Ros!
Approfitto del prompt di questa seconda giornata pasquale per portare a termine una cosa che mi ero ripromessa di fare da anni, ma senza successo: recensire questa storia. Io non so perché non sia mai passata prima d'ora a darti effettivamente i miei due centesimi su una FF che letteralmente amo, ma tant'è. Eccomi qua (queste iniziative del pub sono bellissime e fanno fare miracoli)!
Rileggerla per scrivere qualcosa di concreto è stato doloroso come sempre. Bello, tantissimo, ma molto doloroso. Questa storia è nel mio cuore per due motivi principali: la Fremione - probabilmente la prima che io abbia mai letto, forse pescata dalla lista delle scelte del sito - e il tuo modo di trattare le tematiche deilcate presenti nella narrazione.
Qui Fred e Hermione non ci vengono presentati come la coppia romantica che ho conosciuto altrove sempre grazie a te: il loro rapporto amoroso non si sviluppa in modo lineare, graduale. Al contrario, li hai trattati quasi come due personaggi che non potrebbero mai stare insieme ma che si ritrovano a passare, nonostante tutto, un momento di profondissima intimità per via delle mere circostanze. Soltanto alla fine, proprio nell'ultimo paragrafo, questa sensazione se ne va per lasciare spazio alla completa validazione del loro sentimento che, pur nato in un contesto di necessità più che di spontaneità, ha le basi per andare avanti e per sedimentarsi - basi che, purtroppo, non avranno mai l'occasione di veder crescere niente.
Il tuo modo di descrivere la sensazione di soffocamento che Hermione prova dentro la Tana è stato impeccabile. Lei è davvero lì che annaspa per cercare un po' d'aria, un po' di tranquillità. Vuole avere un momento e uno spazio tutto per sé per non pensare, per chiudere i ricordi di quella tragica serata in un angolino nascosto della sua mente e non pensarci più, almeno per il resto della notte. E' del tutto comprensibile: quello a cui hanno assistito è davvero troppo grande per un gruppo di adolescenti. Lo è per adulti fatti e finiti, ma per loro è ancora più spaventoso e scioccante. Hermione e gli altri si ritrovano in una guerra che non hanno voluto e per la prima volta ne assaggiano le conseguenze durante un brutale attacco da parte dei Mangiamorte. Gli scontri che sono avvenuti prima di questo momento all'interno della saga non sono equivalenti al senso di perdita derivato da quest'ultimo: qui uno di loro è stato ammazzato e un altro è arrivato fin troppo vicino alla morte, puntando inevitabilmente il dito contro l'elefante nella stanza, cioè l'idea che lo stesso destino e addirittura uno peggiore possa toccare in sorte a chiunque. E' un vero e proprio trauma e secondo me tu l'hai reso benissimo dal punto di vista di Hermione.
Fred non è da meno in fatto di realismo e di autenticità. Di poco più grande di lei e di temperamento più impulsivo, si getta sull'alcol per cercare di venire a patti con quello che ha visto, con quello che ha sentito e con quello che ha provato. E l'inebriante promessa che il whisky porta con sé finisce per sedurre anche Hermione in un comprensibilissimo moto dell'animo. Non la considero una cosa avventata, né minimamente fuori dal personaggio. Hai dato un'ottima spiegazione di carattere emotivo e psicologico per far sì che Hermione si lasci vincere da una tentazione a cui non sa nemmeno di essere soggetta in un primo momento. Fred, però, se ne accorge prima di lei e agisce di conseguenza - ritrovo qui, per inciso, una dinamica già esplorata in altre tue storie e che ho imparato ad associare a loro due, e cioè l'idea che Fred conosca sempre in anticipo i desideri che Hermione cerca di tenere nascosti. Nel suo atto di cederle la bottiglia per farla bere c'è un significato profondo di cui Hermione al momento ha grande bisogno: Fred le sta dando il permesso di uscire di testa. Le sta permettendo di sfogarsi e di avere il crollo che lei tenta disperatamente di evitare e questo è tanto bello quanto triste. Triste perché necessario, perché la situazione non permette alla razionalità di spacchettare tutto quello che è successo e di riorganizzarlo in liste o in schemi in cui le cose abbiano senso; ma anche bello perché tra le righe sei riuscita a dare corpo non a un'immagine di Hermione debole, che ha bisogno che qualcuno le dica cosa fare per agire, ma a un momento di grandissima intimità in cui due persone spezzate dal dolore e dai fantasmi interiori si concedono a vicenda di essere vulnerabili l'uno di fronte all'altra. Fred le sta dicendo che non c'è motivo di essere forte quando non è necessario e che per una notte possono mandare tutto al diavolo e annegare nel dolore e nel desiderio di far finta che niente di male sia mai successo.
