Recensioni per
Se un mattino d'estate un truffatore
di margheritanikolaevna

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 29
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/06/13, ore 13:09

Recensioen/valutazione valida per il contest "Dal linguaggio iconico a quello verbale"
 
Grammatica e ortografia: 15/15

Mi pare di non aver notato particolari sbavature né grammaticali, né lessicali né ortografiche.
Stile: 13/15
Molto bello, le varie parti s’incastrano molto bene tra loro, un capitolo dedicato a un personaggio termina proprio nel punto necessario per far venire al lettore il desiderio di continuare, però questo paradossalmente è un limite perché se uno è interessato alla linea narrativa dedicata a un certo personaggio potrebbe non essere invogliato a cambiare scenario e passare piuttosto repentinamente da una galleria d’arte alle angustie di una giovane donna la cui relazione sentimentale è in crisi alla preoccupazione di un uomo e di una donna che temono l’uno per la vita dell’altro,, non so se definirla una pecca, ma forse non tutti potrebbero apprezzare questa ricercatezza stilistica.
Originalità: 8/10
Se i grandi del passato ci parlano attraverso le loro opere, questo dev’essere un caso del genere, oggi come allora il passaggio di epoca porta speranze e tensioni, in quell’epoca che veniva pensata come il trionfo dell’ottimismo e della forza del progresso, v’era chi trasponeva nell’arte sentimenti diversi e assai meno rosei (che venivano malvisti, ma gli artisti hanno appunto questa capacità, considerata così peculiare da essere paragonata a un dono divino, di presentire oltre la realtà corrente), e questo messaggio sembra particolarmente attuale in altra epoca, anch’essa salutata come epoca di progresso e di pace (si parlava addirittura, con una certa sicumera, di “fine della Storia”) si sia rivelata tutt’altro. Per farla breve, l’idea di inserire un quadro della cosiddetta Belle Epoque in un contesto così diverso (sia come collocazione geografica sia come ambientazione di fandom) e pure così tanto simile mi sembra un’idea particolarmente ben riuscita.
Gradimento personale: 10/10
Può sembrare strano, forse no, non saprei, ma nel corso della lettura della storia, oltre ai riferimenti a Calvino, non ho potuto fare a meno di pensare al titolo di un famoso libro della Deledda, ovvero Canne al vento, i protagonisti a mio parere sembrano in questa storia come “canne”che si muovono per i capricci del “vento” (anche se qui non è si tratta del fenomeno naturale, ma del flusso di scorie, polvere e fumo di quello che era stato il WTC), e questo elemento fortuito e imprevisto scombussola chi più chi meno le vite dei personaggi, portando a vari stati di tensione che hai saputo raccontare molto bene, sarebbe difficile scegliere qual è stato il momento che abbia gradito di più, se la sconcertante rivelazione fatta al protagonista su come quella tela sia stata così importante per una famiglia di un’epoca e paese lontano (al punto da segnare la fine tra la vita e la morte) o l’episodio narrante le angustie di una donna che non crede più nel futuro della sua relazione (per la quale ha scommesso tanto, per non dire tutto, e ora sembra essere presa da una massa di rimpianti e recriminazioni) che si troverà alle prese, scusa il cinismo, con un inaspettato aiuto del destino che l’aiuterà a troncare la relazione senza nemmeno bisogno di dirlo alla controparte (ma ovviamente non era questo il modo con cui pensava di terminare il rapporto), per non parlare di chi cerca di darsi da fare in qualunque modo di fronte alla tragedia; insomma, una ben assortita commedia umana, molto ben resa nelle sue varie forme di azione reazione all’evento.
E ovviamente grazie per l’apparato critico che è estremamente d’ausilio.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
Molto ben riuscita, a mio parere, sia peri personaggi canon che per quelli di tua invenzione, su tutte si staglia la figura del truffatore, capace, nonostante l’esperienza in materia che dovrebbe consigliargli di non distrarsi e gli ordini della committenza (che non so come potrebbe reagire alla mancata consegna), anche di prestare attenzione all’esperienza atroce subita dall’anziana signora e poi di procedere a un atto che molti suoi colleghi non avrebbero mai fatto (e che molti non fecero, stante le varie denunce per truffa che si ebbero nei mesi successivi ai fatti dell’11/9), anche gli altri sono ben disegnati e tengono sapientemente la scena degli episodi loro destinati.
Attinenza al tema: 3/5
Ammetto, Klimt non è nella mia personale galleria di artisti figurativi preferiti, ho sempre trovato un po’ troppo inquietanti le sue immagini (ha parlato chi stravede per Chagall, ma questa è un’altra storia…), ma mi sembra che tu abbia trasposto molto bene la tensione di fondo che c’è nel quadro con quella che investirà in vario modo i personaggi del racconto, sia dal punto di vista delle immagini inquietanti che minacciano la protagonista del dipinto che si tramuteranno in vari tipi di angoscia e disperazione che attanaglieranno in vario modo i personaggi, anche come quelle figure mostruose non hanno ancora potere sulla donna se sul figlio, così costoro riusciranno a trovare un ubi consistam per superare a vincere in qualche modo quella terrificante esperienza..
Totale: 53/60

