In questa piccola storia che storia non è, il suo non esserlo diventa vivido, palese, chiaro come una tomba bianca: questo è un'elogio. Funebre, per di più (e l'involontaria ironia dell'errore nel titolo non sminuisce questo fatto).
Un elogio, dunque, per questa spalla maldestra e minimale che, lungi dal degenerare nel peggior Jar-Jar-Binks (ommioddio Lucas non farmi mai più una cosa simile ti prego! Chi segue StarWars capirà il mio cordoglio), nell'ultima (e bellissima, unica pecca l'epilogo "per le fiétte", come direbbe Dr.Seb) opera Potteriana raggiunge le alte vette dell'eroismo senza lasciare il suo ingenuamente tenero punto di vista da elfo domestico, fino ad oltrepassare l'arco magico in un modo che ci ha fatto incastrare il cuore tra le costole per il dolore.
Qui si procede - relativamente - tra alti e bassi, e per bassi non intendo “Dobby o skavato qst tomba bianka sl xkè tu potevi rivedere il cielo“, bensì per le occasionali soluzioni di elogio "facile", con brevi sprazzi di patetismo (inteso come stile, non che lo stile fa pena, chiariamo!).
Perciò, per questo lavoro a quattro mani su tastiera, non sono tanto gli "addio Dobby, elfo libero" o i "ci mancherai" a smuovermi qualcosa dentro...
una semplice frase riesce a farlo, e contemporaneamente e limpidamente sa anche descrivere il senso di questa fiction, di questo personaggio, del mondo magico e di tutta la saga:
Non tirare su con quel nasino a matita, Dobby. Sei tu che te ne vai stavolta. Tutti vorrebbero che tu restassi lì con loro. Sei tu il cattivo Dobby, oggi. Sei tu. Oggi.
Ecco, come al solito voi donne sapete sorprendermi... Mi fate scorrere senza troppi sforzi gli occhi su frasette lievemente ridondanti (che comunque esprimono tutto l'affetto che avete per il vecchio Occhi-A-Palla, soprattutto tu, Pepe... dico bene, piagnucolona? eh eh eh), e poi mi colpite alla sprovvista con colpi di genio come quello di cui sopra...
insomma, in pieno stile Cam, che alla fine non può deludere.
Quindi. Recensione sincera e critica nonché breve atque schietta:
•tema interessante, anche se temo che d'ora in poi col libro appena uscito sarà utilizzato da miliardi di persone. Ad ogni modo la scelta del tema è pienamente nel tuo stile (parlo verso Cam, ma dato che si riconosce la presenza di una collega, mi riferisco anche a Ce, nonostante non sappia poi molto di lei);
•Bella l'idea dello scambio di vedute tra chi è "cattivo" e chi no, e quella del "salvare la vita";
•Un po' ripetitiva l'eccessiva enfasi nell'elogio, tende ad affogare il genio, e forse andrebbe smussata e potata, neanche fosse l'albero genealogico dei Lestrange;
•il discorso quasi diretto mi ha ricordato ancora il tuo modo di scrivere e fatto sorridere, ma in certi punti le troppe domande andrebbero ridotte, credo, per il motivo detto prima;
•e infine, l'ultima frase. Troppo scontata. Poteva raggiungere il triplo dell'effetto questa storia, semplicemente troncandosi qualche riga prima.
Un mio parere? Invece di citare (ma per tutta la storia andava benone come idea!) alla fine l'encomio sulla lapide, avrei ripetuto un'altra frase insolita che mi è rimasta impressa:
«Ti aspettano, bolide.»
Con affetto e stima, lascio a questa storia un voto che io lascerei sospeso sull'8-. Che comunque, è un voto degno, anche se Dobby meriterebbe di più. Comunque, tutto quello che serve per il nostro amico l'avete già scritto. Non manca niente. Forse abbonda.
Perché dopotutto, non dimenticatevi che Dobby è sì un eroe, ma è piccolo. Piccolo e semplice. Come la scritta sulla tomba. Fatta di parole forti. Elfo libero.
E per un duo come voi, non c'è bisogno di farsi dare la spintarella finale dalla Rowling, quando con le vostre dita potete far diventare Dobby immortale ancora una volta, nero su bianco.
Pepe su sale.
R. |
