E' fra le cose pių belle, poetiche, malinconiche e tristi che abbia mai letto. Lo sparo finale ha ucciso anche a me, che pure di Roma porto nella memoria ricordi molto diversi da questi. La "luce nera", un ossimoro per molti, ultima guida per chi ha perduto anche quella dea che per ultima ha lasciato il genere umano: la Speranza. Non mi resta che tornare nel mio Averno, il cui buio risplende della stessa "luce nera".

Cosa vedo qui? Una Roma che non č Eterna ma consumata come un sigaro alla fine della sua consumata e fumosa vita. Un componimento crepuscolare e decadente che rimanda alle poesie dei primi del Novecento e allo stesso tempo č futuristica, elegantemente noir. Terribilmente bella nel suo distrutto romanticismo, per non parlare del lessico meraviglioso. Brava!

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L'ho riletta un po' di volte, prima di lasciarti una recensione, ma eccomi qui.
Questo componimento si discosta ancora un po' dagli ultimi che hai pubblicato, ed č molto interessante vedere come i tuoi scritti siano sempre in evoluzione. Mi piace il lessico che hai scelto, cosė l'ho trovato ricercato e decadente, molto in linea con il contenuto del tuo componimento. Il finale mi ha un po' spiazzata, ricordandomi alcuni dei tuoi lavori noir.
Senza contare che c'erano i Matia Bazar che facevano toc toc sulla mia testolina durante tutta la lettura.
Attendo con ansia nuovi lavori!

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