Recensioni per
Il Mistero di Mytiokos
di syssy5

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/05/14, ore 10:35

Recensione - giudizio per il contest "Circoli e Salotti"

Stile e lessico: 12/15
Ho trovato il tuo stile semplice e nel complesso scorrevole, anche se credo che in alcuni punti si “intoppi” un po’. Passami il termine, perché non è proprio esattissimo: trovo che, anche se la storia in generale è facile da seguire ed eventuali incagli sono dovuti più alla trama che allo stile (ne parlerò nella voce seguente), ci siano dei periodi che mi sono sembrati davvero strani, soprattutto dal punto di vista della punteggiatura. Inoltre, il lessico è a volte usato in modo leggermente improprio. Per esempio:
Quando erano arrivate lì erano tutte sconosciute, ma in breve tempo erano nate amicizie. Non per lei. → ecco, ho trovato che questo pezzo abbia un ritmo troppo “a singhiozzo”, forse dovuto alle ripetizioni e alla frase brachilogica finale, ma si tratta di un enfasi un po’ fuori luogo, considerando che si tratta di un momento tutto sommato poco rilevante;
lei era certa che lì dentro avrebbe trovato tutte le risposte che cercava. → ho trovato quest’espressione un po’ fuori luogo, specialmente per il fatto che Marta non sta cercando alcuna risposta, o almeno questo non si evince dagli eventi precedenti. Potresti invece dire che era certa fosse importante entrare lì dentro o qualcosa di simile, ma così a mio avviso stona, anticipa troppo quello che accadrà e toglie anche l’aura di mistero;
rispose alla sua domanda con un'altra domanda → visto che il dialogo è riportato, non vedo perché specificarlo: appesantisci e basta;
La Sibilla era molto lontana dalla spiaggia dove era avvenuto lo strano incontro tra i due, ma arrivarono in poco tempo → anche questo è un concetto che avrei reso diversamente: così mi suona un po’ strano;
le Epigee, o ninfe della terra come le Orestiadi o le Driadi, le Idriadi, o ninfe dell'acqua come le Aliadi o le Naiadi, e le Ninfe Celesti, o ninfe dell'aria come le Eliadi o le Pleiadi → qui dovresti chiudere gli incisi, altrimenti non si riesce a comprendere bene quello che intendi dire, ovvero che “Epigee” è sinonimo di “ninfe della terra” eccetera;
Le mie visioni mi hanno suggerito che qualcosa le sta rapendo, voi, mia dea, dovete ritrovarle e riportarle a casa. → qui, a mio avviso, usi troppe virgole e il periodo diventa parecchio confusionario: tra “rapendo” e “voi” sarebbe meglio inserire un punto e virgola, o anche un punto fermo, volendo, anche se in questo caso si rallenterebbe un po’ la scena;
una melodia dolce, ma allo stesso tempo stridula → è un ossimoro abbastanza azzardato: forse sarebbe meglio “dolce, ma allo stesso tempo molto acuta”, oppure, e forse è questo che intendevi dire, che la melodia è a tratti molto dolce e a tratti stridula - in questo caso sarebbe più comprensibile come concetto;
Il volo fu breve, ma intenso → credo che questa espressione non aggiunga molto alla storia e che potresti sostituirla con una descrizione più significativa del viaggio o anche eliminarla e basta;
fiaccole disposte ora a destra e ora a sinistra che rischiaravano il loro percorso e contemporaneamente rendevano lo spazio angusto → beh, le fiaccole illuminano lo spazio circostante, non è che lo rendano ampio o angusto: al massimo, possono dare un’impressione diversa dalla realtà a seconda della luce;
Il viaggio di ritorno sembrò più lungo rispetto all'andata, ma fortunatamente raggiunsero l'uscita senza intoppi → di nuovo, credo che questa espressione non aggiunga molto;
«Io... per me tutte le vite hanno egual valore. È sempre stato così e sempre sarà.» rispose lei. → trovo questa formula eccessivamente ampollosa, rispetto al contesto. Basterebbe dire che a Raena sarebbe dispiaciuto essere la causa della morte di qualcuno, ma in modo un po’ meno altisonante;
Qualcuno lo guardava con curiosità, nessun cabirio aveva mai osato sfidare una comunità di satiri, solo un pazzo l'avrebbe fatto → al posto della prima virgola andrebbero i due punti, poiché stai spiegando la ragione della curiosità dei satiri. Inoltre, il periodo ci guadagna anche dal punto di vista del ritmo;
«Vi ringrazio, avete salvato il rito di Smoephaios.» disse Kamalix. → non capisco il perché di tanta cortesia, dal momento che Kamalix dovrebbe essere quanto meno contrariato per il  fatto che Raena abbia privato i satiri delle ninfe e abbia ritrovato le Menadi, dal momento che erano stati proprio loro a rifiutarle;
Lui la girò → meglio “la fece voltare” o qualcosa di simile: Raena non è una bambola;
passò all'altro → passò ad altro.
Inoltre, a volte utilizzi parole secondo me fuori contesto, perché troppo colloquiali:
tipo lo stage che aveva iniziato da qualche giorno → è un’espressione che mi aspetterei in una commedia o in un dialogo tra due amici, non certo in una scena di questo tipo;
Cioè per quale motivo non sono nata anch'io a Mytiokos →mi aspetterei un “cioè” usato in quel modo più in bocca a una tredicenne che a una Ninfa Superiore. Ovviamente sto scherzando, ma è per farti capire perché l’abbia trovato fuori luogo;
Poi senza preavviso si gettò all'indietro sdraiandosi sulla sabbia → ok, questo non è troppo colloquiale, ma “senza preavviso” continua a sembrarmi un’espressione non molto adatta: un preavviso è un avvertimento, quindi non vedo chi Marta avrebbe dovuto avvertire, se era completamente sola.
 
 
 
Trama e originalità: 13 /15
Mi è piaciuta molto l’idea di inventare una realtà parallela, dove le creature mitologiche si sono rifugiate quando gli esseri umani hanno smesso di credere in loro, ma più di tutto ho apprezzato il fatto che si tratti di personaggi che discendono dagli dei di una volta, che insomma nascono e crescono come esseri umani. Mi è piaciuta molto anche l’idea delle Erinni ricattate per la loro bambina, perché è stato particolare vedere le dee della vendetta invischiate in una situazione umiliante come l’essere costrette a rapire le ninfe per i satiri. D’altra parte, però, non ho trovato sensatissime le motivazioni di questi ultimi: si erano stancati delle Menadi, ok, ma perché quando Raena le riporta indietro sono così felici? Tanto rumore per nulla? La loro reazione mi ha fatto un po’ quest’effetto. Se devo essere sincera, la trama mi ha presa soltanto nella prima parte: poi mi ha stancata e non saprei spiegare perché. Forse il motivo è la mancata immedesimazione nei personaggi, che in effetti non ho trovato molto interessanti, ma per il resto non so spiegarti questa mia sensazione. Inoltre, e questo credo sia un po’ oggettivo, ma ne riparlerò nella caratterizzazione, ho trovato la scena erotica un po’ “buttata lì”, perché non sono riuscita vedere un’evoluzione nel rapporto dei personaggi che potesse motivare l’accaduto: hanno vissuto un’avventura insieme, certo, ma in mancanza di un’introspezione più approfondita avrei proprio evitato quella scena - la trovo poco funzionale e poco legata con il resto.
 
