Ciao di nuovo!
Inizio dicendo che non avevo mai preso in considerazione la coppia protagonista di questa storia, ma devo dire che non mi dispiace affatto, anzi una Sakura che per una volta smette di elemosinare l'attenzione di Sasuke mi piace decisamente molto.
Ma bando alle ciance, arriviamo alla tua trama!
Considerando il tema del contest per cui al tempo l'hai scritta, direi che hai fatto davvero un ottimo lavoro. L'invidia, che fa anche da titolo al racconto, è il sentimento più invasivo della storia. Sin dal principio, da quel "Vi guardo e mi prende un incredibile senso d'angoscia." indichi in quale direzione andrà la narrazione, quale ne sarà il tema portante. L'immagine di questa ragazza pentita, vittima dell'invidia, che sbircia – spia – la propria occasione perduta è un pugno nello stomaco; da un lato un po' infastidisce l'astio che nutre nei confronti di Sakura, che non ha alcuna colpa nella faccenda, dall'altro è però impossibile non provare un po' di pena e un moto di comprensione per Karin, che si è sentita derubare di un affetto che le sarebbe potuto appartenere in via esclusiva.
È un tema, quello sviluppato nel tuo racconto, anche molto realistico. Purtroppo, succede che si apprezzi qualcuno, e le attenzioni e l'affetto, solo quando non fa più parte della propria vita. In casi come questo non è mai chiaro quale sia il confine tra un orgoglio pungolato – una sorta di sentimento di possessione e di precedenza – e un amore scoperto e compreso troppo tardi. Chissà dunque se Karin si sia accorta di essere innamorata di Suigetsu o sia solo ferita e infastidita dall'essere stata messa da parte.
I flashback mi sono piaciuti molto e li ho trovati incastrati benissimo nella narrazione principale. Inoltre, sei stata molto brava nel gestire quelli che sono solo dialoghi, tra l'altro riferiti a due coppie di personaggi diversi – sino ad arrivare poi al flashback dove i personaggi sono più di due –, senza creare confusione: è sempre chiaro quale personaggio parli, in quale momento della storia ci troviamo.
In realtà, l'intera struttura stilistica mi è piaciuta, la prima persona è stata una scelta più che indovinata, così come la conclusione fatta di capoversi brevi, che si incasellano uno dopo l'altro in una ascesa emotiva che trova compimento in quel "Io sono Karin" che svela la protagonista e palesa il peccato di cui si è macchiata – l'invidia. Ho ravvisato solo qualche virgola mancante al vocativo, per il resto anche la forma è ottima.
Una lettura decisamente diversa dal solito, ma molto interessante. Complimenti!
Alla prossima,
Rosmary |