L'alcol però non è abbastanza per fare una cosa di questo tipo. Hermione è agghiacciante nella sua risata incontrollata, una risata di malessere, di pena e di terrore. Ma soprattutto non ha più freni che la trattengano dall'esprimere un pensiero terribile che ha sfiorato tutti ma che nessuno ha avuto il coraggio di portare alla luce: meglio Moody che loro. Le serve l'alcol per poter dire una cosa del genere, perché da sobria mai sarebbe stata in grado di ammetterlo nemmeno a sé stessa. Così, invece, complice il permesso di Fred e i fumi del whisky, può rivendicare il diritto di sentirsi una persona orribile senza temere il giudizio degli altri. Per quello ci sarà tempo un altro giorno - domani o mai più -, ma in quella notte Hermione non ha freni e Fred con lei.
E' sempre stato un momento fortissimo per me da leggere e da metabolizzare. Il lungo discorso che passa da George a Moody e alle amare considerazioni che Hermione fa mi ha sempre colpita per la sua crudezza. Le parole ripetute, l'incertezza, la necessità di ribadire il concetto più volte giocano stilisticamente un ruolo davvero impattante. C'è tutta la disperazione di una ragazza giovanissima costretta a subire da un lato un orrore immenso e dall'altro il bisogno di dover scendere a patti con un lato di sé che le appare mostruoso. L'idea di essere in lutto per Moody e allo stesso tempo di aver tirato un sospiro di sollievo per essersi salvata le generano dentro un senso di colpa che da sobria la ridurrebbe in pezzi; così, invece, con l'alcol in circolo in qualche modo riesce a tirare fuori questa sensazione macabra e a non comprimerla in sé come se si trattasse di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. Riesce persino a trascinare un riluttante Fred con sé, che invece fino a quel punto ha mantenuto un minimo di chiarezza mentale - si è sottratto alla realtà dei fatti e dei pensieri. Ma Hermione funge ad detonatore e scoppia insieme a lei. Quello che accade dopo finisce per essere un modo fisico per scaricare tutta questa energia che stanno tirando fuori e a cui vorrebbero sottrarsi ma non possono. Hanno bisogno di contatto fisico, di sapere di essere protetti, anche se solo per una notte, e l'unico modo che hanno per farlo è condividere un amplesso, che serve anche per riscrivere il terriccio e il sangue mescolatisi nello scontro precedente. La terra e il sangue sono sempre lì, a sporcarli, a chiudere loro le narici, ma stavolta cambiano di significato e diventano qualcosa di molto più positivo, una promessa di pace piuttosto che un segno della guerra in corso. Promessa che viene suggellata di giorno, senza più una singola traccia di alcol nel sangue: è qui che Fred e Hermione possono essere finalmente letti come una coppia il cui amore è puro, intonso, forte e appassionato come in altri tuoi scritti.
Si sono salvati, ma non abbastanza. E il finale per me è il colpo di grazia definitivo. Perché arriva così, in un paio di righe, dopo un momento di malinconica speranza, e tutto il percorso emotivo fatto fino a questo punto della storia si sgretola. L'immagine di Hermione che rimane tutta la notte ad attendere Fred ben sapendo che lui non verrà perché è morto è di una potenza indescrivibile. Stavolta però devo dire che c'è qualcosa di nuovo. Mi è sorta una domanda scomodissima che io ti lascio qui quasi a tradimento (ignorami tranquillamente, a questo punto la lucidità ha abbandonato un po' anche me): anche in questo caso, come per Moody, Hermione avrà pensato meglio lui che me?
Concludo perché ho la sensazione di aver parlato veramente troppo. Ti faccio tantissimi complimenti perché, pur essendo passati anni dalla pubblicazione e dal mio primo approccio alla storia, questa è stata, è e sarà sempre una delle FF più soverchianti che io abbia mai letto e ti ringrazio tantissimo, anche se in super ritardo, per averla scritta e condivisa con il fandom. Grazie di cuore.
Ti saluto e ti mando un abbraccio!
Alla prossima!
Menade Danzante |