Caratterizzazione: 10/15
Purtroppo sulla caratterizzazione ho molto da ridire. Sappiamo di Marta che è una ragazza introversa che ama la solitudine e per questo si sente estranea tra le altre ragazze; da questo punto in poi, non sono più riuscita a capire niente di lei. Quando si trasforma in Raena non dimostra un grande sgomento: è un po’ sorpresa all’inizio, ma poi sembra abituarsi facilmente alla sua situazione, nonostante il risveglio non sia ancora completo.  Ad esempio, riesce ad usare quasi da subito i suoi poteri, ma non viene detto come si senta lei, che cosa provi, e questo quasi in nessuna occasione. Perfino il sentimento per Isurlis, a mio avviso, non è stato ben analizzato: si salvano la vita a vicenda più volte e sono leali l’uno nei confronti dell’altra, ma l’introspezione è davvero poca e il loro sentimento sembra nascere un po’ di punto in bianco, senza reali motivi, senza contare che non si tratta nemmeno di un elemento funzionale nella trama, anzi. Con questo intendo dire che le premesse potevano essere buone, ma dal momento che comunque non si tratta di un particolare importante per lo sviluppo della trama devi impegnarti doppiamente perché sia “accettato” nonostante la sua non funzionalità.  Insomma, avresti dovuto caratterizzare meglio i protagonisti (anche di Isurlis non riusciamo a comprendere molto: è un bravo guerriero e proteggerebbe Raena a tutti i costi, ma poi?) e concentrarti sullo sviluppo dei loro sentimenti. Del resto, si vede che ti sei concentrata più sulla parte epica - scene di battaglia, descrizioni… - che sui personaggi, ma per mantenerti su questa linea in modo coerente non avresti dovuto aggiungere la scena erotica. Mi dispiace perché avresti potuto ribaltare la situazione semplicemente usando più punti di vista, dal momento che Raena non conosce bene quel mondo e di sicuro la descrizione della sua presa di coscienza deve averti impegnata molto e distratta da altri particolari che avrebbero meritato di essere sviluppati.
 
Rispetto delle regole del circolo
 
La storia deve essere ambientata in un contesto medievale o epico: 2/2
Qui sei stata molto brava, perché hai scelto un’ambientazione classica e sei anche riuscita ad inserirla in modo originale. Parlando sinceramente, avevo messo questo parametro per evitare l’urban fantasy, che non mi piace molto, ma dal momento che hai ambientato soltanto una minima parte della storia ai giorni nostri non mi metto a fare la pignola.
 
Deve essere presente il tema del viaggio, anche se non è necessario che sia centrale: 2/2
Anche su questa voce sei stata puntuale: parli del viaggio sia in relazione allo stage, sia quando Raena e Isurlis partono per la loro missione; inoltre le descrizioni da te fatte erano molto suggestive e, anche se in modo semplice, facevano immaginare tutti i luoghi in cui i personaggi si muovevano.
 
Bisogna inserire una storia d’amore significativa, anche se non necessariamente centrale: 1,25/2
Non posso darti di più, purtroppo, perché sebbene la storia d’amore fosse senza dubbio centrale, non posso dire di averla trovata molto significativa: come ti ho già detto, mi è sembrata una scelta forzata.
 
 
Giudizio personale: 8/10
Ci sono delle cose che mi sono piaciute molto, partendo dall’ambientazione e dalla rielaborazione dei miti classici, che mi ha entusiasmata soprattutto perché non ti sei “attaccata” al preesistente, ma hai cercato di aggiungere del tuo. Ho trovato carina anche la “trasformazione” di Raena nella grotta e mi sono piaciute tutte le descrizioni degli ambienti; purtroppo, però, ho trovato lo stile un po’ acerbo e confuso in alcuni punti e i personaggi non mi hanno convinta per niente, quindi non posso assegnarti un punteggio più alto di così. Mi spiace molto dirti queste cose, perché si vede che hai messo molto impegno nella storia, ma si tratta di un contest e devo essere più sincera che posso. Scusami se in alcuni punti ti sono sembrata aggressiva, perché non era assolutamente quella la mia intenzione. Spero che tu riesca a raccogliere qualche consiglio qua e là, altrimenti mi dispiacerebbe aver criticato la storia senza che questo ti tornasse poi utile.
 
Grammatica e forma: - 2
La penalità, purtroppo, è abbastanza consistente: come vedrai, ho trovato molti errori. Non ho voluto sottrarti più punti di così perché comunque la storia era abbastanza lunga, ma ti consiglio di fare molta più attenzione in futuro, dato che quando ci sono così tanti errori diventa difficile godersi anche la più bella delle storie ed è un peccato essere penalizzati da queste cose.
Non sapeva nemmeno come era finita lì, disoccupata da tanto, aveva deciso infine di iscriversi a quel corso → Non sapeva nemmeno come fosse finita lì. Inoltre, togliendo l’inciso, la frase non ha molto senso e forse dovresti modificarla;
Tornò verso il suo letto dove aveva lasciato i sandali → Tornò verso il suo letto, dove aveva lasciato i sandali;
sicuramente riferita a un concerto → meglio “riferendosi”;
lei era ancora assuefatta dalla luce del sole → alla luce del sole;
La giovane stava quasi per rispondere sol suo nome → col suo nome;
Sapeva che era sulla spiaggia → che eravate, dal momento che si riferisce a Raena. In caso si riferisse invece al luogo in cui è avvenuto il risveglio, l’espressione sarebbe incompleta: in ogni caso, penso che tu debba correggerla;
vostra missione consiste nello scoprire dove sono finire le Naiadi → finite;
anche sol solo scudo → anche col solo scudo;
Il cabirio fu subito al suo fianco dimentico dello scontro → fu subito al suo fianco, dimentico dello scontro. Si tratta in effetti di una correzione più soggettiva rispetto alle altre, ma comunque io inserirei quella virgola;
perchè → perché
Vi ho giudicato male cabirio → il complemento di vocazione deve essere sempre separato dal resto della frase;
Resti di archi claudicanti e statue monche che sorgevano tra l’erba alta, facevano da cornice → soggetto e verbo non devono mai essere separati;
. L'ultima cosa che Raena vide prima che un satiro le fece perdere i sensi fu Isurlis accerchiato da una folla di gente. Poi fu il buio → prima che un satiro le facesse perdere i sensi;
disse il satiro che sembrava aver accettato la richiesta della Ninfa Superiore → disse il satiro, che sembrava […]. Altrimenti, sembra che la frase si riferisca proprio a un satiro che ha accettato le condizioni della ninfa, mentre in realtà stai usando il personaggio di prima (che sì, ha accettato le condizioni di Raena, ma non è questo il punto determinante). Ho scritto una spiegazione molto contorta: se non la comprendi (probabile, perché davvero non si capisce nulla), puoi chiedermi tranquillamente ulteriori spiegazioni;
sbottò infine il cabirio impressionato da tanta magnanimità → anche qui, è meglio: “il cabirio, impressionato […]”;
Non riusciva a spiegarsi cos'era successo nelle ultime ore → cosa fosse;
tutto era così surreale ma allo stesso tempo → prima della congiunzione “ma” in genere è preferibile inserire una virgola;
Lo accolse il bocca → in bocca;
dopo avervi leccato → averne;
urlo che permise di raggiungere l'apice del piacere anche a Isurlis gridando a sua volta → che gridò a sua volta. Non c’è identità di soggetto tra la principale e la subordinata, quindi sintatticamente parlando sembra che sia l’urlo a urlare, da come hai strutturato la frase;
le rivolse Eori → le si rivolse.
 

