Si vede che è i tuo personaggio preferito, gli hai saputo dare nel testo varie sfumature nella caratterizzazione che lo ritraggono a tutto tondo e non, come potrebbe sembrare a prima vista da uno abbastanza profano in merito (uno a caso, io) solo come un dispensatore freddo e spietato di botte a destra e a manca
In questa (decisamente bella) storia si vede un lato diverso, si scopre che è capace di vedere (attraverso il prisma della sua personalità e il suo background, con metafore di tipo "ematico" che molto probabilmente altri non farebbero, dev'essere una sorta di "deformazione professionale") la straziante, meravigliosa bellezza del creato (per citare il Totò di Che cosa sono le nuvole) che gli fa dimenticare al momento la sua principale occupazione per lasciarsi andare a riflessioni (tutt'altro che allegre, invero) sulla sua natura e sul suo ruolo, sembra che la visione di quel panorama, che dovrebbe dargli almeno un momento di riposo o di tregua (credo che questa sia la sua speranza recondita), esacerbi invece il suo dissidio interiore.
Inoltre, ho trovato molto interessante il tema del Cyborg (premessa: fan sfegatato di Cyborg 009, spero conosca quella serie) da quel che ho capito, un Cyborg è un essere le cui parti organiche sono state sostituite con parti meccaniche, tranne una: il cervello, le sue memorie (sempre che non siano state cancellate volutamente nel corso del processo) restano, come anche il ricordo di quando era un comune essere umano, quindi un Cyborg prova tutta la gamma possibile di sentimenti umani (odio, amore, rabbia, tenerezza ecc.), in questo si differenzia dall'androide (tipo i replicanti di Blade Runner o il protagonista di A. I.) perché in quel caso si tratta di un essere completamente meccanico e le sue "emozioni" sono il risultato di programmi installati ad hoc.
Scusa per la divagazione, ma il tema si prestava.
PS. Un piccolissimo appunto: secondo me nella frase "All’epoca la mia vista si era fatta via, via più sfocata" secondo me non ci voleva la virgola... |
