• 3. Recensione premio per il Contest Uno sguardo vale più di mille parole.
Buonasera,
delle fanfiction che ho letto sino ad ora, all’interno del fandom e tra quelle propostemi, questa è senza alcun dubbio la mia preferita – sarà che in questo periodo prediligo i temi più tormentati, drammatici, angst, sarà che del romanticismo ormai ne ho fin sopra i capelli, sarà che la realtà è ben diversa dalle fantasie shoujo della sottoscritta, chi lo trova più un ragazzo che ti corteggia anche quando vi siete impegnati? Ma basta parlare d’amore, anche perché al momento non ne voglio proprio sentire parlare.
Non vorrei essere nel professionista sanitario che ha risposto alla chiamata d’emergenza; sinceramente non so come reagirei a sentirmi dire che la persona suicida è la stessa che sta chiamando. Probabilmente, dall’altra parte della cornetta, non si è fatto neanche in tempo a pronunciare qualcosa – un po’ per il terrore di ciò che si sta andando incontro, un po’ perché un’affermazione del genere destabilizza e c’è bisogno di quei pochi istanti di tempo per metabolizzarla e capire come aiutare, anche quando si ha esperienza e si è pronti quasi a tutto (d’altronde non si può mai dire “ormai ho visto tutto”) – che si è sentito il vuoto, un silenzio assordante, il proprio cuore che martella nella testa, mentre le labbra si schiudono per urlare, chiedendo se si è ancora in linea, se non si è compiuto il folle gesto. E, probabilmente, quella persona andrà a casa con un magone gigantesco, oppure dovrà essere seguita da un terapeuta. Non è così facile superare alcune questioni, motivo per cui gli infermieri di pronto soccorso tendono a non osservare troppo negli occhi, onde evitare di affezionarvisi o impersonarsi, le persone che vi passano.
Dall’altra parte abbiamo una ragazza che non ne può più della situazione in cui è costretta. Se avesse avuto questa difficoltà nel camminare sin dalla nascita, o da piccolina quando ha iniziato a muovere i primi passi, probabilmente non si sarebbe sentita così diversa ed oppressa. È brutto da dire, ma suppongo che se ne sarebbe fatta una ragione.
Invece, avendo avuto modo di camminare, correre, ballare, nuotare, assaporare le sensazioni che danno il passeggiare sopra le foglie, lasciare i piedi ammollo nell’acqua, è tutto diverso; si sente privata di qualcosa che è sempre stato suo. E tutto a causa di un incidente, di un momento sbagliato, di una medusa che con i suoi tentacoli le ha provocato non solo dei danni, ma anche delle forti paure.
La paura dell’acqua è senza alcun dubbio percepibile ed abbastanza prevedibile, chiunque avrebbe paura di fare un altro incontro ravvicinato, persino nella vasca da bagno della propria casa.
Un po’, anche se non è la medesima cosa, come me che quando sento di rettili entrati in casa attraverso le tubature, passo ore ed ore ad osservare il bagno prima di entrarci.
E chi lo sa, forse se Rein ne avesse parlato con qualcuno, o se qualcuno si fosse accorto dello stato d’animo della turchese, ripeto forse, si sarebbe potuto evitare questo gesto così estremo.
Nulla da dire, una fanfiction che rimane impressa.
Himeko |