Totale: 46,25/62

Recensore Junior
04/04/14, ore 14:40

Ho come l'impressione che le cose accadanto un po' troppo velocemente. Soprattutto Marta/Raena sembra prendere un po' troppo allegramente e facilmente la situazione. Insomma non pensa nemmeno una volta di essere impazzita. Io lo penserei. Anche il fatto che si rivolga immediatamente a Isurlis dandogli del voi. Gne. Da un lato non ha tanto senso perchè lei viene dal nostro mondo per cui dovrebbe al massimo dargli del lei, no?
Ciò detto mi scuso perchè sto facendo un po' fatica ad andare avanti con questa storia. In parte perchè non è molto nelle mie corde (come argomento e tipo di storia. Il mito greco mi piace ma non commisto alla modernità, il che è una mia preferenza e non una colpa della tua storia ovviamente) in parte perchè ho davvero poco tempo a disposizione. Spero di riuscire a finire entro il finesettimana

- Fu solo quando si rese conto che avrebbe già dovuto raggiungere la sua meta, che capì che lo chalet era sparito: quello non era lo stesso posto da cui era partita quella mattina.

Suonerebbe meglio con " solo quando[...], si rese conto che lo chalet era sparito." che poi il posto sia diverso. Va bhe, lo abbiamo capito, se vuoi sottolienarlo va bene, ma forse è un po' superfluo.
- "solo che si muoveva in modo veloce." era solo veloce
- che era più corto e senza spalle. senza il "che era"

- "rispose alla sua domanda con un'altra domanda." Lo leggo da me che ha risposto a una domanda con un altra domanda. Sarebbe megli se tu mi dicessi qualcosa sul suo tono, la sua espressione, i suoi movimenti. No?

- La Sibilla era molto lontana dalla spiaggia dove era avvenuto lo strano incontro tra i due, ma arrivarono in poco tempo.
Questa frase è fuori punto di vista.
- "assuefatta" assueffatta? non sono sicura sia la parola migliore.

- O almeno così pareva; con gli occhi sgranati che sprizzavano fiamme grigie – come pure l'intero suo corpo che sembrava ardere di un fuoco cinereo – e la voce cupa e roca,
Eh??

Recensore Junior
02/03/14, ore 14:35

Mi scuso per il ritardo ma non ho mai tempo.

Devo dire che trovo qualcosa di un po' meccanico nel tuo stile. é una cosa che ti ho detto altre volte, ma, per esempio, da quando si alza a quando esce dal bagno sembra che tu mi faccia un po' "la lista della spesa" di quello che fa la protagonista. Alcune frasi servono a descriverla, altre secondo me posso essere omesse.
é un po' presto per dire qualsiasi cosa sulla caratterizzazione dei personaggi dato che ora come ora la protagonista non mi ha molto colpito, ma penso che la capirò meglio con il proseguire dei capitoli.
Scusa se non mi dilungo particolarmente ma sono turbo raffreddata


Appunti:
-- "tipo lo stage". No. "tipo lo" è un'espressione bandita categoricamente con la sola eccezione dei discorsi diretti fra ragazzini. "lo stage etc" è più che sufficiente.
- "la giovane" non mi convince. Non so però come riorganizzerei il periodo
- "passeggiata. Adorava " metterei due punti a posto del punto
- " conto da quanto tempo stava camminando" mi stride. meglio " di quanto avesse camminato". No?
- "Non sapeva nemmeno come era finita lì, disoccupata da tanto, aveva deciso infine di iscriversi a quel corso." Non funziona.toglierei "era finita lì". Altrimenti manca qualcosa.
- "«Hai tu il mio biglietto?» stava dicendo una di loro all'altra, sicuramente riferita a un concerto o qualcosa del genere." penso volessi dire " sicuramente riferendosi".

Cercherò di finire il lavoro in settimana

Recensore Master
07/02/14, ore 12:08

Recensione/valutazione valida per il contest "La ragazza e...il soldato" indetto sul forum di EFP

Grammatica e ortografia: 10/10
A mio modesto avviso non ho trovato nulla da segnalare, o almeno non al punto da inficiare questo aspetto della valutazione con la decurtazione di punti.
Stile: 10/10
Scorrevole e leggibilissimo, le parti dedicate alla spiegazione del funzionamento del mondo in cui è ambientata la storia non disturbano affatto, soprattutto perché non formano un unico blocco ma sono come disciolte nella storia, inserite quando se ne ha davvero bisogno per la comprensione.
Originalità: 8/10
Può sembrare un voto basso, ma in realtà prima di stendere questa parte del giudizio ho fatto una divisione in due ambiti di questa parte della valutazione, in altre parole se il tema del personaggio sfigato/a o che comunque conduce una vita grama, triste o insoddisfacente nel suo mondo scopre di essere una sorta di veltro venuto/a a salvare un mondo parallelo (e che la sua presenza in partibus infidelium, ovvero nel nostro mondo, era una strategia di sicurezza) è stato decisamente usato e riusato più volte, l’idea di porre il mondo da salvare in una sorta di versione alternativa dell’Antica Grecia, perdipiù con scelte non legate pedissequamente alla tradizione mitologica ma con rielaborazioni personali merita decisamente un voto alto; in altre parole; il voto presente riporta una media tra il sei della prima parte e il dieci del secondo aspetto del giudizio, il risultato è otto.
Gradimento personale: 9/10
Come ho detto l’idea di fondo non era male, ma forse ha nuociuto a essa la relativa brevità della storia, non dico che andasse scritto necessariamente un grosso tomo, ma mi sembra un po’ strano che nel breve volgere di cinque capitoli una persona bene o male completamente integrata nel nostro mondo scopra di essere un’entità superiore e impara a usare i suoi poteri almeno quel tanto per riuscire a tenere a bada nemici abbastanza pericolosi (mentre ancora nel capitolo precedente si ritrova a mostrare le sue grazie di fronte al gruppo dei Satiri durante lo scambio con le Erinni, capisco la necessità di porre in salvo la prole delle artigliate dame, ma forse poteva risolvere il tutto anche senza aspettare l’arrivo del protagonista).
Ma dubbi non so quanto fondati a parte, devo dire che ho particolarmente gradito l’apparato critico presente a piè di pagina, mi sono state utilissime per capire la ratio della storia
Molto bella l’immagine di accompagnamento, davvero molto evocativa
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
La protagonista come ho detto risulta non del tutto convincente, almeno a mio modesto parere, il protagonista invece sembra il tipo che ragiona più con la spada che con la testa (non che il suo compito debba essere quello di ponderare arzigogolate elucubrazioni mentali), si vede subito che è cotto della ragazza/ninfa (un rapporto che in altri contesti sarebbe stato definito da “cavalier servente” verso la sua “dama”), è stato consolante leggere che alla fine tale incondizionata devozione sia stata premiata nel migliore dei modi; non male anche il personaggio della Sibilla, non foss’altro perché non si perde la sua sentenza; come anche le Erinni, che non risultano così brutte come le si dipingono e i Satiri, con il loro estremo gusto per il divertimento e il loro sfrenato desiderio di crapula, in fondo bisogna capirli, dovevano essere stanchi della solita “minestra riscaldata” offerta dalle Menadi, e del resto la rosa migliore è quella che non si coglie…
Attinenza al tema: 5/5
Da questo punto di vista sono rimasto per un po’ di tempo indeciso sul voto da dare, perché in primo momento sono rimasto un po’ dubbioso, in altre parole, posso dire che nella storia ci fossero entrambi gli elementi richiesti dal contest; anche se, a voler essere un po’ pignoli, la ragazza non è davvero tale (nel mondo in cui si svolge la vicenda ne ha l’apparenza esteriore, ma trattasi di altra entità, tendenzialmente immortale) e il soldato si rifà più alla figura dell’eroe- guerriero (nel bando del contest pensavo a una figura che comunque rispondesse del suo operato a un governo di esseri umani, non a figure che potrebbero essere definite soprannaturali), ma comunque riterrei questo un dettaglio, in fondo forma è sostanza e a un osservatore esterno sembrano proprio una ragazza e un soldato, ergo direi voto massimo meritato per questa parte della valutazione.
Totale: 46/50

