La storia in sé è bella. Ho ritrovato la bellezza dell'ambientazione delle altre due storie (soprattutto "Visita al Padre"), che mi ha colpito nuovamente, e anche l'atmosfera è bella.
Detto questo, devo concordare con le critiche mosse dal giudice: il linguaggio tende a essere troppo ricercato. L'atmosfera talvolta diventa pesante o si ha la sensazione che sia semplicemente esagerata.
La storia dovrebbe essere un rapporto d'amore, e questo è evidente nelle reazioni iniziali di Guin, e ti concentri molto sull'introspezione. Così, però, facendoci comprendere quello che prova, lasci però troppo da parte i fatti: si può comprendere che il discorso di Elowys faccia riferimenti incomprensibili a Guin, e per questo risulti poco chiaro (sebbene vada reso meglio, e qualcosa nella costruzione lo rende un discorso esagerato e improbabile), ma quando invece sono Guin e Alfeo tra loro questa sensazione non è spiegabile: il loro dialogo riserba troppi sottointesi, e l'effetto per il lettore sono dei cambiamenti d'umore che non si spiegano. Anche il suo repentino desiderio di uccidere il principe non viene adeguatamente spiegato, sembra cancellare troppo di netto tutto l'affetto precedente, così come anche il motivo per cui si ferma invece di procedere con un colpo netto. Andrebbero esplorati e spiegati meglio i diversi risvolti.
Leggendo così potrebbe sembrare una recensione critica, ma non lo è affatto: nel complesso la storia se la cava e i difetti si notano meno, ma sono più evidenti se ci si sofferma e si analizzano le singole parti. |
