivi,sei adhasnfhjs*-*
un bacione dalla tua nuova fan xx

Nuovo recensore
20/05/13, ore 00:25

Ehiiiii bellissima os complimenti! L'ho aggiunta ai preferiti! Scrivi davvero molto bene appena ne scrivi un'altra fammi sapere sarò felice di leggere e commentare!
baci michela*__*

Recensore Junior
20/05/13, ore 00:08

Oddio davvero, grazie mille. Sai come stupirmi ragazza, lo sai davvero. Apprezzo al massimo l'impegno che ci hai messo e apprezzo il fatto che tu abbia subito accettato la mia richiesta e fatta in un giorno. Ti adoro, continuerò a leggere sempre le tue storie, sei bravissima :)