Recensore Junior
06/02/14, ore 23:21

E siamo giunti all'ultimo capitolo di questa storia :)
La scena d'azione l'ho trovata ben fatta, abbastanza equilibrata e con Isulris che dimostra quanto sia figlio e seguace di Efesto: se non si trattasse di un dio, non sarebbe stato capace di riforgiare uno scudo in una spada in così breve tempo, nel bel mezzo di un duello per giunta! E poi gli alberi di Raena... mi ha ricordato moltissimo la Marcia degli Ent ne Le Due Torri.
Forse sarà una ripetizione, ma ho trovato un po' deboli le ragioni dei Satiri: capisco la noia, ma personalmente non mi giustifica delle scelte che minano le fondamenta stesse del mondo in cui vivono -almeno da quello che ho capito io, eh! Sarebbe stato interessante se l'assenza delle Menadi fosse dovuto a un Big Boss, se mi passi il termine da video-game, oppure che per una ragione X o Y siano state loro a scocciarsi dei Satiri e siano passate nel nostro mondo per, chessò, partecipare a Uomini e Donne (l'ho sparata grossa, il badile è qui affianco). Altra noticina piccina picciò, che è più dovuta alle mie fisse personali, ma... oltre all'amore, non sarebbe stato interessante che il rapporto finale fra i due fosse anche funzionale ai fini della trama? Dopotutto Raena ha i poteri di Acqua, Terra e Aria, unendosi a Isulris "avrebbe" anche quello del Fuoco. Sì, se non si è capito ho la fissa del sesso rituale XXDDD

Bene, credo che con questo sia tutto, e lo ribadisco: sei libera di cestinare tutti i suggerimenti random che ti ho dato ;)

Alla prossima,

D. Rose

Recensore Junior
29/01/14, ore 14:22
Cap. 4:

Hai presente quelle faccine, stile Onionhead o Chichi la Scimmietta, con gli occhioni sbrillucicanti? Ecco la mia reazione davanti a queste Erinni: non le vendicatrici di cui ci hanno sempre parlato i miti e alcune tragedie greche, bensì delle madri, toccate nel loro punto più sensibile del loro essere. La prole. E ho amato la giustificazione che dai al loro comportamento, al perché abbiano ceduto così facilmente al ricatto dei satiri che mette in pericolo un ciclo che sembra durare da sempre, da prima della nascita stessa di Mytiokos: hai reso queste divinità minori mortali, cosa insolita per il pantheon classico – ma è un concetto che permea la mitologia norrena, e considerato che alla fin fine tutto il mondo è paese, la cosa ci può stare – e la cosa mi piace, perché aumenta la forchetta di possibilità di sviluppo della trama. Forse la fiducia che Isulris scatena nella sua aguzzina è un po' troppo repentina, magari fosse stata la madre della cucciola rapita la cosa mi sarebbe sembrata più credibile.

Al prossimo capitolo,

D. Rose

Recensore Junior
27/01/14, ore 23:19
Cap. 3:

Su questo capitolo, non credo che ci sia molto da dirti. È scritto bene e ho trovato le ninfe ben caratterizzate con quella loro innocente sensualità che le permea, così com’è interessante la loro classificazione: considerato che il risveglio della Ninfa Superiore non è avvenuto completamente, penso sia normale rinfrescarle la memoria su chi e cosa sono le sue sorelle. Magari una punta di “goffaggine” in Marta/Raena avrebbe aiutato a renderla più credibile.
Poi la scelta di indicare come possibili nemici le Erinni, è un vero colpo di genio: siamo abituate a vederle come le personificazioni della Vendetta, impegnate, quindi, a far pagare i torti subiti piuttosto che a perpetrarne di nuovi. 
 
Cordialmente, e al prossimo capitolo,
 
D. Rose

Recensore Junior
27/01/14, ore 22:51

Scusa per il ritardo con cui recensisco questo capitolo, sai com'è con i bimbi.
A parte il fatto che io ho il pallino per Oracoli, Sibille e compagnie, aggiungi che non riesco a dir no a un cavaliere d'altri tempi (indipendentemente dal periodo storico, eh!), ma questo capitolo mi ha intrigato fin dalle prime righe. Ci sono due nuovi personaggi, che avranno in un certo senso il ruolo di mentori per Marta/Raena e che senza i quali la trama vera e propria non può avere il LA.
Non ripeterò cose che ho già detto nel commento generale alla storia, per cui passo a indicarti delle modifiche varie ed eventuali in vista del contest ;-)
Primo, sarà pure un’inezia, ma in una sua battuta Marta/Raena passa dal voi ai tu e poi di nuovo al voi in un'unica battuta: è un errore di distrazione, è innegabile, eppure mi ha fatto riflettere su questo punto. Per tua stessa ammissione, preferisci il voi e in questo contesto ci calza a pennello, però non dobbiamo dimenticare che alla base Marta è una ragazza dei giorni nostri, avvezza al tu, per cui… e se questo cambiamento di linguaggio, da uno informale a un altro decisamente formale, non fosse altro che uno dei modi in cui si mostra la presa di coscienza della sua vera natura? Se poi ci aggiungiamo Isulris che ha una reazione “ma perché la Somma Raena si rivolge a me in cotale maniera?” avresti anche l’occasione di aggiungere del comic relief, se lo desideri.
Inoltre, in questo capitolo più di tutti, si sente la cieca accettazione della protagonista della situazione improvvisa in cui si ritrova: quanto ti ho suggerito per il precedente capitolo potrebbe servire a giustificarne una parte, ma non la totalità. Ecco, sarebbe stato interessante che in un primo momento Marta/Raena mandasse al diavolo il cabirio e la sibilla, almeno fino a quando non si rende conto che non è che abbia molta scelta – ad esempio, una situazione alla MKR, in cui non si può tornare nel mondo d’origine senza aver prima svolta la propria missione, volenti o nolenti.
Ripeto, questi sono tutti suggerimenti random volti più a far riflettere su alcuni punti in cui la storia, a mio giudizio, abbisognerebbe di miglioramenti.