Recensore Master
24/06/13, ore 17:08

Mi è piaciuto moltissimo, in questo capitolo, il modo in cui hai descritto il quadro di Klimt. Non ho idea di cosa sia White Collar e quindi non saprei dirti altro su questa storia, ma la descrizione del quadro è meravigliosa. Sembra di vederselo davanti e sembra di cogliere ogni particolare di questa Speranza veramente inquietante. Hai espresso esattamente tutte le sensazioni che ho anch'io guardandola e l'hai fatto con un linguaggio splendidamente efficace. Complimenti davvero :-) Mai pensato di fare la critica d'arte?
Perché dici che sarà il tuo ultimo lavoro? Sarebbe veramente un peccato!
(Recensione modificata il 24/06/2013 - 05:11 pm)

Recensore Junior
20/06/13, ore 18:30

Come ben sai io non conosco il fandom in questione, ma non potevo esimermi dal dare un'occhiata (e non solo perché mi hai citato nell'introduzione... cosa per cui, comunque, ti ringrazio).
La fiction è carina, questo Neal mi pare davvero un bel tipo... cioè, proprio uno della serie "l'occasione fa l'uomo ladro". Non posso credere che ha rubato un Klimt durante i terribili attentati!
Grazie per aver messo il link al quadro. Che te devo dì, a me non sembra così scandaloso...
PS: Cosa vuol dire che non posterai più?!?! Questo è scandaloso! Ripensaci!

Recensore Master
20/06/13, ore 11:44

Che gioia vedere finalmente la tua storia pubblicata! Non vedevo l'ora di leggerla, ed ora eccola qui.
Scritta, come sempre, in un modo ricercato e piacevole, molto scorrevole e coinvolgente. I miei complimenti!
Mi piace tanto anche la scelta del dipinto che Neal deve trafugare dal museo. Speranza. In un giorno in cui la speranza a NY ando` letteralmente in fumo. Che ironia, eh?!
Ho apprezzato la figura della vecchietta. Mi ha commossa, sai? La sua storia e` basata su fatti reali, di qualche famiglia che davvero riusci` a salvarsi 'barattando' un bene prezioso per la propria vita (come avviene ad esempio nel libro "Avevano spento anche la luna" di R. Sepetys, anche se in realta` quello parla della deportazione nei gulag sovietici) oppure e` un personaggio completamente originale?
Un abbraccio, al prossimo capitolo!
Ice

Recensore Master
15/06/13, ore 11:45

Diaciamo che, semplicemente, non puoi farlo!
non puoi racchiudere in una sola storia due mie divinità, il Dalai Lama e Klimt e poi lasciarmi così, a bocca asciutta fino al prossimo capitolo; perchè è una delle tue stupende mini-long, giusto?
E dire che mi reputo una semi-esperta del favoloso Gustav, ma non so se il racconto del quadro bruciato dai nazisti sia vero...
se lo è, è inserito perfettamente nella trama di un 'telefilm' - per chiamarlo in modo riduttivo dopo essere passato tra le tue soavi mani - se non lo è, lo hai reso vero
con la naturalezza che tu sola hai.
Neal (bentornato, mi mancava!) approfitta dell'occasione, un'occasione terribile; ma se la sua vocazione, diciamo, è fare il ladro gentiluomo, non è quasi più 'peccaminoso' non usarla?
tanto la tela l'avrebbe presa lo stesso; così ha solo evitato rischi, possibili violenze, difficoltà.
la signora sfuggita al campo di concentramento grazie alla "speranza" è incredibile, così come tutto quello che racconti che verta intorno al tema dell'olocausto, che, appunto con l'attentato alle torri gemelle, è il tuo punto di riferimento nella storia moderna; i due passaggi che si vede che ti stanno più a cuore.
l'ambiguità delle donne dei quadri di klimt è importantissima; anche i più "romantici" nascondono interpretazioni angosciose...
qualcosa mi dice che Neal avrà una specie di pentimento di essere stato felice che il notiziario tv su quell'argomento gli abbia facilitato il compito: non tanto perchè appunto, come dicevamo sopra, è un furto
ma perchè era un'azione egoistica
piuttosto, come sarebbe: ultima storia?
non esiste
ricordatelo! ^__^
baci, la tua Giuditta II, Setsuna

