Recensioni per
I'm good, i'm gone.
di Mrs C
Perdonami per il ritardo, again. Sono cosi pigra che dentro di me ci sono almeno cinquanta delle persone più pigre al mondo. |
Oddio. Oddio mi sono commossa, e non sto scherzando. Questo capitolo, purtroppo l'ultimo aggiungerei, mi ha dato emozioni più forti di quelli precedenti. Continuo a ribadire quanto il tuo Q sia perfetto, quanto tutti i personaggi siano perfetti in realtà, e quanto le tue parole siano cariche di sentimenti. Sembrerà una sviolinata da lecca culo ma non è così, perché io ho davvero amato questa storia ed ho davvero amato quest'ultimo capitolo che riesce a completare degnamente il tutto. Complimenti Jess <3 |
E finalmente mi fermo un attimo a recensire e, prima, a finire di leggerla. Mi piace molto che Hannibal sia solamente, passami il termine, una figura sullo sfondo. Sei brava nell'introspezione e posso darti pienamente ragione, si sente che c'è tanto di te nel personaggio di Q... se posso, specialmente nel terzo e in questo capitolo. |
Io boh.. Sono così annientata che non so neanche da dove iniziare a scrivere qualcosa che possa essere chiamato recensione.. E' tutto così bello, intenso, poetico e anche doloroso nella sua bellezza da farmi male al cuore.. Ma non quel male negativo che ti precipita addosso quando leggi una cosa orribile che ti destabilizza, no, è il male al petto che ti lascia l'epilogo di una storia meravigliosa che ha scavato nei meandri del dolore ma che ha lasciato come eredità la speranza dell'amore e dell'amicizia. E' il male al petto che ti viene quando una cosa è così bella che ormai ti è penetrata sotto pelle e sapere che è finita equivale a perdere un caro amico, che ti ha accompagnato con la sua intensità e carica emotiva. Ecco cos'è per me questa storia: l'equivalente letterario di un caro amico che ho amato profondamente, che mi ha dato tanto e mi ha fatto provare emozioni che mai, MAI, in questo fandom su Efp io ho provato. Un amico fraterno che ora sono costretta a lasciar andare ma che non voglio lasciar andare, perché le cose buone (se mi permetti una ignobile semi parafrasi del titolo) non dovrebbero mai andare via.. Tu sai che io sono una che recensisce molto poco e quelle poche cose che dico nelle recensioni le penso dal profondo del cuore; quindi credimi se ti dico che, a tutt'oggi, questa è la storia più bella di tutta la sezione, quella più accurata, approfondita, più profonda nel senso quasi mistico del termine, che raggiunge vette di analisi introspettiva con una potenza senza pari. |
Mi guardava, e non riuscivo a non guardarlo. Era impossibile, capisce? Anche adesso lo è. La mattina mi sveglio e mi sembra tutto così... blu. Per un momento, solo per un momento.
E’ tutto così blu che quasi ci affogo dentro. |
Stanco, fisicamente a pezzi ed emotivamente compromesso più di chiunque altro per la missione di salvataggio che lui per primo aveva organizzato in segreto e lontano da me - come ho saputo solo dopo, è stato lui a chiedere a M di estromettermi dalle missioni di alto livello, per non darmi una speranza e poi, se fosse andata male, togliermela - ha trovato la forza di venire in ospedale, e rimanerci per tutta la notte. Mi ha guardato, ancora con un piede fuori dalla stanza e i suoi grandi occhi verdolini, poi si è seduto per terra, spalle alla porta, stringendomi in una specie di goffo abbraccio. Non sono mai stato un amante del contatto fisico ma con Alec viene naturale perché lui è fatto così. La risata squillante e l’amore nel cuore, gli si vuole bene per forza. Gli si vuole bene come a una persona di famiglia, anche se tu ha una famiglia non ce l’hai mai avuta. È tornato a casa, ha detto, te l’ho riportato, Q. E, dio mio...