Cordialmente, e al prossimo capitolo,

D. Rose

Recensore Junior
24/01/14, ore 23:32

MODE Recensione premio per il contest "ADA - Associazione Divinità Anonime" (per la serie "due piccioni con una fava" XXDDD) ON

Iniziamo con qualcosa di generico, poi andrò nello specifico capitolo per capitolo ;)
Mi è piaciuto molto come hai rielaborato gli elementi mitologici, appropriandotene senza, tuttavia, tradirne la natura intrinseca: personalmente è qualcosa che mi affascina e, da un certo punto di vista, mi sembra plausibile che abbiano deciso di rifugiarsi in una sorta di dimensione parallela - o forse sarebbe più corretto parlare di sogno di un luogo, un po' come in un  capitolo de "La Locanda alla Fine dei Mondi"? - per poter continuare a sopravvivere. Però a questo punto non posso che cheidermi che fine abbiano fatto le divinità maggiori, dato che anche loro devono essersi trovate nella medesima situazione che ninfe e compagnia. E ho decisamente amato il fatto che nel testo si sentono le ricerche che hai fatto sull'argomento per ideare i personaggi e definire la trama.
Forse questo si sente anche troppo, a causa di alcuni clichè nella caratterizzazione dei protagonisti o di certe situazioni - Raena ha un certo mary-suismo nel suo ritrovare dall'oggi al domani dei poteri mega-galattici: ecco, avrei preferito che la vicenda si diluisse nel tempo, che la protagonista prendesse coscienza del suo ruolo e dei suoi poteri in maniera più graduale, permetterle di digerire tutto quello che le sta accadendo, e non semplicemente accettandole per una questione di fede, inoltre ho trovato un po' debole la giustificazione dei satiri -un vero colpo di scena sarebbe stato che fossero state le menadi a scocciarsi, e che quindi se ne fossero andate per conto loro. Mi rendo conto, però, che forse non hai potuto sviluppare la trama come avresti voluto/potuto per una questione di contest in scadenza/limiti di battute.

MODE Recensione (...) OFF

MODE Compagna di squadra ON

Allora, dato che la funzione prima di questo mode è di darti suggerimenti random su come migliorare la storia e che, in ogni caso, ti ho già detto quello che penso in generale, scriverò giusto di questo. E ripeto, sono suggerimenti random che puoi tener conto in una possibile fase di riscrittura, ma anche no.

In questo prologo, incontriamo Marta, la classica "sfigatella solitaria": parli di sfuggita del suo passato e del suo presente, solo per ribadire questo concetto che, in un certo senso, giustificherà alcune scelte alla fine, eppure, non pensi che in questa sua fase sarebbe stata più credibile se, nonostante un vago senso di disagio, abbia cercato comunque di trovarsi una nicchia, di adattarsi? Te lo dico perché come carattere è molto simile a me, ma questo non mi ha certo impedito di trovare degli amici, un porto sicuro che mi ha permesso di superare la tormentata fase dell'adolescenza senza eccessivi traumatismi ;-) Magari per la tua protagonista, e in vista di quello che accadrà poi, potrebbe essere lo scoutismo oppure del volontariato per un'associazione ambientale, o se di stage lavorativo deve trattarsi, qualcosa comunque legato alla natura (può aver studiato veterinaria e star facendo un tirocinio per esempio). Inoltre, sarebbe interessante anche che, in un certo senso, a livello inconscio avesse sempre saputo chi fosse in realtà (magari da piccola, nei giochi con le amichette dell'asilo, impersonava la Fata Madrina se non direttamente la Dea delle Dee di "Pollon" XXDDD cui è seguito un periodo "sono la migliore, quindi gli altri devono venirmi dietro" e un "perché mi sento fuori posto? sono io a essere sbagliata o sono gli altri? etc..." per concludere con un "vabbeh, cerchiamo di tirare avanti, come diceva Rossella, Domani è un altro giorno."). E infine, perché non inserire un elemento che potrebbe tentarla a "tornare indietro"?
Ripeto, questi sono solo dei suggerimenti o spunti di riflessione, come preferisci: la storia è tua e puoi anche cestinarli uno per uno senza remore ;)

A domani per i capitoli successivi,

D. Rose

Recensore Veterano
24/11/13, ore 17:15

Recensione per il contest "Arte, leggende e scrittura"
Prima classificata


Grammatica, sintassi e ortografia: 7,5/10
Ho trovato alcuni errori di battitura:
grige -> grigie
Quando furono tutti all'intero -> interno
finire -> finite
sol -> col
gioa ->gioia
presto -> prestò
Lo accolse il bocca -> in
             
Gli errori un po’ più gravi, invece, sono altri:
qual’è -> qual è
perchè -> perché (errore ripetuto tre volte)
riflettè -> rifletté
 
