Recensioni per
Debole
di LubyLover

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/08/13, ore 19:55
Cap. 1:

Oh mio dio... ho anche io pianto... ho pianto... perchè anche a me manca Jess, e manca (manvaca) quel Flack felice.
Anche se ora, nella settima stagione sta bene, ride, scherza..è lui. Ma se qualcuno la nomina, lui diventa pallido, e smette di sorridere.
Smette in quel momento di vivere in se. sembra proprio, che lui in parte sia già morto, con lei.
Ok... meglio che la smetto, no?
con affetto,
-Jenny

Recensore Master
02/07/13, ore 09:44
Cap. 1:

Cara Luby, come ti dicevo sono contenta di leggere di nuovo qualcosa di tuo (tra l'altro, proprio quando in tv passano gli episodi in cui sboccia la storia tra Flack ed Angell e ciò da un'amarezza ulteriore alla storia) e poco importa che il contest sia andato a schifio... l'importante è dare voce alle proprie emozioni e riuscire a crearne in chi ti legge.
Dunque, a parte la caratterizzazione più che ottima - ma questa non è una sorpresa - e la cura nell'ambientazione, ho trovato affascinante la descrizione di Flack in questa OS come di un essere assolutamente solo e disperato. Solo come non lo è stato mai, nemmeno quando era tra le grinfie del killer psicopatico o moribondo in un letto d'ospedale...solo, perché in un momento nel quale rifiuta con stizza anche le persone che più gli sono care e vicine: i suoi amici (che qui accusa di limitarsi a guardarlo e a giudicarlo, senza muovere un dito per aiutarlo), suo padre (del quale sente di avere tradito l'esempio morale) e persino Jessica, tanto che anche con lei il nostro amico cede a uno scatto d'ira, incolpandola di averlo abbandonato.
Probabilmente bisogna passare anche attraverso questi momenti di rabbia cieca e si autolesionismo per elaborare un lutto così grave.
Ma ciò che mi ha colpito in questo racconto, e che forse ne costituisce la novità rispetto ad altri tuoi che ho letto in passato, è come qui si senta forte la tua voce tra le righe: tu non puoi che condannare il gesto di Don (come, del resto, non posso che fare pure io) e lo lasci trasparire, parlando con le voci esterne (il padre, il sacerdote) che poi sono anche eco della voce interiore della coscienza del protagonista, che gli rimorde e anziché alleggerire la sua pena gliela rende più amara.
Perché, come scriveva Shakespeare, l'odio è un veleno che somministriamo a noi stessi nella speranza - insensata - di colpire il nostro nemico.
Insomma, qui il senso della giustizia e dell'ingiustizia è più forte anche dell'affetto per il pg e ti spinge a stigmatizzare un gesto che non approvi.
Ti abbraccio, rinnovandoti i miei complimenti per quest'altro bel racconto.
A presto. :)

Recensore Master
26/06/13, ore 22:53
Cap. 1:

Il periodo subito dopo la morte di Angel è stato terribile per Flack che è stato risucchiato in un vortice oscuro di depressione che l'ha quasi ucciso ma, lentamente, poi si è ripreso ed è ritornato quasi quello di prima. Ma in questa OS descrivi splendidamente la discesa agli inferi di Flack che si sta punendo per ciò che è successo ad Angel, per ciò che ha fatto lui per vendetta e per il ferimento di Danny nella sparatoria al bar. Si sente in colpa per tutto e non c'è nessuno che possa aiutarlo, lui stesso ancora non vuole, e si fa avvolgere dalla solitudine ed il senso di colpa. Ciao alla prossima.