Recensore Master
15/06/13, ore 08:48

Cara Margherita,
il tuo racconto tocca in modo ammirevole diversi punti di interesse.
Il primo è una fotografia (metaforicamente parlando) del protagonista anni prima della sua forzata conversione al servizio della legge. Affascina il candore con il quale lui pensa alle sue aspirazioni del tutto legittime e condivisibili, lasciando in silenzio ogni scrupolo sul modo in cui le sta perseguendo.
La descrizione del dipinto è vivida ed efficace, e soprattutto estremamente condivisibile osservando l'immagine del quadro. Le figure spettrali sullo sfondo sembrano seguire una progressione temporale ciclica di giovinezza, morte e decomposizione. Per contro, la seconda versione del quadro mi sembra assai meno interessante, oltreché sproporzionata.
Il racconto della vecchina è toccante, rimandandoci agli orrori di un periodo storico da non dimenticare. Chissà se lo ricollegherà alla scomparsa del quadro di cui si accorgeranno di lì a poco?
L'11 settembre del 2001 è un altro richiamo storico a una pietra miliare della storia del mondo intero. Anch'io avevo la televisione accesa, e facevo difficoltà sulle prime a capire se le voci e le immagini confuse che arrivavano fossero realtà o cos'altro.
L'idea che i nazisti abbiano potuto inscenare l'incendio del castello per trafugare alcune opere di valore cancellando le tracce del loro operato è credibile e storicamente interessante.
Per ora ti saluto con i miei ormai scontatissimi complimenti per questo bel racconto.
A presto
MaxT :)

Recensore Veterano
14/06/13, ore 20:13

Stile, grammatica e punteggiatura: 39/40 

Creatività: 20/20 

Caratterizzazione dei personaggi: 20/20 

Gusto personale: 19/20 

Totale: 98/100 

La grammatica è perfetta, la punteggiatura è ben utilizzata e lo stile è splendidamente scorrevole e ben percepibile (peccato per un paio di ripetizioni piccine picciò). La narrazione è fluida, armoniosa e intensa, quasi fosse il profumo di un mazzo di fiori! Ho apprezzato particolarmente la trama, i punti di vista differenti e per nulla confusionari, la sensazione di pathos costantemente presente, le relazioni così magnificamente descritte: è stato un testo bello, triste, coinvolgente, totalizzante, intenso... non bastano gli aggettivi. 
Per prima cosa sappi che l'idea di usare il quadro di Klimt è stata geniale, pensa che è uno dei miei artisti preferiti (lo so, sono strana). Mi è piaciuto molto il modo in cui hai collegato il protagonista alla “speranza”, ho ammirato la perfetta caratterizzazione che hai dato a Neal, il “ladro gentiluomo” (tra l'altro mi sono appassionata alla serie dopo aver letto le tue storie sui vizi xD), il suo gesto così disinteressato, un semplice simbolo di, appunto, speranza e partecipazione, l'ho trovato del tutto pertinente con la sua caratterizzazione. Allo stesso modo l'utilizzo del personaggio di Diana è stato fenomenale, la forza, il coinvolgimento delle emozioni, la paura e quel senso di colpa, anche se comunque non avrebbe potuto fare molto, erano tutte espressioni vivide dell'essere umano, erano sensazioni vere e profonde. 
Mozzie è... bé Mozzie. È sensibile, ma esprime il disagio a modo suo, con i suoi pensieri, seguendo un suo comportamento emotivo e caratteriale tutto particolareggiato. 
Peter mi ha commossa più di tutti, alla fine non aveva veramente perso qualcuno, ma essere lì, vivere quel momento dal suo punto di vista è stato quasi più straziante. Lui non aveva perso nessuno, ma vedeva la perdita sul volto altrui e ne era quasi partecipe. Un peso del genere è davvero difficile da sostenere, da innalzare e non farci sprofondare, e un tipo come lui, così forte e incisivo, è stato bravo a sorreggerlo finché ha potuto, ma è anche abbastanza umano da capire che certi pesi vanno condivisi. 
Hai riprodotto il personaggio perfettamente, quell'agente che con il suo viso pulito è l'esempio per antonomasia di “eticità”. 
Insomma, non so bene che altro dire, la storia l'ho apprezzata dall'inizio alla fine, mi sono sentita coinvolta e partecipe, forse perché quella tragedia l'ho vissuta anch'io (in televisione, a nove anni, ma anche i bambini all'epoca capivano cosa volessero dire certe disgrazie), come tutti, o forse perché sei stata particolarmente brava tu a coinvolgermi nella lettura. 
Davvero ottimo lavoro. 

9,5/10 

Il tuo prompt non era semplice da gestire, e tu sei riuscita a caratterizzarlo magnificamente adattandolo al personaggio, rendendolo non uno stile di vita o la base di una trama, ma una vera e proprio caratteristica, Sebbene non sia incisivo all'interno del testo, la sua importanza deriva proprio dal fatto che serve a caratterizzare, e quindi a comporre, il personaggio principale. 
Mi è piaciuto molto questo adattare un principio così cinico e “filosofico”, una delle frasi tipiche di Wilde (io amo quest'autore), ad un personaggio come Neil, non solo azzeccata e pertinente da un punto di vista di pura caratterizzazione, ma sottolinea anche la sua conoscenza della letteratura, il suo essere acculturato, aggiungendo uno spessore non indifferente alla sua personalità! Ottimo lavoro, sei stata originale e precisa, seppur non tediosa riuscendo a creare un bellissimo equilibrio tra narrazione e pacchetto.