Parliamo ora della punteggiatura, ossia ciò che meno ho apprezzato nel complesso. Per spiegar meglio ciò che intendo, evidenzio alcune imprecisioni commesse:
• Ma durante il giorno appena trascorso i suoi pensieri non avevano fatto altro che rievocare
quel posto e ora che stava per andare a dormire bramava visitarlo nuovamente. […] un gruppo di rocce immerse nel nulla. Non c'era niente lì
> Non noti che la frase è un po’ troppo lunga per “permettersi” di non presentare segni d’interpunzione? Suonerebbe meglio in questo modo: Ma durante il giorno appena trascorso, i suoi pensieri non avevano fatto altro che rievocare quel posto, e ora che stava per andare a dormire, bramava visitarlo nuovamente.
> L’ultima frase è una, seppur breve, spiegazione del luogo in cui la ragazza si trova; andrebbe quindi introdotta dai due punti, piuttosto che dal punto fermo: un gruppo di rocce immerse nel nulla: non c’era niente lì.
• Tuttavia qualcosa nel suo percorso non andava, la strada era diversa […] Marta stava tornando verso lo chalet incurante di essere ancora nuda
> Stessa questione della frase precedente: invece della virgola dopo “andava”, dato che stai spiegando, andrebbero inseriti i due punti: Tuttavia qualcosa nel suo percorso non andava: la strada era diversa.
> L’assenza della virgola dopo “chalet”, crea confusione riguardo a chi/cosa compi l’azione; il suo inserimento prima del verbo “incurante”, fa capire al lettore che è Marta ad essere incurante: Marta stava tornando verso lo chalet, incurante di essere ancora nuda.
• Le mie visioni mi hanno suggerito che qualcosa le sta rapendo, voi, mia dea, dovete ritrovarle […] Tre fanciulle emersero dall'acqua tremanti.
> Essendoci un cambio del soggetto a cui ci si riferisce, sarebbe meglio non utilizzare la virgola, bensì il punto fermo o il punto e virgola: rapendo. Voi, mia dea… oppure rapendo; voi, mia dea…
> Nell’altra frase, per rendere meglio l’idea che sono le tre fanciulle a tremare, bisognerebbe inserire una virgola prima del verbo: Tre fanciulle emersero dall'acqua, tremanti.
• In un lampo le tre Erinni li circondarono […] «Permettetemi di immergermi nell'acqua
> Non è un vero e proprio errore, ma quando all’inizio di una frase, dopo un complemento di luogo, o, in questo caso, con un’allocuzione avverbiale, come diceva la mia Professoressa d’italiano del liceo, andrebbe inserita una virgola: In un lampo, le tre Erinni li circondarono.
> C’è una ripetizione della particella pronominale; la costruzione più corretta sarebbe: Permettete che m’immerga nell’acqua.
 
Imprecisioni molto simili sono disseminate un po’ in tutto il racconto, specialmente nei primi quattro capitoli, e sono state proprio loro a farti abbassare il punteggio.
Ho da farti anche una piccola precisazione: per distinguere le divinità dalla preposizione semplice, bisognerebbe scrivere “déi”.
 
Forma e stile: 7/10
Come sviluppo della trama e stile a livello concettuale, ho qualche nota da farti presente.
In primis, ho gradito particolarmente le descrizioni dei luoghi e delle azioni dei personaggi: ben calibrate, chiare, precise; né troppo lunghe, né troppo superficiali – perfette, oserei dire.
Parlando con più precisione della trama, non ho apprezzato invece la trasformazione della protagonista da Marta a Raena: insomma, quando lei incontra Isurlis ed Eori, i quali la informano che il suo risveglio è stato compiuto e che è in realtà la Ninfa Superiore, lei non sembra troppo scossa da tale confessione. Una persona normale, a mio parere, avrebbe girato i tacchi commentando: “Ma questi son matti!” o qualcosa del genere. Inoltre, il fatto che riesca così velocemente a gestire i propri poteri al meglio (come richiamare delle ninfe o far crescere gli alberi per combattere contro i satiri) è decisamente curioso. Non so, forse avrei preferito che il risveglio da umana a ninfa avvenisse con più gradualità, che Raena scoprisse se stessa un passo alla volta, e magari potesse avere un ulteriore aiuto da Isurlis.
Parlando invece del finale, ho storto parecchio il naso sull’inserimento del rapporto tra Raena e Isurlis: mi è sembrata una scena buttata lì, quasi ti premesse inserire nella storia una parte erotica tanto per fare. Ora non pensare che sia contraria alle storie d’amore, anzi; pur tuttavia, invece di una scena di sesso, avrei preferito di gran lunga un appassionato bacio tra i protagonisti, perfetto per consacrare un amore appena sbocciato.
Passiamo ora al concetta di forma.
Ogni tanto, purtroppo, ho riscontrato la presenza di svariate ripetizione, che rendono il brano meno scorrevole e ricercato:
• Quando erano arrivate lì erano tutte sconosciute, ma in breve tempo erano nate amicizie.
>Non ti sembrano un po’ troppi quegli “erano”? A mio parere, suonerebbe meglio una frase come: All’inizio non si conoscevano, ma non ci misero molto a diventare amiche.
• – e la voce cupa e roca, continuò «E invece non abbiamo tempo per aspettare, la vostra missione vi attende. Ora capisco il motivo del vostro Risveglio. Ora VEDO il problema. Non possiamo aspettare.
> Sostituire “aspettare” con “attendere.
• Succedeva sempre in fretta: di solito una ninfa veniva isolata dalle altre, a quel punto, quando era più vulnerabile, veniva afferrata e portata via in volo, sempre verso ovest. […] Sento lo stesso odore che ho sentito alla Sorgente, sento l'odore delle Naiadi.»
> Sostituire il primo “veniva” con “era”.
> Sostituire “sento” con “avverto”, oppure “sentito” con “avvertito”.
• Isurlis prese il posto di Raena proteggendo entrambi dall'attacco col suo scudo.
La Ninfa Superiore invece gli prese la spada […] «L'avrete.» rispose prendendogli il viso tra le mani per avvicinare il viso al suo e poggiare…
> Sostituire il primo “prese” con “occupò”.
> La frase suonerebbe meglio come: rispose, prendendogli il viso tra le mani per avvicinarLO al suo.
• dopo avervi leccato la punta: aveva un dolce sapore. […] Era qualcosa che non riusciva a comprendere appieno – come invece ora comprendeva i segreti della natura – stare con un uomo.
> Benché non sia la stessa identica parola a essere ripetuta, suonerebbe meglio sostituire “aveva” con “sentì”, oppure “avvertì”.
> Situazione simile alla precedente: è preferibile sostituire “comprendeva” con “capiva”, oppure “comprendere” con capire”.
 