Guardando James, e con Alec alle spalle che cercava di tranquillizzarmi… credo di non essermi mai sentito tanto a casa, come in quel preciso momento. Alec mi ha dato le chiavi dell’appartamento di James verso le cinque di mattina. Mi ha praticamente buttato fuori dalla camera per andare a farmi una dormita.
Una dormita vera, ragazzino, ha specificato. Adesso respira da solo, la situazione non è più grave come si credeva all’inizio e domani proveranno a farlo uscire dal coma. Ci vorrà tempo e riabilitazione. Pazienza - che a James manca, ma che io ho in abbondanza - e cure. Io e Alec saremo lì. Questo credo sia la sola cosa sicura al momento. Ed è abbastanza. Non m’importa di nessuno se non di queste due persone. E, se per questo dovrò rinunciare al mio lavoro o a quello che negli anni ho costruito, beh… non importa. Sarò in grado di creare molto altro, adesso. Di cambiare il mio mondo, e forse quello di chi mi sta accanto.
Non mi illudo di poter fare molto di più, sono razionale, lei lo sa. Mi sento felice.
Il mio futuro è un po’ più mio, ora. Un po’ più azzurro. |
In pratica mi accorgo oggi che avevi aggiornato anche con un terzo capitolo (vabbè, ero un vacanza senza internet, you know), e ovviamente ho letto prima questo dell'ultimo. E ovviamente ho tremato interiormente. L'introspezione è la tua dimensione. Dare vita ai personaggi tramite il loro racconto, solo con le loro parole, senza descrizioni esterne, senza costruzioni di ambientazioni e altri dialoghi, è assolutamente il tuo mondo, lo padroneggi in maniera regale, non c'è altro modo di dirlo. Posso vedere Q, le sue espressioni, la luce-non luce nei suoi occhi, mentre parla a Lecter del vivere/sopravvivere. Le sue considerazioni sono dolorose, umane, sconcertantemente profonde: sono sue, e di tutti noi. Ti muovono DENTRO, perché questa è la condizione umana. Sei sempre bravissima, anzi, sei sempre MIGLIORE. Ti batti da sola, e non è facile contro un avversario così formidabile. Ti abbraccio |
Aspetta che devo asciugarmi le lacrime prima di provare a fare una recensione che sia degna di questo nome.. *sta piangendo come un agnello il giorno di Pasqua* |
*prende un bel respiro* |
Intanto scusami per il ritardo *si cosparge il capo di cenere e si offre in pasto al dr. Lecter* |
Nessuno ha il modo di entrare e plasmare cosi tanto Q per darci un personaggio cosi forte, solo e immenso. |
Non sai che gioia vederti scrivere ancora, Jes. Forse sarò ripetitiva visto che certe cose te le ho già dette ma trovo che la tua sia una scrittura da cui non potrei mai stare lontana. Concordo con Claudia quando dice che la prima persona è la tua via ed è proprio cosi. Qui dentro c'è tutto: amore, disperazione, paura, storia, tensione e dolore. Sono sentimenti marchiati nell'anima di Q, che ti rendono partecipe di quello che gli gravita attorno e conscia del suo carattere. Bisogna avere una possibilità, e non tutti sono disposti a rischiare per dartela, specie una persona con problemi relazionali come me. M ha rischiato tanto e tutto. Avrei potuto fare qualunque cosa, avendo accesso ai computer dei servizi segreti, compreso far esplodere questo palazzo, e il suo culo ancorato a quella poltrona. Ma non l'ho fatto. E sa perché? Perché glielo devo. Le devo questo, a M, l'avermi dato un'occasione. E se sono venuto oggi, è per questo motivo: perché glielo devo. Non sono qui, perché lei è stato convincente nel suo discorso patetico da medico in carriera, Dottor Lecter. Non una sola parola è rimasta nel mio cranio abbastanza a lungo per fare breccia nel mio cervello o, peggio, nel mio cuore.
E l'unica persona che aveva questo privilegio, come lei ben sa, non è più qui per dimostrarglielo. |
Mi sento inadeguata a commentare questo capolavoro. |
WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!! OHMIODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!! |
Allora. L'ho riletta stamattina a colazione e devo dire una cosa, qui e ora, prima di tutto il resto. |