Altre imprecisioni che tengo a segnalare sono di carattere generale a livello lessicale:
• i pensieri di lei -> i suoi pensieri
• Non sapeva nemmeno come era finita lì -> Non sapeva nemmeno come fosse finita lì
• lì si era fermata e addormentata, e quando stava tornando indietro -> lì si era fermata e addormentata, e tornando indietro
• le arrivava in vita, all'interno le scese fin sopra al ginocchio. I capelli bagnati le si appiccicavano alla faccia, così come le frange del suo top. -> le arrivò in vita, mentre, all’interno della grotta, le scese fin sopra il ginocchio. I capelli bagnati le si appiccicarono alla faccia, così come le frange del suo top.
• Tutto finì così come era iniziato. -> Ma, all’improvviso, tutto finì così com’era iniziato.
la strada era diversa, piccole differenze che potrebbero sfuggire a un occhio poco attento, ma bastava concentrarsi un po' di più per vederle. -> la strada era diversa per le piccole differenze che potrebbero sfuggire a un occhio poco attento, ma bastava concentrarsi un po' di più per notarle.
• dato che fu raggiunta da uno strano uomo: non sembrava corresse, solo che si muoveva in modo veloce. -> dato che fu raggiunta da uno strano uomo: non sembrava corresse, ma solo muoversi in modo veloce.
che non aveva mai visto; assomigliava a un chitoniskos dell'Antica Grecia -> da lei mai visto; assomigliava a un chitoniskos dell'Antica Grecia
• Aveva scoperto di essere anche lei in grado di muoversi velocemente anche se non stava correndo -> Aveva scoperto di essere anche lei in grado di muoversi velocemente senza bisogno di correre
benché la distanza che avevano percorso fosse quasi il doppio di quella fatta in precedenza -> benché la distanza percorsa fosse quasi il doppio di quella fatta in precedenza
• «Sono qui.» > Al posto di “sono”, è meglio “si trovano”, così è più chiaro se si tratta di chi parla o della gente presente: «Si trovano qui.»
• All'improvviso le pareti della caverna si erano allargate, il soffitto si era alzato fino a creare una vera e propria stanza piuttosto grande. -> All'improvviso, le pareti della caverna si allargarono, il soffitto si alzò fino a creare una vera e propria stanza piuttosto grande.
e lanciò un nuovo urlo che somigliava a una risata. -> e lanciò un nuovo urlo somigliante a una risata.
• Iniziò ad attaccare quella che l'aveva disarmata all'inizio con maggior vigore, con lei aveva un conto in sospeso. -> Iniziò ad attaccare quella che l'aveva disarmata all'inizio con maggior vigore, avendo con lei un conto in sospeso.
• Aveva il viso rivolto verso il basso e non poteva fare a meno di osservare il paesaggio che le sfilava sotto agli occhi. -> Aveva il viso rivolto verso il basso e non poteva fare a meno di osservare il paesaggio che le sfilava sotto gli occhi.
e che prevedeva vino e danze come molti altri culti di Mytiokos, ma culminava con l'atto sessuale -> e che prevedeva vino e danze come molti altri culti di Mytiokos, culminando infine con l'atto sessuale
• I primi furono colti alla sprovvista e vennero catturati -> I primi furono colti alla sprovvista e furono catturati
• Le radici che aveva evocato poco prima stavano ancora ondeggiando alla disperata ricerca di qualcosa da afferrare. -> Le radici poco prima evocate stavano ancora ondeggiando alla disperata ricerca di qualcosa da afferrare.
 
Concludendo questo punto, ti do un consiglio per queste costruzioni, notandone una preponderante presenza:
si infrangevano -> s’infrangevano
si immerse -> s’immerse
si inoltrò -> s’inoltrò
In questo modo, la lettura risulterà più fluida e, in un certo senso, più musicale.
 
Originalità: 7/10
Ci sono molte cose in questo brano che mi danno l’idea di cliché. Ad esempio:

  • La protagonista il cui reale spirito è addormentato.
    La protagonista che possiede una gran quantità di poteri provenienti da tutte le creature più forti.
    La protagonista che inizialmente è emarginata dai colleghi, e poi, quando scopre chi è veramente, è un essere estremamente importante.
Altro fatto è l’intreccio dei ricatti che, nonostante si svolga in un ambito piuttosto originale, è sempre un fatto visto e rivisto.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 7,5/10
In questo caso, i personaggi principali e secondari – esclusa Raena- sono caratterizzati fondamentalmente per mezzo dei dialoghi. Certo, meglio conoscere un personaggio in questo modo piuttosto che non conoscerlo affatto, però io avrei preferito una caratterizzazione più introspettiva che altro, non so se mi spiego.
Altra cosa: Raena è colei che è caratterizzata nel modo migliore, in quanto è la protagonista. Ma ad esempio, Isurlis, il quale ha comunque un ruolo importante nelle vicende, ho compreso solo che vuole a tutti i costi difendere la Ninfa Superiore, però senza un apparente motivo; per buona parte della storia mi sono chiesta come fosse stato il passato di Isurlis, e perché per lui fosse tanto importante la Ninfa Superiore, ma purtroppo le mie domande non hanno avuto risposta.
 
Utilizzo delle sezioni: 13,5/15 (5+5+3,5)
Sezione Luis Royo: 5/5
Nulla da ridire. L’immagine è stata utilizzata molto bene, e ha avuto un ruolo fondamentale nella storia: l’inizio del risveglio della Ninfa Superiore. Brava!
Sezione luogo: 5/5
Anche qui, il luogo scelto è usato perfettamente. Hai saputo inserire svariate leggende greche in un unico contesto e la presenza della Grecia si legge subito nel titolo. Perciò, complimenti.
Sezione gradazione di colori: 3,5/5
I colori scelti sono l’oro, l’argento e il grigio; l’uso dei primi due è molto buono, in quanto, come per l’uso dell’immagine, ti sono serviti per descrivere l’inizio del risveglio della Ninfa Superiore, quindi non ho nulla da eccepire. Quell’1,5 in meno ti è stato sottratto per la quasi totale mancanza del color grigio, che appare solo sul finale, senza far capire al lettore quale sia il suo vero scopo, a differenza di oro e argento.
 
Gradimento personale: 4/5
Nonostante abbia avuto un bel po’ di cose da ridire, è stata una lettura piacevole e piuttosto scorrevole. Sarà che io amo i fantasy, in particolar modo quelli ambientati in epoche passate. Sarà anche perché amo la Grecia e tutti i suoi miti, contesto che, come ho già detto, hai saputo rendere alla perfezione.
Peccato per la presenza di alcuni avvenimenti che non ho trovato poi così originali; magari, se un po’ più lunga, sarebbe stata una storia più ricca di misteri e, forse, di creature mitologiche, per le quali sono appassionata fin da bambina.
Ho letto che avevi intenzione di scriverne un seguito e la cosa mi piace; nel caso volessi farlo, sarei grata di leggerlo.
 
Totale: 46,5/60

Recensore Veterano
05/11/13, ore 00:03

Il Mistero di Mytiokos di syssy5
2° Classificata al contest “Immedesimarsi in personaggi non propri”
 
Grammatica e Sintassi: 7/10
 
Ho trovato la tua storia corretta nel complesso e fluida, l’unico appunto che posso farti è che in alcuni punti la punteggiatura andrebbe rivista, per esempio:
(…) i pensieri di lei iniziarono a vagare liberi dalle cose che le erano successe di recente – tipo lo stage che aveva iniziato da qualche giorno – agli avvenimenti del suo passato – come la sua riservatezza, la morte dei suoi genitori, la solitudine che da sempre l'accompagnava e che lei amava.
Trovo che l’uso di quei trattini confonda non poco.
 
Inoltre in questa frase in particolare: “La giovane si era concessa una passeggiata. Adorava camminare a piedi nudi sulla spiaggia, sentire il freddo avvolgente e rilassante, far scorrere i granelli tra le dita. E il sottofondo del mare era la colonna sonora perfetta.” Tra ‘passeggiata’ e ‘adorava’ avrei utilizzato i due punti: in questo modo avresti evitato di appesantire la narrazione con il punto fermo, perché in effetti in questo periodo non c’è un cambio di argomento.
 
Comunque a parte la punteggiatura e qualche errore di battitura, non ho nulla di particolare da segnalare.
 
Stile e adeguatezza del registro: 7/10 pt
 
Il tuo stile è semplice, immediato.
Non ho notato particolari virtuosismi ma nemmeno elementi che rendessero la lettura meno scorrevole o interessante.
In particolare mi sono accorta che hai acquisito fluidità con il proseguire dei capitoli.
 
Impaginazione: 5/5 pt
 
Ho deciso di inserire questa voce nella griglia che utilizzo per le valutazioni perché spesso mi capita di leggere storie allineate nei modi più strani e che rendono la lettura un inferno.
Inoltre trovo che anche l’occhio voglia la sua parte e un testo ordinato, magari suddiviso in paragrafi se è molto prolisso, sia molto più gradevole.
Nel tuo caso punteggio pieno, l’immagine a inizio storia poi, è semplicemente perfetta.
 
Rispetto degli obblighi e attinenza alla traccia: 5/10 pt
 
Mi dispiace ma qui devo darti un punteggio basso.
La tua traccia era:
[ personaggi liberi, genere libero - rating rosso - frase: “Hai tu il mio biglietto?” ]
Quanto alla frase da inserire nel testo, trovo che tu l’abbia rilegata ad una situazione molto marginale, quasi tu l’avessi ficcata lì giusto perché era richiesta.
Nulla da ridire invece sul rating: la scena lemon è presente (e l’ho adorata).
 
Originalità: 8/10 pt
 
La storia è interessante, adoro il genere e ho una passione smodata per ninfe, fate, elfi… tutto ciò che è magico e pagano.
Se il sottotitolo del primo capitolo non mi avesse suggerito di cosa trattasse il tuo scritto, mai avrei pensato che la storia si sarebbe evoluta in questo modo.
Ho divorato la tua storia, devo dire che raramente mi è capitato di leggere una long così coinvolgente.
 
Gradimento personale: 4/5 pt
Di certo avresti potuto curare maggiormente l’aspetto stilistico della storia, ma quanto al contenuto nulla da eccepire, la tua storia mi è piaciuta davvero.
L’hai resa avvincente con numerosi ‘colpi di scena’ che mi hanno entusiasmata.
Inoltre è bello leggere storie che contengono elementi di cultura, si vede che la mitologia ti appassiona.
Solo un piccolo neo: trattandosi del compimento del destino della Ninfa Superiore forse avresti potuto sviluppare meglio le circostanze che hanno spinto la protagonista a fare quello stage.
Evidentemente faceva parte del ‘piano’ e una serie di coincidenze volute l’hanno fatta arrivare proprio in quel luogo e in quel momento.
 
TOTALE: 36 pt
 

Recensore Veterano
16/07/13, ore 21:58

Salve! :)
Purtroppo siamo giunti al termine di questa bella storia.
Tutti hanno ottenuto ciò che volevano: le Erinni ora hanno la loro bambina, i satiri possono celebrare il rito con le Menadi e le Naiadi possono far ritorno alla Sorgente. Sapevo fin dal primo istante che ci sarebbe stata una storia d'amore tra il cabirio e la Ninfa Superiore, mi sarebbe dispiaciuto se solo non ci fosse stata, quindi in teoria si prospetta un futuro roseo anche per i nostri protagonisti.
Devo dire che ho trovato avvincente la battaglia contro i satiri, se non erro avevi detto - nel precedente capitolo - di non essere molto portata per l'azione, invece a me è piaciuta molto la parte relativa alla battaglia.
Ah, una cosa che non ti ho chiesto: i nomi dei personaggi sono di tua invenzione, giusto?
È stata, come già ho detto, una bella storia: mi sono piaciuti molto i luoghi descritti, l'idea che queste divinità mortali discendessero direttamente dalle divinità greche, quindi anche se gli uomini hanno smesso di credere nella mitologia, essa non è morta ma risiederà sempre a Mytiokos. Ancora complimenti, in bocca al lupo per i contest a cui stai partecipando.
Ho letto che scriverai un'altra storia fantasy: siccome mi piace molto il tuo stile, mi piacerebbe molto leggerla.
Allora alla prossima!
Un bacio! :*

Recensore Veterano
16/07/13, ore 17:49
Cap. 4:

Hola!^^
Mi è piaciuto molto questo capitolo; ora le cose cominciano a divenire ancora più nitide: sono i satiri il vero nemico, hanno rubato una bambina alle Erinni, e devo dire che anche per Raena le cose si complicano: deve sacrificarsi, così facendo le Erinni riotterranno la piccola.
È originale il particolare sulle Erinni che hai aggiunto: se non sbaglio nella mitologia greca loro non possedevano figlie da accudire.
Beh, hai ragione, i satiri non potevano non essere citati; malgrado siano rappresentati spesso come esseri lascivi, mi hanno sempre affascinata. Come tu hai citato, i satiri erano legati al culto di Dioniso, ma anche a quello di Pan - dio dei boschi - e spesso erano raffigurati con delle corna, una coda, delle zampe di capra, insomma con delle caratteristiche animalesche.
Quindi siamo agli sgoccioli, mi attende solo l'ultimo capitolo! :)
Alla prossima, complimenti per questo bel capitolo!
Un bacio! :*

Recensore Veterano
15/07/13, ore 18:53
Cap. 3:

Eccomi nuovamente a recensire!^^
Ora le cose sembrano essere molto più chiare: la missione di Raena è quella di salvare delle ninfe in pericolo, rapite dalle Erinni; ma a quanto pare la faccenda non sembra essere così semplice: se Raena ed Isurlis sono stati fortunati a non aver incontrato alcun nemico, prossimamente credo che li attenderà una battaglia. Sembra essere tutto molto interessante. Mi piace la Sorgente è un luogo che sembra donare pace e tranquillità! *_*
Le Erinni trovo che siano adeguate come nemiche: come hai detto loro bramano vendetta, ma se assumono un atteggiamento benevolo vengono chiamate Eumenidi (Eschilo, tragediografo greco, ha incentrato l'ultima tragedia legata alla trilogia dell'Orestea proprio su queste figure, presentate però come Eumenidi).
Leggerò sicuramente i restanti capitoli!^^
Alla prossima, baci! :*

Recensore Veterano
13/07/13, ore 00:43

Ri-eccomi a recensire!^^
Ho conseguito la maturità classica da poco, e mi immergo nuovamente nel mondo dell'Antica Grecia! XD
Mi piace. La storia è interessante, scrivi molto bene, però ho riscontrato un piccolo errore: "qual'è", l'apostrofo non doveva esserci, ma è un errore in cui spesso cadono tutti. Quindi sul tuo stile non ho davvero nulla da dire: la storia scivola liscia come l'olio.
Comunque, neanche io ho mai sentito parlare dei Cabiri, ho fatto dunque delle ricerche, scoprendo, come hai affermato anche tu nella storia, che si trattava dei figli di Efesto, talvolta considerati anche divinità enigmatiche dell'oltretomba. Ovviamente, le altre divinità citate mi erano note.
Io il titolo della storia "Mytiokos" lo leggo "Miutiokos" perché in greco antico la "y" (iupsilon) si leggeva "iu" - eccetto nei dittonghi.
Leggerò, incuriosita, i prossimi capitoli.
Brava per l'atmosfera creata!
Alla prossima, baci! :*

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